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EFFETTI DEL CAFFE’
-effetti stimolanti centrali e analettici
-aumenta la secrezione gastrica: tipicamente il caffè è bevuto dopo l’assunzione di un pasto per
favorire la
digestione
-modesto aumento della frequenza cardiaca
-modesta azione diuretica: la caffeina a livello renale induce vasodilatazione e aumenta le
proprietà di
filtraggio del rene.
Un utilizzo prolungato nel tempo può portare ad ulcera, esofagite e reflusso gastrointestinale.
EFFETTI TOSSICI
Il caffè non è letale per ingestione. Tuttavia, 10 tazze di caffè (0,5-1 grammo= 14 mg/Kg in un
individuo di
70 kg) possono dare effetti tossici.
Evidenti effetti centrali, che consistono in agitazione, insonnia, tremore, iperestesia fino a dosi
più alte,
nausea, vomito, convulsioni, allucinazioni uditive, percezione di flash luminosi, insieme a effetti
gastrici
potenti di secrezione. Per di più non è solo caffeina a indurre ciò: nel processo di preparazione
del caffè si
liberano degli olii che sono di per sé irritanti per la mucosa gastrica. Un altro effetto è la
tachicardia, fino a
poter avere aritmie per antagonismo delle azioni bradicardizzanti e antiaritmiche che adenosina
esercita
per effetto A1 mediato a livello cardiaco. Un’intossicazione fatale da ingestione di caffè è
improbabile. Una
intossicazione fatale dovuta ad arresto cardiaco puo’ risultare dall’utilizzo dell’aminofillina come
farmaco
brocodilatatore nell’asma se somministrato troppo velocemente per via endovenosa (per
concentrazioni
plasmatiche superiori a 30-40 µg/ml) La dose letale della caffeina per un uomo adulto, è stimata
essere fra
150 ed i 200 mg per Kg di massa corporea.
MECCANISMO DI AZIONE DELLA CAFFEINA
Tutti questi effetti tossici della caffeina sono attribuibili ad antagonismo dei recettori adenosinici.
Dopo
una tazzina di caffè, le basse concentrazioni raggiunte di caffeina nel plasma sono sufficienti ad
inibire
efficacemente i recettori A1 e A2A adenosinici, senza essere inibitori né delle fosfodiesterasi né
un
mobilizzatore del calcio intracellulare, cosa che si verifica invece quando le concentrazioni di
caffeina
aumentano, per attivazione dei canali Ryr al Ca2+ presenti sul reticolo sarcoplasmatico.
D’altra parte, oltre ad aumentare lo stato di allerta e la concentrazione, la caffeina ha anche un
chiaro
correlato elettrofisiologico perché aumenta la frequenza di scarico dei neuroni corticali.
Approfondimento: caffeina ed energy drinks
Gli energy drink costituiscono un rischio per i consumatori ed una preoccupazione per il
Ministero della
Salute. Negli ultimi anni in Italia e nel resto del mondo si è registrato un aumento consistente
del consumo
di bevande denominate Energy Drinks. Questo tipo di bevanda viene venduta in lattine e
contiene caffeina
(in genere una quantità di caffeina agli 80-85 mg di una tazzina di caffè e decisamente
superiore ai 23 mg
di una classica Coca Cola in bottiglietta), a volte altri stimolanti come guaranà (contenente altra
caffeina) o
ginseng. La più venduta (in virtù anche di una fortissima pressione pubblicitaria) è la Red Bull.
Essa
contiene come ingredienti principali oltre alla caffeina, l’aminoacido taurina e glucuronato.
Gli Energy Drinks sono bevande pericolose? Come è ben noto la risposta individuale agli effetti
farmacologici della caffeina è molto variabile. In alcuni soggetti, l’assunzione di Energy Drinks
può causare
un eccessivo aumento della frequenza cardiaca ed un incremento della pressione arteriosa.
Come tutte le
bevande contenenti caffeina, dovrebbe essere sconsigliata in pazienti affetti da cardiopatie
congenite quali
la sindrome del QT lungo. Inoltre, negli sportivi che li assumono prima di uno sforzo fisico
prolungato,
l’attività diuretica della caffeina può peggiorare lo stato di disidratazione provocato dalla perdita
di liquidi
con la sudorazione. Insomma, pur non trattandosi di bevande che presentano una spiccata
tossicità se
assunte da soggetti sani, sono comunque bevande che in determinate condizioni possono
essere pericolose
per la salute. Nate come bevande energetiche, gli Energy drinks sono diventati i protagonisti di