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TC E COVID
Nelle fasi iniziali del covid grazie alla TC, sono visualizzabili delle opacità a vetro smerigliato che compaiono diffuse in tutto il parenchima, evolvono e diventano più centralizzate e pian piano aumentano di densità sino ad arrivare alla vera e propria considerazione parenchimale.
Grazie ad una diagnosi differenziale possiamo differenziare una polmonite batterica che di solito è monolaterale da una polmonite da covid che è bilaterale.
In questo periodo le radiologie hanno permesso di svolgere analisi specifiche dei pazienti prevedendo anche se un paziente avrà in futuro bisogno di ventilazione o meno e quindi si è in grado di quantificare la capacità polmonare del paziente e con l'intelligenza artificiale si è potuto dare informazioni più efficaci.
Sono riportati casi di polmonite asintomatica tra i pazienti con infezione da COVID-19 diagnosticata con RT-PCR e confermata alla TC.
Rispetto alla RX, la TC
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permette di valutare l'estensione della malattia, aiutando a stratificare i pazienti in base al rischio prognostico. La combinazione di RT-PCR e caratteristiche tipiche all'imaging TC insieme ad altri parametri quali la storia di esposizione, i sintomi clinici, gli esami ematochimici e l'evoluzione del quadro clinico sono fattori che possono aumentare il grado di sensibilità, specificità e accuratezza, in termini diagnostici.
MEZZI DI CONTRASTO
Si passa da tecnica anatomica a tecnica funzionale. L'utilizzo di mezzi di contrasto e la possibilità di acquisire immagini con alta risoluzione temporale ha permesso lo sviluppo dell'acquisizione TAC dinamica.
Si fa una TC senza mezzo di contrasto e dopo somministrazione si faranno delle scansioni successive che permettono di valutare l'arrivo del mezzo e la sua eliminazione. In questo caso il marcatore è la perfusione. Prima la concentrazione è maggiore nel sangue poi va negli
organi e infine nel sangue,
Di solito questa tecnica è utile nella TC cerebrale perché permette di valutare una serie di biomarcatori come il tempo di picco (massima quantità di mdcd nel tessuto), il tempo transito medio (aumenta se il sangue scorre meno ed è quindi più lento), il volume ematico cerebrale medio e il flusso ematico cerebrale; questo permette di identificare regioni di interesse.
Lo studio e la quantificazione di questi parametri è fondamentale nell'identificazione di un'ischemia. All'inizio il cervello cerca di autoregolarsi e bilanciare la mancanza di perfusione ma dopo un po' questi meccanismi di compensazione cessano e si visualizza un danno. Facendo la TC al paziente possiamo scoprire in che stadio siamo della patologia.
Nello stadio 1, mentre il MTT continua a salire all'aggravarsi dell'ipoperfusione cerebrale, la vasodilatazione riflessa determina aumento del CBV, così mantenendo i valori di
CBF entro normali limiti;- lo stadio 2 è caratterizzato da esaurimento della riserva cerebrovascolare: la vasodilatazione è massima, il CBV non può aumentare ulteriormente, così alla riduzione del CBF corrisponde un aumento della frazione di estrazione dell'ossigeno;- lo stadio 3 infine è caratterizzato dall'esaurimento di tutti i meccanismi di compenso, si assiste alla caduta del CBF e del CBV ed alla inevitabile morte cellulare.
ANGIO-TC L'angio-TC mette insieme TAC con angiografia → tecnica che opacizza i vasi iniettando mdc che rimane all'interno dei vasi. Questo è un esame complementare alla perfusione-TC, permette di osservare i vasi. Iniettando il mezzo di contrasto nel vaso posso ottenere un'immagine in cui si apprezza una riduzione della perfusione dovuto ad un'occlusione dell'arteria e dopo 24h di trattamento con il fibrinolitico si nota come l'occlusione è stata ripristinata.
La perfusione.
IMAGING DEL FEGATO
Lo studio del fegato è complicato perché l'organo in questione ha un doppio apporto vascolare (arterioso con l'arteria epatica e venoso con la vena porta). Dopo la somministrazione del mezzo di contrasto si vedrà una fase arteriosa dove vedo il mezzo solo nell'arteria e una fase portale che descrive la parte relativa all'apporto venoso. L'imaging del fegato va effettuato a diverse fasi: prima di mdc, fase arteriosa, fase portale e fase venosa reflua. L'arrivo e l'eliminazione del mdc sono diversi in base alla patologia → diagnosi differenziale. Le macchine più recenti consentono di studiare il fegato molto velocemente (pochi minuti per tutto l'organo) consentendo di ottenere immagini assai dettagliate. Questo esame del fegato include quattro fasi:
- la fase a vuoto, dove il fegato viene analizzato senza mezzo di contrasto;
- la fase arteriosa: il mezzo di contrasto (iniettato
Genera fasce alternate di compressione e rarefazione del mezzo attraverso cui l'onda acustica viene trasmessa. Il trasduttore è un cristallo piezoelettrico, cristallo che se riceve energia elettrica, vibra ed emette ultrasuoni. Gli ultrasuoni attraversano i tessuti e vanno a finire su una superficie, che è l'interfaccia fra due tessuti che hanno un'impedenza acustica diversa; parte di questi ultrasuoni sono riflessi e tornano indietro sul trasduttore. Il trasduttore, quando riceve gli ultrasuoni, vibra di nuovo per effetto dell'ultrasuono riflesso, vibrando produce una corrente elettrica che verrà rilevata. Quindi il cristallo se riceve corrente elettrica vibra emettendo ultrasuoni, se riceve ultrasuoni vibra e produce corrente elettrica. Il tempo intercorso tra l'emissione dell'ultrasuono e la captazione dell'ultrasuono riflesso, ci darà un'informazione sulla profondità alla quale è avvenuta la riflessione.
La dimensione dell'impulso riflesso, cioè l'ampiezza, determinerà invece l'impedenza e la brillantezza, cioè altri parametri che serviranno per creare il contrasto nelle immagini. In corrispondenza dei punti di passaggio tra tessuti ad impedenza acustica diversa, una parte del fascio viene trasmessa e una parte viene riflessa. Questi punti si chiamano interfacce. Uscendo dall'organismo l'ultrasuono passerà in un certo momento dalla pelle all'aria, in questo caso il 99% dell'onda acustica viene riflessa indietro → simette un gel tra la sonda e la superficie corporea. Il gel mantiene la stessa impedenza del tessuto e permette la trasmissione dell'ultrasuono dal tessuto fino al cristallo piezoelettrico; senza il gel la maggior parte dell'impulso tornerebbe indietro e non raggiungerebbe il cristallo. Passando invece dal tessuto all'osso succede il contrario: la maggior parte dell'ultrasuono vieneTrasmesso nell'osso stesso e ne viene riflessa poco meno della metà. L'ecografia sfrutta l'effetto piezoelettrico dei cristalli che vibrando a mano a mano, emettono impulsi in maniera sequenziale e scansionano punto per punto un'area. Prima si attivano dei cristalli, poi i successivi e così via muovendosi come una finestra ed emettendo ultrasuoni che potranno avere diverse frequenze. A seconda della frequenza gli ultrasuoni saranno più o meno penetranti nel tessuto: l'alta frequenza degli ultrasuoni produce una minore penetrazione e quindi si potranno vedere solo le strutture superficiali; le frequenze più basse permettono di vedere le strutture più interne. Anche la geometria dei cristalli fa cambiare il tipo di immagine che possiamo ottenere: - una geometria lineare dei cristalli produrrà un'immagine rettangolare di tessuti superficiali - una disposizione curva dei cristalli produrrà un'immagine a cono
di strutture più interne Quando gli ultrasuoni attraversano i tessuti, pian piano perdono energia, infatti si dice che l'ultrasuono viene attenuato, cambia l'altezza dei picchi. L'attenuazione si verifica soprattutto perché una parte dell'ultrasuono è riflessa, una parte viene trasmessa ma rifratta e solo una piccola parte viene trasmessa in maniera lineare. Un sistema ecografico standard si compone di: - un computer che elabora le immagini - una sonda (che contiene il cristallo) che può essere di tipo convex o di tipo lineare, utilizzati a seconda del tipo di immagini che vogliamo ottenere SEGNE DA APPUNTIBCOGLIOMAG Gli ultrasuoni, a differenza delle radiazioni elettromagnetiche ionizzanti, non producono danni ai tessuti biologici. L'unico effetto che possono causare è di riscaldare, per cui sono impiegati per valutare fasi delicate come la gravidanza, cioè lo sviluppo dell'embrione e poi del feto. VARIABILILe variabili che sono utilizzate per costruire l'immagine ecografica sono:
- L'impedenza acustica: è una proprietà caratteristica di ogni mezzo, che misura la resistenza opposta dal mezzo al passaggio degli ultrasuoni. Maggiore è l'impedenza acustica, maggiore è la resistenza del mezzo.
- Velocità di propagazione degli ultrasuoni nel mezzo: è la distanza percorsa dall'onda nell'unità di tempo. A seconda del tipo di tessuto il tempo intercorso tra l'emissione e la riflessione dell'ultrasuono cambierà in base proprio alla velocità di propagazione. La velocità di propagazione dipende da:
- Densità del mezzo
- Proprietà elastiche del mezzo
La velocità è espressa in metri al secondo. Se il mezzo è omogeneo, la velocità è costante ed è proporzionale alla densità; per esempio l'osso, che è il tessuto più denso.
Ha sia l'impedenza acustica che la velocità di propagazione maggiori. L'impedenza acustica è fondamentale per la formazione dell'eco ed è direttamente proporzionale alla densità e alla velocità del suono; quindi maggiore è la velocità, maggiore è la resistenza.