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FARMACI CHE INTERAGISCONO CON CARRIERS
I farmaci in questo caso si possono comportare come inibitori o come falsi substrati.
-Inibitori:
Emicolinio: inibitore del carrier che trasporta la colina all’interno dei terminali colinergici,
determinando così una netta deplezione di acetilcolina ed è un farmaco utilizzato
sperimentalmente
Gli antidepressivi triciclici: inibitori del re-uptake di catecolammine dallo spazio sinaptico
all’interno della cellula. Determinano così un incremento delle concentrazioni extracellulari di
noradrenalina.
Inibitori selettivi del reuptake di serotonina (SSRI selegilina: prozac), anch’essi farmaci
antidepressivi
la cocaina:
alcaloide naturale estratto dalle foglie di
Eritroxilon Coca, pianta che cresce nelle
Ande e nel Perù.
Potente stimolante centrale, inibisce il
carrier che trasporta le catecolammine.
È inibitore del’uptake 1 di
catecolammine, potenzia la trasmissione
colinergica.
L’azione come inibitore dell’uptake di
catecolammine è indipendente dalla sua
azione come anestetico locale per cui blocca i canali del Na+ voltaggio dipendenti. Non viene
usato
infatti come anestetico locale per le sue potenti azioni di stimolazione del sistema
catecolamminergico a livello centrale e periferico.
Gli effetti centrali sono:
-sensazione di benessere
-euforia
-senso di fame e fatica non percepito
In dosi elevati induce un’intensa stimolazione centrale:
eccitazione, perdita di senso critico fino a tremori, allucinazioni, vomito, iperpiressia, convulsioni
e
morte per depressione respiratoria.
Induce dipendenza e un uso prolungato può indurre psicosi.
Azioni periferiche, invece, consistono in un’azione vasocostrittiva: ipertensiva.
Cocaina potenzia la risposta alla stimolazione delle fibre catecolaminergiche (regolazione di
adrenalina o noradrenalina che, se non vengono più ricaptate dall’ambiente intersinaptico,
vengono amplificano il segnale), potenzia l’azione delle catecolammine iniettate e antagonizza
l’azione delle ammine simpaticomimetiche indirette.
-Falsi substrati:
Amfetamina: ammina simpaticomimetica indiretta
Metildopa: la metildopa è un falso substrato di carriers e di un enzima. In foto è riportato il
terminale adrenergico e vediamo come
noradrenalina la si possa ritrovare nello
spazio sinaptico, perché liberata dal
terminale nervoso e viene ripresa dal
terminale nervoso ad opera di questi
meccanismi mediati da carriers che la
ritrasportano all’interno. Questo è un
modo per terminare sia l’azione
extracellulare di noradrenalina, che
stando eccessivamente a contatto con il
recettore (alfa e beta presenti nel SNC e
nel SNP) potrebbe causarne
desensitizzazione, sia per rispondere a
delle esigenze fisiologiche di turnover.
I carriers quindi operano la reimmissione
di noradrenalina nel terminale nervoso,
ricaptandola e facendo sì che questa
possa poi venire immagazzinata
all’interno di vescicole e poi liberata. È
quindi anche un modo per il neurone di
recuperare il neurotrasmettitore per poi
liberarlo nuovamente. Metildopa viene
riconosciuta dal carrier che trasporta la noradrenalina che, per via della somiglianza chimica
tra le due e della bassa selettività può riconoscerla al posto della noradrenalina. Applicando il
farmaco dall’esterno, il carrier lo porta nel terminale nervoso catecolaminergico e diventerà
falso substrato di un enzima, poiché la metildopa verrà trasformata (nel citoplasma) in
metildopamina, per poi entrare nel granulo (poiché falso substrato di carriers granulari) ed
essere convertita in metilnoradrenalina, che sarà invescicolata e successivamente liberata
dalle cellule per esocitosi del neurotrasmettitore in seguito alla depolarizzazione della
membrana. Essendo poco attiva sui recettori alfa1 delle catecolammine e attiva solo sugli alfa2,
ha effetto ipotensivo*.
*L'ipotensione è una condizione clinica che si riscontra quando in un soggetto si rileva una
pressione sanguigna arteriosa massima inferiore ai 100 mmHg, poiché i valori riconosciuti
come normali nella popolazione sana oscillano fra i 110-130 mmHg di sistolica.
AMMINE SIMPATICOMIMETICHE INDIRETTE
Includono la tiramina, l’efedrina e l’amfetamina, che sono molto simili tra di loro dal punto di
vista
chimico e vengono tutte riconosciute dallo stesso carrier, che trasporta normalmente le
catecolammine
(adrenalina, noradrenalina, dopamina) all’interno del terminale.
La tiramina non passa nel SNC,
l’efedrina passa ad alte dosi,
l'amfetamina passa molto bene,
inducendone una forte stimolazione.
Le ammine simpaticomimetiche
comportano una liberazione di
catecolammine dal pool “tiramino-
sensibile”: un pool di catecolammine
presenti nel citoplasma che può
aumentare o diminuire in presenza di
alcuni farmaci, come tiramina e
anfetamina, che possono portare ad
effetti finali simpatico-mimetici.
Funzionano come falsi substrati del
carrier che media l’uptake 1
citoplasmatico e anche l’uptake
granulare, legandosi al carrier e
spiazzando stechiometricamente le
catecolammine dal carrier. Quindi il carrier non è più in grado di trasportare le catecolammine
all’interno
e quindi di proteggerle (nelle vescicole) dall’azione degli enzimi di degradazione presenti nel
citoplasma
(le monoamminossidasi).
Quindi l’amfetamina, ad esempio, si può legare al carrier granulare (impedendone il legame con
la
noradrenalina, perché rapporto 1:1) e comportando un forte aumento della concentrazione di
catecolammine nel citoplasma. Quando la loro presenza arriva ad essere in concentrazioni
troppo alte,
impedisce la normale attività degradativa delle MAO e per gradiente di concentrazione vengono
trasportate dai carriers fuori dalla cellula, mentre l’anfetamina (e in generale tutte le ammine
simpaticomimetiche, tranne l’efedrina), entrata nel granulo e liberata, non è poi più attiva sul
recettore.
L’azione delle ammine simpaticomimetiche, infatti, è definita INDIRETTA, perché non sono loro
a legare