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→LEGAME
Se Δe < 1,9
- COVALENTE
• Legame covalente
Gli elettroni di legame tendono ad avvicinare i due nuclei, verso i quali sono attirati
contemporaneamente dalle forze elettrostatiche. I nuclei, però, sono dotati entrambi di carica
elettrica positiva e tendono a respingersi. A una certa distanza si instaura un equilibrio tra la forza di
attrazione nucleo-elettrone e quella di repulsione nucleo-nucleo. A questo punto il sistema formato
raggiunge la stabilità: si è stabilito un legame chimico che prende il nome di legame covalente,
cioè la forza che unisce due atomi che hanno una coppia di elettroni in comune.
La formazione di legami covalenti rende più stabili i sistemi chimici. Però, perché tra due atomi si
possa stabilire un legame di questo tipo, devono verificarsi tra condizioni:
1. In entrambi gli orbitali coinvolti vi deve essere un elettrone spaiato
2. Gli orbitali devono sovrapporsi e compenetrarsi parzialmente
3. Gli elettroni di legame devono avere spin opposto
Nel legame covalente ciascuno dei due atomi non cattura, ma condivide l’elettrone dell’altro atomo
ed è questa condivisione che permette ad ambedue gli atomi di disporre di due elettroni.
Il legame covalente si classifica, a seconda del numero di elettroni condivisi, in:
- Legame covalente singolo (o semplice) quando coinvolge due elettroni che provengono da
ciascuno dei due atomi legati;
- Legame covalente multiplo quando tra due atomi si instaura più di un singolo legame.
Questo può essere: doppio, se nel legame complessivo tra i due atomi sono coinvolte due
coppie di elettroni; triplo, se sono coinvolte tre coppie di elettroni.
- Legame dativo quando la coppia di elettroni di legame è fornita da uno solo dei due atomi
che partecipano al legame. L’atomo che dona gli elettroni si dice donatore, quello che li
riceve prende il nome di accettore.
Inoltre, il legame covalente può classificarsi a seconda della sua polarità in:
- Apolare: si stabilisce tra due atomi uguali, o con uguale elettronegatività, che condividono
una coppia di elettroni. Ad esempio, i nuclei di due atomi di idrogeno sono identici, quindi
attraggono i due elettroni con la stessa forza. Anche i volumi atomici sono identici e così
pure l’elettronegatività. Quindi, la nube elettronica è simmetrica rispetto ai due nuclei e la
molecola che si forma è elettricamente neutra. Può essere omopolare o eteropolare.
- Polare: si stabilisce tra due atomi con differente elettronegatività. Ad esempio, un legame
tra H e Cl, cioè due elementi con diversa elettronegatività (H= 2,1; Cl=3,2). In particolare, il
cloro esercita una maggiore forza di attrazione nei confronti dei due elettroni e, quindi, i due
elettroni di legame si trovano intorno all’atomo di cloro per più tempo rispetto all’atomo di
idrogeno. Quindi, la nube elettronica dalla parte dell’atomo di cloro si allarga e dalla parte
dell’idrogeno si restringe. Inoltre, l’atomo di idrogeno assume una parziale carica positiva,
+, e l’atomo di cloro assume invece una parziale carica negativa, che
che indichiamo con
-.
indichiamo con
• Legame ionico
Se la differenza di elettronegatività fra gli atomi diventa molto grande, in genere superiore a 1,9,
l’atomo più elettronegativo strappa l’elettrone all’altro atomo, assumendo su di sé l’intera carica
negativa, mentre l’atomo che ha perso l’elettrone acquisisce una carica positiva. Quindi, il legame
ionico è la forza di attrazione elettrostatica che si stabilisce tra gli ioni di carica opposta e determina
la loro unione.
Dalla posizione sulla tavola periodica si può dedurre che:
- Gli elementi metallici tendono a cedere elettroni diventando ioni positivi;
- I non metalli tendono ad acquistare elettroni trasformandosi in ioni negativi.
Gli ioni in un composto ionico sono disposti secondo uno schema ben
preciso e possono dar luogo a un reticolo cristallino.
I composti ionici hanno alti punti di fusione, sono solidi a temperatura
ambiente, sono buoni conduttori di elettricità sia allo stato fuso che in
soluzione.
• Legame metallico
è dovuto all’attrazione fra gli ioni metallici positivi e gli elettroni mobili che li
Il legame metallico
circondano. I metalli, per la facilità con cui perdono elettroni, possono essere considerati come
cationi che tengono debolmente legati gli elettroni degli orbitali più esterni. Quindi, un metallo allo
stato solido è in pratica costituito da un insieme di cationi disposti con regolarità e circondati da
elettroni che vengono attirati contemporaneamente da tutti i cationi circostanti. In questo modo gli
elettroni esterni fanno sì che i cationi rimangano fortemente uniti tra loro, stabilendo così il legame
metallico. Tanto più forte è il legame metallico, tanto più sono numerosi gli elettroni mobili.
La mobilità degli elettroni più esterni conferisce le caratteristiche proprietà metalliche: lucentezza,
conducibilità termica ed elettrica, malleabilità, duttilità.
LEGAMI CHIMICI INTERMOLECOLARI
• Legame ione-dipolo
Il legame ione-dipolo si instaura tra uno ione e una molecola dipolare, cioè un sistema costituito da
due cariche elettriche uguali ma di segno opposto situate ad una certa distanza, ma non comporta né
condivisione né cessione di elettroni.
Se mettiamo in acqua un composto ionico, ad esempio il cloruro di sodio NaCl:
+
-Ogni ione Na orienta verso di sé, attira e lega la parte negativa delle
molecole d’acqua, cioè la parte dove vi è l’ossigeno;
-
-Ogni ione Cl orienta verso di sé, attira e lega la parte positiva delle
molecole dipolari di acqua, cioè quella dove sono gli atomi di
idrogeno.
Legami ioni-dipolo si formano, ad esempio, ogni volta che si scioglie in acqua un composto ionico
o un composto che in acqua si ionizza, come un acido, una base o un sale. Il risultato è che ogni
ione in soluzione acquosa è circondato da uno strato, più o meno abbondante, di molecole di acqua.
• Le interazioni di Van der Waals
Le interazioni di Van der Waals sono legami deboli di natura elettrostatica. Si distinguono tre tipi
fondamentali di queste interazioni, che in ordine decrescente di forza sono:
- Interazioni dipolo-dipolo: sono attrazioni elettrostatiche che si originano tra le
parti parzialmente positive (δ+) e le parti parzialmente negative (δ-) di molecole
polari contigue. Le molecole tendono a orientarsi in modo che le parti δ- di un
dipolo siano vicine a quelle δ+ del dipolo adiacente: si forma in questo modo una rete di
interazioni a corto raggio.
- Interazioni dipolo-dipolo indotto: una carica elettrica, quando si trova vicino ad un corpo
neutro in cui vi sono elettroni mobili, può determinare la formazione di un dipolo (fenomeno
chiamato induzione elettrostatica). Una molecola dipolare come l’acqua può indurre un
dipolo in una molecola adiacente, anche se questa normalmente non presenta alcuna
separazione di cariche elettriche. La parte negativa della molecola dell’acqua, ad esempio, è
in grado di allontanare gli elettroni di un’altra molecola molto vicina e di creare in questa
uno squilibrio di cariche. Tra le parti di segno opposto delle due molecole si determina così
un’interazione dipolo-dipolo indotto.
- Interazione dipolo indotto-dipolo indotto (o forze di London): si instaura tra molecole
che non possiedono un momento di dipolo permanente. Quando due atomi o molecole
apolari collidono, gli elettroni esterni si respingono provocando una distribuzione
asimmetrica della carica elettronica. Questo provoca la formazione di dipoli istantanei, che
inducono la polarizzazione in molecole adiacenti. Soltanto se la temperatura è
sufficientemente bassa, cioè se l'agitazione termica delle molecole è molto ridotta, queste
forze sono in grado di tenere unite le molecole l'una all'altra, permettendo la formazione del
liquido e del solido. Inoltre, le forze di London sono tanto piú forti quanto maggiore è il
numero di elettroni presenti nella molecola. Il numero di elettroni, a sua volta, è tanto piú
alto quanto piú alto è il numero atomico degli atomi che costituiscono la molecola, o quanto
piú alto è il numero totale di atomi nella molecola.
È questo il caso delle molecole formate da atomi uguali (come le molecole biatomiche degli
elementi, H , O , N , F , Cl , Br , I ), oppure di quelle molecole dove i dipoli dovuti ai
2 2 2 2 2 2 2
legami si annullano a vicenda grazie alla simmetria della molecola stessa (come il caso
–
dell'anidride carbonica CO ).
2
• Legame idrogeno
Il legame idrogeno è la forza elettrostatica che unisce un atomo di idrogeno, legato covalentemente
a un atomo molto elettronegativo, e un altro atomo molto elettronegativo.
Perché il legame idrogeno abbia maggiore forza, occorre che i due atomi legati all’idrogeno abbiano
un valore di elettronegatività elevato e solo gli atomi di ossigeno, azoto e fluoro hanno valori di
elettronegatività tanto elevati da dar luogo a legami idrogeno relativamente forti.
Quando un atomo di idrogeno è legato con legame covalente a un atomo
molto elettronegativo, gli elettroni di legame sono molto spostati verso
questo atomo. L’atomo di idrogeno assume una parziale carica positiva che
conferisce all’atomo di idrogeno un’alta energia. Per diminuire questa
energia, l’atomo di idrogeno tende a legarsi con un atomo che ha una
parziale carica negativa, neutralizzando la carica elettrica e acquisendo
maggiore stabilità.
Il legame idrogeno si ha tipicamente tra le molecole d’acqua, infatti un
atomo di idrogeno di una molecola si lega all’atomo di ossigeno di un’altra
molecola.
ENERGIA DI LEGAME
L’energia è l’energia che si libera quando si forma un legame chimico o che bisogna
di legame
fornire per rompere lo stesso legame.
Due atomi si legano tra loro per raggiungere la configurazione
elettronica stabile. Se l’energia totale degli atomi A e B è
maggiore dell’energia della molecola A−B, quando si forma il
legame si libera una quantità E di energia uguale alla differenza
di energia esistente tra lo stato iniziale e lo stato finale.
Viceversa, se vogliamo rompere il legame A−B per scomporre
la molecola negli atomi A e B, bisogna consumare una quantità
di energia E esattamente uguale a quella che si era liberata nella formazione del legame.
valore dell’energia di un legame chimico si esprime in kJ/mol. Ad esempio, l’energia del
Il
- Risolvere un problema di matematica
- Riassumere un testo
- Tradurre una frase
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