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ERGONOMIC ASSESSMENT: INDICI DI RISCHIO

Come già detto, oltre a considerare i 7 principi, affinché un’attività (task) possa essere definita ergonomica si deve effettuare

l’Ergonomic Assessment calcolando degli appositi indici di rischio per ogni specifico task. Gli indici che considereremo

noi sono quelli contenuti nella ISO – 11228, richiamati dal decreto-legge Dlgs.81/2008.

L’ISO – 1228 tratta la movimentazione manuale dei carichi ed è composto da 3 paragrafi:

UNI ISO – 11228-1: presta attenzione al sollevamento e al trasporto dei carichi. In particolare, suggerisce l’utilizzo

dell’indice NIOSH per il sollevamento e Snook & Ciriello per il trasporto dei carichi.

UNI ISO – 11228-2: presta attenzione alle attività di traino e spinta di contenitori dotati di ruote (tipico dell’area

magazzino). In particolare, suggerisce l’utilizzo di Snook & Ciriello, ovvero un metodo che prevede

l’utilizzo di apposite tabelle per il calcolo degli indici di rischio per il traino e la spinta.

UNI ISO – 11228-3: presta attenzione a tutte le attività caratterizzate da pesi bassi, ma molto frequenti (tempi ciclo brevi).

In particolare, indica l’utilizzo dell’indice OCRA e altri

NB: La normativa non indica un metodo/indice preciso da utilizzare, ma ne specifica diversi, concedendo all’analista di

utilizzare quello più opportuno in base al contesto.

SVILUPPO TEMPORALE DEI METODI PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO (DELLA ISO – 11228)

1970 - Scala di Borg: prevede di richiedere ad un operatore il suo livello

⇨ di affaticamento rispetto ad una scala numerata; tuttavia, la percezione

soggettiva degli operatori non garantiva correttezza e precisione.

1977 - OWAS: l’acciaieria di OWAS aveva riscontrato dei disordini

⇨ muscolo scheletrici che portavano malesseri e infortuni agli operatori

peggiorando il livello di assenteismo. Per questo ebbe la necessità di

sviluppare un metodo per verificare l’ergonomia del lavoro.

1981 – NIOSH: la società americana NIOSH elaborò un nuovo metodo

⇨ per il sollevamento di carichi

1991 – Snook and Ciriello: i due americani elaborarono un’altra tecnica destinata al traino e alla spinta di carrelli

⇨ dotati di ruote.

1993 – RULA: è una modifica dell’OWAS in cui ci si concentra sugli arti superiori del corpo (collo, mani, testa, …)

⇨ 1995 – Strain Index: indice adatto con tempi ciclo molto brevi ed elevata ripetitività

⇨ 1996 – OCRA: metodo di origine italiana

⇨ 2000 – REBA

⇨ 38

PRINCIPI ERGONOMICI

6.2 CONSIDERAZIONE DELLE STATURE

1. La norma considera l’impatto che le diverse stature hanno sulla postazione di lavoro e indica che bisogna permettere

agli operatori di lavorare il più possibile con le mani all’interno di un’area ottimale (che varia al variare dell’altezza

degli operatori). Le postazioni devono essere regolabili (sia quelle da seduti che quelle in piedi) per garantire il

ribilanciamento delle altezze e adattarsi a seconda delle esigenze dell’operatore che la sta utilizzando. Nel caso questo

non fosse possibile, bisogna posizionare le attrezzature considerando l’altezza dell’operatore medio che lavora nella

postazione.

CONTROLLARE LA GRANDEZZA DEL CAMPO DI PRESA

2. Per il Most tutte le aree evidenziate sono within rich, ma alcune di queste sono più ergonomiche rispetto alle altre

(dalla zona C alla zona A ri riduce l’ergonomia):

A – campo di presa massima: zona raggiungibile distendendo

⇨ completamente le braccia.

B – campo di presa ottimale: zona raggiungibile senza distendere

⇨ completamente le braccia, tenendole abbastanza vicine al tronco.

C – spazio per entrambe le mani: zona in cui entrambe le mani riescono ad

⇨ interagire bene.

NB: le dimensioni delle zone dipendono dalla lunghezza delle braccia della persona, quindi, anche a questo scopo la

postazione deve essere adattabile (le misure in figura sono state ottimizzate per una donna con statura di 1,66 m).

OTTIMIZZARE LA DISPOSIZIONE DEI CONTENITORI DEI PEZZI E IL FLUSSO DI MATERIALE

3. È necessario ottimizzare la disposizione di materiali e strumenti, privilegiando l’area più

comoda; fintanto che c’è spazio nell’area within rich è opportuno collocare i contenitori dei

pezzi al suo interno, cercando di evitare di posizionare oggetti nello spazio retrostante la

postazione, a meno che non sia per forza necessario, a causa dell’esaurimento dello spazio.

EVITARE POSTI DI LAVORO SOPRA L’ALTEZZA DEL CUORE

4. Per non affaticare troppo l’operatore l’altezza di presa non dovrebbe mai superare il livello del cuore. Infatti, uno

spostamento del braccio che va troppo sopra al livello del cuore è ritenuto dannoso se viene ripetuto per tante volte.

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FARE ATTENZIONE AI CAMPI VISIVI

5. È necessario ottimizzare la disposizione di materiali e strumenti, collocando nel campo visivo più ristretto (di fronte

all’operatore), quindi più ergonomico, quelli più utilizzati. Questo perché maggiore è l’angolo in cui si trova l’oggetto

all’interno del campo visivo e maggiore l’operatore si affatica. L’angolo ottimale corrisponde a 15°.

ADATTARE L’INTENSITÀ LUMINOSA

6. Il banco di lavoro deve essere sempre adeguatamente illuminato con

opportuni strumenti di illuminazione che devono essere sempre situati

sopra la testa dell’operatore. L’intensità luminosa standard, richiesta

tipicamente in un banco di assemblaggio, è pari a 500 lux; tuttavia, per

compiti che richiedono una maggiore precisione e concentrazione questo

valore deve essere compreso tra 1000-1500 lux.

REGOLARE CORRETTAMENTE I MEZZI DI LAVORO

7. Il banco di lavoro deve essere liberamente regolabile in altezza, profondità ed inclinazione degli oggetti dall’operatore.

L’adattamento deve essere effettuato direttamente dall’operatore, che prima di iniziare a lavorare deve autoregolarsi

la postazione (non deve essere il capo reparto o un’altra figura a farlo al posto suo).

Misure di un tipico banco di assemblaggio

In seguito, viene riportato un esempio di un tipico banco di assemblaggio con

dimensioni standard: 1200 di lunghezza del banco e 800 di profondità. Le altezze

variano se si lavora in piedi (dipende dall’altezza dell’operatore) o da seduti

(varia da 65 + 40/50 a seconda dell’altezza della sedia).

Banchi di lavoro automatici

Nei banchi di lavoro più moderni la regolazione avviene automaticamente premendo dei pulsanti (non è necessario uno

sforzo da parte degli operatori) o in alcuni, addirittura, tramite un badge, possono memorizzare e riprodurre le misure

dell’operatore.

Realtà aumentata

Negli ultimi tempi vengono utilizzati degli occhiali di realtà aumentata, grazie ai quali l’operatore può visionare le

istruzioni di assemblaggio mentre lavora. Non tutti gradiscono portare occhiali di questo tipo, mentre altri riscontrano

un beneficio immediato. 40

METODI PER IL CALCOLO DEGLI INDICI DI RISCHIO

6.3

CLASSIFICAZIONE DEI METODI

I metodi si distinguono in diverse famiglie, in base a quando devono essere applicati; queste classi possono essere:

Metodi di valutazione dello sforzo percepito (Perceived exertion evaluation methods): prevedono di richiedere

⇨ direttamente agli operatori un giudizio sul livello di sforzo che percepiscono. Questi, tuttavia, non sono più molto

utilizzati perché le valutazioni sono molto soggettive. Il principale metodo di questa categoria è la Borg Scale.

Metodi rapidi di targeting posturale (Fast postural targeting methods): valutano velocemente la postura di un

⇨ operatore durante l’esecuzione di un task per identificare eventuali rischi muscolo-scheletrici. I principali metodi di

questa categoria sono: OWAS (valuta tutto il corpo dividendolo in distretti), RULA (si concentra sugli arti superiori),

REBA (valuta tutto il corpo con cambiamenti frequenti di postura).

Metodi di valutazione dei movimenti ripetitivi (Repetitive movements evaluation methods): dedicati alla

⇨ valutazione di attività che prevedono la manipolazione di oggetti e strumenti leggeri e richiedono movimenti molto

ripetitivi (tempi ciclo molto bassi), soprattutto negli arti superiori (utili quando l’operatore lavora seduto o in piedi

utilizzando principalmente gli arti superiori). I principali metodi di questa categoria sono: Strain Index e OCRA

Metodi di valutazione del sollevamento manuale (Manual lifting evaluation methods): dedicati alla valutazione di

⇨ attività che richiedono la movimentazione di carichi. I principali metodi di questa categoria sono: NIOSH (per

attività di sollevamento di carichi) e Snook & Ciriello (per attività di traino e spinta di contenitori dotati di ruote).

NB: A seconda del contesto in cui ci si trova (ambito, settore, …) alcune tipologie di metodi sono più ideali di altre.

TECNICHE UTILIZZATE PER LA RACCOLTA DATI

Questionari di autovalutazione (autodichiarazioni dei lavoratori):

prevedono di richiedere ad un operatore la sua opinione sul livello di sforzo

percepito durante un’attività (possono essere utilizzati per la scala di Borg).

Hanno tuttavia dei problemi per quanto riguarda la soggettività degli

operatori; ognuno, infatti, può percepire lo sforzo in modo diverso.

Metodi osservazionali: si basano sulla semplice osservazione del lavoro e,

perciò, necessitano di minore tempo e minori costi. Per questo sono molto

utilizzate nel quotidiano nel campo industriale. Si dividono tra:

a. Schede proforma: permettono ad un analista di fare un intervista semi-strutturata agli operatori per definire

il rischio ergonomico e le priorità di intervento;

b. Supporto video o software dedicati che, a posteriori (quando l’operatore ha già finito il task), permettono la

valutazione della variazione posturale per attività dinamiche;

41

Elettromiografia: si basa sull’utilizzo di sensori elettromiografici posizionati sui muscoli, che permettono di

misurare la risposta di questi ultimi a dei test (misura della fatica muscolare). Questo metodo è ritenuto piuttosto

invasivo, perché necessita di un’equipe di medici e ingegneri.

Simulazione virtuale: permette di valutare virtualmente un’attività tramite una simulazione studiata appositamente.

Motion Capture System: permette di rilevare i movimenti degli operatori con apposite strumentazioni al fine di

valutare il livello di rischio di un’attività. Questo metodo è in fase di sperimentazione.

NB: gli ultimi 3 metodi permettono una valutazione più precisa, tuttavia, richiedono maggiori conoscenze e più tempo;

per questo sono ritenute molto invasive per essere utilizzate nel quotidiano ne

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I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher _Deme_ di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Impianti industriali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Battini Daria.
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