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H
La soluzione più adottata è quella con le pale all’indietro per due motivi:
- Ha maggiore efficienza rispetto alle altre 2 disposizioni perché in essa viene conferita
maggiore energia, sotto forma di energia cinetica.
- Il secondo motivo è la stabilità dell’utilizzo, perché utilizzando delle pale in avanti si genera
una curva caratteristica intrinsecamente instabile, mentre con le pale all’indietro vale
l’opposto.
Il primo grafico rappresenta la soluzione con pale all’indietro dove c’è un solo punto di
funzionamento stabile, mentre nel secondo caso con le pale in avanti abbiamo due punti di
funzionamento uno stabile e uno instabile, il punto instabile è caratterizzato sia prima che dopo da
un gap positivo di energia
Perdite idrauliche interne alla macchina
= − ℎ − ℎ
_ _
La prevalenza reale è data dalla prevalenza ideale meno le perdite concentrate e distribuite
(ℎ )
Perdite distribuite
Sono relazionate tra 2
( )
- La velocità relativa di attraversamento dei condotti in girante 2
2
( )
- La velocità assoluta con cui il fluido si muove nei condotti 2
Quindi essendo che sia la velocità relativa che quella assoluta sono proporzionali alla portata
possiamo scrivere che
=
(ℎ )
Perdite concentrate
Le perdite concentrate si verificano principalmente in corrispondenza della sezione d’ingresso della
girante e quella d’uscita.
Per eseguire l’analisi prendiamo sempre una particella che imbocca uno dei condotti mobili essa si
muoverà con velocità e sarà proporzionale alla portata. Appena entra nella girante quest’ultima
1 = −
risentirà del campo centrifugo tendendo ad assumere la velocità con una direzione
1 1 1
1
′ = ( )
inclinata rispetto quella di partenza rispettivamente di 1 1
′
chiamando con l’angolo costruito tra
1
l’inclinazione delle pale e la direzione tangenziale si
intuisce facilmente che solo nel caso in cui
′ = ′ il fluido non subisce brusche variazioni.
1 1 ∗
Quindi definendo come la portata volumetrica
′ = ′
per la quale si genera la condizione e
1 1
assumendo nulle le perdite concentrate in questa
condizione
Possiamo definire le perdite concentrate come ∗
( )
= −
Perdite di carico totali
∗
( )
= + −
∗
( )
= − − −
_ _
Rendimento idraulico della pompa 2 ∗ 2
( )
− − −
_ _
= = =
_ _
Il rendimento idraulico di una pompa è quindi funzione della portata, ma notiamo che nel caso in cui
la portata fosse nulla quest’ultimo comunque non si annulla
0,5 < < 0,9
22 2′
2 2 ∗ 2
( )
− − − −
2′
(2 )
2 2 2
=
22 2′
2
− 2′
(2 )
2 2 2 2
∗ 2
( ( )
= 0) − =
- se quindi
2
22 2
− 1
2
= = = 0,5
22 2
( = ) = 0
- Se tutto il lavoro si
_
trasforma in perdita e quindi
= 0
Il rendimento idraulico può anche essere definito come
= =
∗
Curve caratteristiche reali e ideali della pompa
Rendimento totale della pompa
Il rendimento totale è influenzato sia dal rendimento idraulico ma anche da un'altra serie di
rendimenti = ∙ ∙ ∙
Si può notare come per portare nulle il rendimento idraulico
non è nullo per il motivo visto sopra, mentre il rendimento
= 0 = 0
totale è nullo perché se allora
Problema della cavitazione
Ricordiamo che il problema della cavitazione si genera quando all’interno della pompa vengono a
generarsi delle bolle d’aria. Per verificare che la pompa non abbiamo problemi di cavitazione
facciamo sempre riferimento al parametro catalogato
>
per procedere alla verifica prendiamo una pompa in maniera schematica
=
0
2 02
0
+ + = + +
0
2 2
02
0
= = + +
0
2
02
0
− = + + −
0
2
02
− −
0
− = + = >
0
2
= (funzione della temperatura)
Se è verificata questa disuguaglianza allora abbiamo verificato che la pompa non ha problemi di
cavitazione.
Autoadescamento
È la capacità della pompa ad aspirare l’aria contenuta nella condotta d’aspirazione durante la fase di
avviamento della pompa. Una volta installata la pompa prima del suo avvio il corpo deve essere
pieno d’acqua e solo successivamente la pompa può essere messa in funzione.
Così facendo la girante crea forti turbolenze nel liquido all’interno della pompa generando una
depressione all’interno della condotta in grado di risucchiare l’aria, che essendo più leggera del
liquido verrà poi espulsa tramite un tubo di mandata e il liquido ritorna in circolazione.
Una volta estratta tutta l’aria la pompa si innesca e inizia il suo corretto funzionamento. Ma non
tutte le pompe sono in grado di autoannescarsi, ovvero non hanno la capacità di aspirare l’acqua dal
serbatoio per farla arrivare alla girante.
Regolazione della pompa Regolazione con valvola di strozzamento
Si può pensare di posizionare una valvola di strozzamento a mandata nel
caso di circuiti aperti (posizionarla in aspirazione potrebbe generare
problemi di cavitazione). Posizionare una valvola strozzamento fa si che si
aumenti la dissipazione dovuta all’attrito in modo che la curva
caratteristica dell’ impianto si appiattisca verso l’asse delle ordinate.
È la soluzione meno efficiente in quanto cresce il lavoro richiesto dalla pompa e parte di questo
viene perso nella valvola. Regolazione del numero di giri
Regolando il numero di giri si può variare il punto d’intersezione tra la curva caratteristica della
pompa e quella dell’impianto Regolazione per By-pass
La pompa è collegata tramite un altro circuito ad una valvola di by-pass nella quale
circola una portata aggiuntiva −
Nel caso in cui il by-pass viene aperto allora la pompa
deve alimentare due impianti e quindi si avrà che
+
− Sommando la curva dell’impianto a quello della pompa si ha
che il punto d’intersezione cambia. Anche in questo metodo si
ha un sur-plus di portata che spreca energia nella valvola.
Quindi il metodo più efficiente è la regolazione tramite il
numero di giri
Compressori volumetrici
Sono caratterizzati da un moto alterno dell’elemento pompante, il compressore è costituito da un
cilindro all’interno del quale scorre un pistone.
Il pistone si muove dal punto morto superiore (P.M.S) al punto morto inferiore (P.M.I) e quando
siamo in corrispondenza di questa ultima situazione ci troviamo nella zona di massimo volume che
corrisponde con il volume di cilindrata. 4
= ∙
4
( = )
Valvole Valvole automatiche
1. Valvola di aspirazione ha il compito di avviare la fase di aspirazione facendo entrare del
gas all’interno del cilindro, è incernierata sulla sinistra e in battuta sulla destra. È facile
notare che l’apertura di questa valvola si ottiene quando la pressione di aspirazione è
maggiore della pressione contenuta nel cilindro.
2. Valvola di mandata ha il compito di avviare la fase di mandata facendo
fuoriuscire il gas presente nel cilindro, è incernierata sulla destra e in battuta
sulla sinistra. È facile notare che l’apertura di questa valvola si ottiene quando la
pressione di mandata è minore di quella contenuta nel cilindro.
Confronto valvole automatiche e valvole comandate
Utilizzando le valvole automatiche abbiamo che l’aspirazione si
apre in 4 e si chiude in 1 mentre la mandata si apre in 2 e si chiude
in 3
Utilizzando invece le valvole comandata avremmo che
l’aspirazione si apre in 3 passa per 0 e si chiude in 1, mentre la
mandata si apre in 1 passa per 2’ e si chiude poi in 3.
Utilizzare delle valvole comandate è meno conveniente che usare le valvole automatiche perché le
prime richiedono più lavoro. Infatti prendendo ad esempio il caso dell’aspirazione con la valvola
comandata avremmo che in 1 la valvola si apre in maniera istantanea e quindi la pressione in un
istante passa da tutto questo con volume costante, spendendo di fatto il lavoro.
Ciclo ideale con volume morto nullo Tratto 0-1
La valvola di mandata è chiusa ed aperta la