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AVALCAVIA DELLA VIA LIMPICA
È un ponte a tiranti sottesi costruito nel 1958 per le Olimpiadi del 1960. È uguale al ponte sul Cerami in Sicilia
prima citato. Pilastro inclinato. Tirante sotteso con i cavi precompressi. I tiranti sono incapsulati nel calcestruzzo
dando l’idea di essere dei piedritti. Fanno un cappio murato all’interno della testata della trave.
P T E
ADIGLIONE A ORINO SPOSIZIONI
1959, costruito per l’esposizione del 1961. Morandi fa una
struttura a tiranti sottesi nascosti nel muro. La struttura è
elegante. Incrocia le travi con l’effetto di creare un intreccio, delle
nervature. Inoltre lascia le cerniere visibili dando un senso di
movimento. Questo è l’oggetto che più associamo al futurismo di
Morandi. Sembra sempre che le sue strutture siano degli atleti ai
quali viene scattata una foto in movimento che si fermano per un
attimo. Come gli atleti hanno i muscolo in tensione per rimanere
fine equilibrio, lo stesso le sue strutture. Padiglione Torino
M OTOITALIA
Realizza la Motoitalia per italia ’61. Era una rotaia che serviva a
far viaggiare questa piccola locomotiva sospesa. l’Italia veniva
rappresentata come un paese fortissimo, che si era ripreso
benissimo dalla guerra e che riusciva a invertasi cose
nuove.Morandi cerca di cambiare qualsiasi tipo di struttura,
anche la più semplice.
L’INVENZIONE DEL PONTE STRALLATO Motoitalia
Il ponte strallato non è stato inventato da Morandi, ma ci vide
molte potenzialità per le sue strutture. Punta a migliorare tutta la struttura presentando così un nuovo prototipo di
ponte strallato.
P P
ONTE DEL OLCEVERA
A Genova. Era lungo 1 km con luci di 20 metri, uno dei grandi in Italia. Si inventa un ponte strallato. È di cemento
armato tutto, anche il tirante. Soggetto a crollo poi nel 14 agosto 2018 dopo 51 anni di esistenza, sicuramente per
poca manutenzione. Il ponte crolla dove vi sono due tamponature della trave Gerber posta sulla pila 9. L’impalcato
nella rottura è saltato verso l’alto. L’idea del ponte nasce in Venezuela.
P M
ONTE SULLA LAGUNA DI ARACAIBO
La laguna di Maracaibo si trova in Venezuela e in quegli anni vi era il dittatore Jiménez a capo. Giovanetti pensa di
esportare il brevetto di Morandi all’estero, decidono di partecipare al concorso per l’appalto di un ponte enorme
nel 1956. C’era la previsione di farci una grande autostrada. Quindi su questo ponte si decide già di prepararlo per
poter ospitare l’autostrada. Rimanendo nelle sue competenze anche qui presenta un ponte ad arco con gli archi
costruiti in verticali e poi fatti ruotare. Alla fine questo ponte non si fa perché il dittatore voleva qualcosa di più
iconico che potesse diventare il simbolo del Venezuela. Dedice che la luce centrale deve essere di 400 metri per il
passaggio delle petroliere, a differenza dei 180 metri iniziali.
Morandi presenta alla seconda fase di concorso un ponte strallato di 400 metri. Il problema del ponte era che
aveva un pila e dei tiranti simmetrici rispetto all’antenna, i carichi ovviamente devono essere presollecitati
perfettamente. I problemi che nascevano d questo tipo di ponte erano due: gli trulli si allungano regolarmente e
linearmente con il passaggio dei carichi e creare coì un moto di fatica portando a rottura, l’altro problema era che
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ci doveva passare la ferrovia. La ferrovia avrebbe portato un carico dinamico importante e quindi si sarebbe
dovuto inventare un modo per irrigidirlo. Inoltre consideriamo che stava su una laguna e che il sale avrebbe
corroso i materiali. Seconda versione del ponte a Maracaibo
Fa un pilone altissimo di 150 metri snella e fina e si allarga appoggiando a terra. Tra un pilone e l’atrlo, che distano
400 metri, fa partire due stralli laterali costruendo un sistema bilanciato triangolare. Al centro viene posta una trave
Gerber. L’immagine rievoca quella della foto del Firth of Four. Per fare il ponte usa una centina Cruciani e il
ponteggio innocenti. Il sistema della trave è precompresso in alcune parti che coinvolge tutto l’impalcato. Lo strallo
viene fatto da dei cavi di acciaio inseriti all’interno dei tubicini per ridurre la fatica. Questo perchè quando il tirante
si allunga l’azione di tiro si esercita su una sezione più grande provocando un allungamento molto più piccolo.
Viene precompresso così che entra in coazione con i cavi e riduce le deformazioni complessive. Morandi vince
l’appalto nel 1957, ma non sapeva come costruirlo. Di ben chiaro aveva solo come fare il tirante dello strallo.
Fortunatamente, la dittatura cade ed entra un presidente, Betancourt, al capo del Venezuela che decide di fare il
ponte con una luce di 200 metri e non 400, poiché non era necessario e sarebbe costato meno, inoltre il passaggio
delle navi era possibile pure nei 200 metri di luce e leva la ferrovia.
Morandi così rientra nella sua comfort zone di lavoro e rifà il progetto, il terzo, a maggio del 1958. Viene fuori un
ponte di 5 luci da 235 metri. Propone sempre un sistema triangolare equilibrato. Le pile vengo fatte con una
configurazione a X e invece quelle centrali più alte hanno una geometria diversa, che consente di creare degli
appoggi intermedi per la lunga trave. Il sistema del cavo di precompressione è fatto da tanti cavi inseriti in dei
tubicini, 63 cavi in tutto lavorati con il martinetto M4, inseriti poi in una capsula in ferrocemento. Alla fine non vi
saranno più i tubicini, era una sezione piena di calcestruzzo che coinvolge i cavi di acciaio. Anche la guaina, che
contiene i cavi, dovrà essere in compressione perché altrimenti non reggerebbero i movimenti. Quindi una guaina
che coinvolge altre guaine che contengono i cavi. Lo strallo si vede che è fatto dello stesso materiale, quindi sarà
un ponte strallato omogeneizzato in cemento armato
precompresso.
La pila centrale è composta da una grande antenna a forma di V
rovesciata che supera l’impalcato di 50 metri. È collegata da un
traverso all’altra antenna dall’altra parte. Sono collegate tra di
loro le antenne da elementi trasversali che non dovrebbero avere
a che fare con l’impalcato. Quest’ultimo è sostenuto solo dagli
stralli che partono dalle antenne e da questi elementi inclinati
verso l’esterno che vanno formando delle X.
Il cantiere è molto complicato, vengono coinvolte diverse Versione finale della pila centrale
imprese tedesche da cui Morandi impara tantissimo. Si farà un
palo provvisorio nella laguna, si dispone una vera e propria trave
di acciaio e su questa viene fatto il getto di cemento armato precompresso. Tutte le parti sono predisposte prima a
terra e poi portate in cantiere già assemblate. Cassaforme rampanti, ovvero sale mano mano che il cantiere
avanza.
Finita l’antenna, nessuno vuole attuare il sistema dei cavi progettato da Morandi perchè nuovo. Fanno un
normalissimo cavo in acciaio con il Brevetto Felten&Guillelme. La protezione messa sui cavi sarà in acciaio e
saranno liberi. Morandi rimase molto stizzito da questa scelta di costruzione, tanto che ometterà sempre come il
ponte verrà costruito effettivamente. Venne inaugurato nel 1962. I cavi furono sostituiti parecchie volte per via della
corrosione, come aveva previsto Morandi.
V P
IADOTTO SUL OLCEVERA
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Ci troviamo a Genova 1960-64. Morandi ci vide il riscatto
rispetto al ponte di Maracaibo che non era stato
realizzato come voleva. Il progetto che presenta è lo
stesso. Partecipa con l’impresa Condotte nel 1959
all’appalto.
C’è da superare un sacco di problemi: un parco
ferroviario, un quartiere già esistente alto, un’altro parco
ferroviario, poi il fiume e solo alla fine si poteva arrivare
alla galleria. Il parco ferroviario impediva l’inserimento di
qualsiasi struttura soprastante, quindi la costruzione
doveva avvenire senza interrompere l’attività dei treni. La
luce tra un pila e l’altra è di 208 metri. Lo riduce a sole tre
campate rispetto a quello di Maracaibo. Anche le piccole
impalcatine sono leggermente diverse, collegate da travi Gerber di 36 metri. L’impalcato sta a 50 metri dalla strada
perché deve superare il quartiere. Tre pile speciali, la 9 10 e 11, che sono praticamente identiche tranne per la 11
che appoggia poi a terra direttamente sulla camionabile, la 9 è quella vicino al fiume.
L’antenna sottile che sostiene i due stralli, che sostengono la trave in precompresso. Vi sono poi 4 elementi sotto
l'impalcato fatti ad H, due sono visibili e due si nascondono. Il sistema bilanciato triangolare che tiene due Gerber
per bilanciare. L’antenna si collega a quella dall’altro lato tramite un traverso. Da questo traverso partono gli stralli.
Il contatto con l’impalcato si verifica solo all’estremità degli stralli e tra i puntoni inclinati. Decide di fare comunque
lo strallo omogenizzato per far si che non si rovini. Gli stralli si biforcano poi per render più leggera la visione.
Le pile vengono realizzate con un ponteggio innocenti con cemento armato gettato. Anche gli elementi ah H sono
realizzate con tubi innocenti. Vengono costruite le pile a partire dalla galleria e poi la 11 la 10 e la 9. Per realizzare
le travi Gerber viene utilizzata una tecnica tutta nuova, a poco poco. Sfrutta un sistema tedesco in
precompressione temporaneo per il cantiere. Monta dei cavi di precompressione esterni che viaggiano sopra
l’impalcato che reggono i conci che mano a mano vengono preparati. Si va sbalzo con questa macchinetta che si
attacca a quello che era già costruito e aggiungeva. Costruiscono in aria.
Nel sistema di Morandi rimangono esterni i cavi di
precompressione e poi vengono levati una volta
finito il ponte, a differenza di quello tedesco che
rimangono nella struttura. Anche quando verranno
montanti i tiranti permanenti prima verrano messi
quelli temporanei. La guaina dei tiranti viene fatta
partendo dal basso, aggiungendo conci da 4 metri,
lasciando un po di spazio nel quale poi verrà
inserito il commento di malta. Viene fatto a mo di
una collana di perle, che vengono strette tra loro
mano a mano tirando i cavi, precomprimendo il
calcestruzzo. Si predispone con un carro ponte il
montaggio delle travi da 36 metri una volta finiti gli
stralli. I cavi da precompressione sono tutti da
mezzo pollice, montati con il brevetto M5.
L’inaugurazione avviene nel 1967.
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mercoledì 22 maggio 2024
C P G
ROLLO DEL ONTE DI ENOVA
Il 14 agosto del 2018 la pila 9 crolla. Il ponte si rompe
lato mare verso Genova, sulla sommità della pila. Si
rompe l’antenna e i quattro elementi a H che stavano
nella base. L’impalcato si è ribaltato nella caduta. Lo