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TRATTAMENTI TERMICI TT
Cicli di riscaldamento e raffreddamento che cambiando le caratteristiche di resistenza di un materiale, e sono caratterizzati da 3 fasi:
- Riscaldamento
- Permanenza a temperatura costante
- Raffreddamento (molto importante perché la velocità con la quale raffreddiamo determina le caratteristiche finali del materiale)
- Ricottura (TC)
- Normalizzazione (TD)
Aumenta la duttilità di un materiale (riducendo durezza e resistenza)
Si riscalda il materiale sopra a 912° (A) (Temperatura austenitica)
Si permane a questa temperatura per omogeneizzare la temperatura
Si raffredda in aria (non lentamente all'interno del forno) --> Si ottiene Perlite con cristalli
Si ottiene Perlite: struttura di più fini
- (velocità maggiore di equilibrio raffreddamento): struttura un po' meno di equilibrio
- Vantaggi:
- Va bene per tutti i tempi più brevi rispetto agli acciai o alla ricottura
- Problemi:
- Tempi lunghi
- Va bene solo per acciai --> per ovviare a questo problema si utilizza la Normalizzazione a basse durezze (acciai autotempranti)
- Tempra --> durezza
- Si riscalda il materiale sopra a 912° (A) (Temperatura austenitica)
- A differenza della tempra si raffredda in 2 step:
- Si porta a 400° velocemente attraverso un mezzo temprante (in grado di asportare tanto calore velocemente)
- Si raffredda rapidamente buttando il pezzo dentro un vascone d'acqua, mantenendo questa temperatura per un certo tempo, per omogeneizzare la temperatura tra cuore e superficie
- Si ottiene Martensite (start)
- Problemi:
- Lo shock termico a cui sottopongo l'acciaio può portare a: criccature
fratture, --> Si ottiene Martensite (finish)o distorsioni
Vantaggi:
- Avere raffreddamenti Buona durezzao oveloci in superfice e lenti Minori tensionioall'interno in pezzi di grandi Deformazioni quasiodimensioni nulle
Per ovviare a questi problemi -->tempra scalare o isoterma
Problemi: Mantenere questeo* La presenza di Cr, Ni, Mn, Mo, V soluzioni stabili ad altain lega permette di formare la temperatura comporta costi emartensite con velocità critiche più un controllo più complessobasse Tempi dilatatioT. Isoterma
- Si riscalda il materiale sopra a912° (A ) (Temperaturac3austenitica)
- Si raffredda sempre in 2 step:
- Si porta a 400°o mantenendo questa T per uncerto tempo
- Si raffredda ao temperatura ambiente(sorpassando la curva dellaBainite)
--> Si ottiene Bainite: strutturaresistente e tenace
Problemi: Tempi lunghioRinvenimento Distensione
Si opera dopo la tempra diretta per Attenua le tensioni residue senzamodificare la Martensite: alterare la durezza
dellaMartensiteAttenuare le tensioni
Si riscalda ad una To per renderla meno fragile, tra la 350° (Martensite start) e 727° (Ac1)
Si riscalda ad una T tra la 350° (Martensite start) e --> Si ottiene Martensite727° (Ac1) rinvenuta
Si raffredda in aria o in acqua --> Si ottiene Martensite rinvenuta (struttura con un buon rapporto tra resistenza e tenacità)
Bonifica (TF) Bonifica isoterma
Tempra diretta seguita da un rinvenimento a 912° (A3) (Temperatura austenitica)
Si ottiene Martensite rinvenuta
Si raffredda in 2 step: Rapidamente fino a una T superiore a Ms e si rimane a questa T fino all'ottenimento di Bainite
Si raffredda ulteriormente (sorpassando la curva della Bainite) --> Si ottiene una struttura intermedia non martensitica molto tenace e dura
Problemi: Tempi lunghi (stessi della T. Isoterma)
Difetti da Trattamenti termici
Mezzi tempranti
Mezzi in grado di
asportare ad una velocità critica di tempra il calore. Un mezzo molto drastico permette di ottenere elevata durezza a cuore anche per mezzi di grosso volume. Prova Jominy: caratterizza la temprabilità di un acciaio (a livello qualitativo). Si riscalda un provino cilindrico a 912°C (A) (Temperatura austenitica). Si mantiene la temperatura per 30 minuti. Si raffredda (tempra) una delle due estremità con un getto d'acqua fino a che tutto il provino non arriva a temperatura ambiente. Le zone più vicine al getto d'acqua hanno maggiore durezza, mentre allentandoci aumenta la duttilità. Si valuta la capacità di mantenere la durezza. Riassumendo: - Per ottenere strutture plasmabili, duttili, di equilibrio: - Ricottura - Normalizzazione (per basse durezze) - Per ottenere strutture resistenti (Martensite): - Tempra diretta - Tempra scalare - Per ottenere Bainite (struttura più tenace rispetto alla Martensite): - Tempra isotermarilassare la struttura martensitica:
- Rinvenimento
- Distensione
Bonifica: Tempra diretta + Rinvenimento
TRATTAMENTI TERMOCHIMICI DI DIFFUSIONE
Trattamenti superficiali che vanno a modificare lo strato superficiale del componente (lasciando inalterato il cuore)
Si aggiungono determinati elementi durante la fase di riscaldamento per arricchire la superfice
Carbocementazione o Nitrurazione
Cementazione: Diffusione di atomi di Azoto in ambiente a 500°C
Diffusione di atomi di C (sul materiale) in ambiente carburante ad altissime temperature
Si ottiene uno strato superficiale durissimo (65HRC) ma molto sottile (max 0,5mm)
T: 912°C (A3) (T.c3 austenitica)
Si raffredda rapidissimamente
Si ottiene Martensite in superficie (durissima: 48 HRC) e una buona tenacità al cuore
Si esegue su acciai già bonificati e al cuore non vengono eseguiti trattamenti successivi
Problemi: Tempi lunghissimi (10-15 ore)
proprietà anticorrosive e aumentano notevolmente la resistenza a fatica
La durezza è:
- Acciai da cementazione: indipendente dalla %C ≤ 0,22%
- Cr, Ni, Mn, Mo in lega
- È necessaria la presenza di Mo (molibdeno) per evitare fragilità di rinvenimento
Problemi:
- Tempi sono quasi il doppio della cementazione: 20-25 ore
Acc. da Nitrurazione:
- 0,29% ≤ C ≤ 0,43%
- Al, Cr, Ni, V, Mo in lega
Carbonitrurazione Cromizzazione
- Diffusione di C e Diffusione di Cr
- Azoto in ambiente gassoso ad una temperatura controllata ad alta temperatura tra i 650° e 850°
- Aumenta la resistenza all'usura/fatica
- Aumenta la resistenza alla corrosione (soprattutto anche di acciai a bassa temprabilità)
- Migliora le caratteristiche di resistenza superficiale
- Molto usato anche sugli acciai al titanio
Si utilizzano acciai da cementazione
Solitamente seguito da tempra
Processi fusori [9]
Versamento di metallo
liquido dalla fornace alla forma: - Canali di colata: conducono il metallo liquido dalla fornace alla forma - Canali di alimentazione: permettono al metallo liquido di fluire nella forma durante la solidificazione - Canali di sfiato: consentono all'aria e ai gas di fuoriuscire dalla forma durante il riempimento con il metallo liquido - Canali di raffreddamento: aiutano a controllare la solidificazione del metallo liquido nella forma - Canali di scarto: permettono di rimuovere il materiale in eccesso o i residui dalla forma una volta solidificato il metallo.- Liquido:
- Bacino di colata: imbuto che accoglie il liquido
- Canale di colata: condotto che collega il bacino di colata al canale distributore (direttamente collegato alla cavità).
- Colata dall'alto a pioggia:
- Ottimo gradiente termico perché il materiale comincia a solidificare dal basso quindi il liquido versato si appoggia alla zona del getto già solidificata
- Il liquido che viene fatto cadere per gravità --> forti pendenze o rimescolamenti
- Dal basso a stella:
- Riempendo dal basso il gradiente è sfavorevole, con il rischio che il metallo solidifichi prima di completare il riempimento della forma
- Ottimo flusso laminare
Obiettivi
- Garantire che la forma venga riempita velocemente e in maniera uniforme
- Prevedere un accesso graduale e dolce per evitare fenomeni di turbolenza
- Evitare di distruggere o erodere la forma
- Non sovradimensionare gli elementi in modo da non fare esplodere i costi delle lavorazioni
Complessità
Solidificazione:
Passando dalla temperatura di fusione a quella ambiente si creano dei ritiri termici che portano a contratture volumetriche --> cono di ritiro (volume finale < volume iniziale) Fluido-dinamica: si possono generare turbolenze che possono portare ad intrappolamenti d'aria Scambio Termico: avendo materiali diversi all'interno del processo ci saranno zone in cui il materiale tenderà a raffreddarsi più velocemente e altre più lentamente Modulo di raffreddamento (M) Rapporto tra il volume complessivo del oggetto la superficie di scambio termico CUBO di lato L: L/6 CILINDRO di diametro D: D/6 SFERA di diametro D: D/6 PIASTRA sottile di spessore S, Lunghezza L e profondità W : S/2 BARRA indefinita e CORPI TOROIDALI: + )2( s 1 s 2 Posizionamento Materozza Bisogna posizionare la materozza in modo che la solidificazione proceda senza interruzioni dalle zone più distanti del ge