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PROTEZIONI
Ripari mobili: sempre accoppiati con dispositivi di sicurezza
Ripari fissi: non per forza accoppiati a dispositivi di sicurezza
Ripari a chiusura automatica: riparo mobile azionato da un elemento della macchina
Riparo regolabile: fisso o mobile, regolabile allo scopo di limitare l’accesso alle parti di
elementi mobili
dispositivi FOPS e ROPS: cellule protettive progettate strutturalmente da resistere in
caso di ribaltamento della macchina, in modo da evitare che l’operatore sia
schiacciato dalla massa (in questo caso dei cingoli). Si hanno sistemi di protezione da
caduta(FOPS) o ribaltamento(ROPS). Queste cellule sono marcate CE, quindi il
progettista fa test strutturali per verificare la resistenza di questi dispositivi. Le lame in
figura hanno un coperchio che si apre al momento dell’utilizzo, mantenendo però
coperta la parte dove l’operatore può entrare in contatto con la lama.
(vedere slide 7 8 e 9)
6 – VALUTAZIONE DEI RISCHI: METODI E STRUMENTI
Rigenerazione (Revamping): parto da un sistema che esiste fisicamente e lo
rigenero. Solitamente interventi di carattere protettivo.
Processo di analisi dei rischi è un flusso logico più o meno sempre uguale in tutti i
campi.
È importante dividere i rischi in 3 macrocategorie:
Per ognuna delle 3 sorgenti di rischio (Tecnologica, Gestionale-organizzativa, Umana)
gli strumenti per l’analisi di sicurezza variano da qualitativi a quantitativi:
1) Sorgente tecnologia
Qualitativi:
Quantitativi:
2) Sorgente gestionale- organizzativo
Qualitativi:
3) Sorgente umana
Qualitativi:
Quantitativi:
Ci sono 2 approcci:
- Deduttivo: si ipotizza l’evento finale (incidente) e si ricercano gli eventi e le
cause che lo hanno provocato (analisi ad albero dei guasti)
- Induttivo: si ipotizza e si valuta la frequenza e la conseguenza del guasto di un
componente o la deviazione di un processo. L'analisi successiva identifica gli
eventi che tale guasto potrebbe verificare e si arriva a conoscere il possibile
incidente. (analisi dei modi di guasto e dei loro effetti o analisi ad albero degli
eventi)
7 – RICHIAMI DI AFFIDABILITA’ DI COMPONENTI E SISTEMI
L’affidabilità (R) è un valore che va da 0 a 1, mentre l’inaffidabilità (F) è il suo
complemento a 1. Con l’andare del tempo l’affidabilità del componente diminuisce e
aumenta la sua inaffidabilità. In figura un esempio su dei computer, per i quali al
tempo t=0, sono tutti affidabili (R=1), cioè
tutti mantengono le prestazioni ad un certo
livello. Con l’andare del tempo l’affidabilità
diminuisce e aumenta l’inaffidabilità.
Molto spesso si pensa che l’affidabilità
riguardi solamente la fase d’uso del
prodotto, in realtà riguarda anche tutte le
fasi del processo produttivo, come la
progettazione, la produzione, il collaudo e
la manutenzione. Questo perché errori
commessi in queste fasi portano
all’inaffidabilità del prodotto.
Seguire un approccio statistico significa partire da dati, raccolti in istogrammi, e infine
fare una rappresentazione di tipo discreto dell’andamento di guasto di un sistema. Se
densità di
faccio l’interpolazione dell’istogramma, la curva interpolante è chiamata
probabilità di guasto , f(t), che dice quanto frequentemente un componente si può
rompere a un tempo t. E’ la derivata dell’inaffidabilità rispetto al tempo.
λ
Tasso di guasto
Un altro parametro fondamentale è il , , che ci fornisce un indice
t
sulla velocità con cui un componente si guasta, cioè è espresso dal rapporto tra il
numero di guasti che si possono verificare su un componente rispetto al milione di ore
o cicli (unità di misura è guasti/ora).
La Bathtub curve indica l’andamento del tasso di guasto nel tempo e mostra che
nella prima parte il tasso di guasto
è elevato a causa della mortalità
infantile. Poi tende ad essere
costante. Questa curva riguarda
quindi i componenti non dipendenti
dal tempo e quindi componenti
elettrici. Se dovessimo disegnare la
curva dell’andamento del tasso di
guasto per componenti meccanici,
non ci sarebbe nessuna zona in cui
il tasso di guasto è costante, ma
subito dopo la zona di mortalità infantile, la curva tenderebbe a risalire. Ricordiamo
che il tasso di guasto è molto utile per calcolare l’affidabilità nel tempo.
MTTF (Mean time to failure): tempo medio al guasto, i prodotti si rompono e finiscono
la loro vita e indica dopo quanto tempo si preveda che avvenga il danneggiamento.
MTBF (Mean time between failure): è riferito a componenti riparabili, e indica quanto
tempo intercorre tra due guasti
MTTR (Mean time to repair): tempo medio al ripristino, alla riparazione di un oggetto.
Indica il tempo di indisponibilità di un sistema a causa di un guasto.
Per il MTBF, essendo un componente riparabile, devo tener conto del tempo tra un
guasto e un altro, sia del tempo necessario a riparare il guasto.
Dall’analisi dati (reperibili tramite database commerciali, sperimentazione), tiro fuori
l’istogramma, identifico la curva , cioè la distribuzione statistica che meglio
rappresenta il fenomeno affidabilistico e con la quale valutare l’andamento dei
parametri affidabilistici visti prima. Possiamo avere istogrammi diversi (normale,
esponenziale, weibull).
componenti di un gruppo treno soggetti a prova
ESEMPIO:
A 45k km, ho un cedimento, a 50k km 3 e così via. Mettendo i dati su un istogramma,
l’andamento dei guasti è gaussiano. Se vado a calcolare il tasso di guasto,
l’andamento è esponenziale. Quindi nella curva della vasca da bagno, vediamo che
siamo nella zona più a destra, infatti i componenti valutati sono freni, che si rompono
per usura.
I sistemi sono dati però da più componenti messi assieme. Passiamo dall’affidabilità
del componente all’affidabilità del sistema. possiamo definire i sistemi in serie,
parallelo standby e complessi.
Sistemi in serie
- : sono come una catena fatta ad anelli, se un anello si rompe la
catena non funziona più. Quindi se devo calcolare
l’affidabilità di un sistema in serie, questa è uguale al
prodotto di tutte le affidabilità dei singoli componenti.
Se un componente ha affidabilità 0, l’affidabilità del
sistema è 0.
In questo grafico è possibile notare che, a parità di affidabilità
del componente, all’aumentare del numero di componenti
diminuisce l’affidabilità.
I sistemi in serie, per essere tali, devono soddisfare 3 ipotesi:
- tasso di guasto sia costante nel tempo
- il guasto di un componente sia indipendente dagli altri
- il guasto di un componente provoca il guasto del sistema
Questi sistemi sono da evitare quando possibili
Sistemi in parallelo
- : sono sistemi più sicuri in quanto significano una ridondanza di
componenti.
Le ipotesi da fare perché un sistema sia da
considerare parallelo sono:
- tasso di guasto dei componenti costante
nel tempo
- guasto di un componente indipendente
dal guasto degli altri
Per quanto riguarda questi sistemi il
grafico riporta sulle ascisse l’affidabilità
del componente e sulle ordinate le affidabilità
del sistema. Si vede che aumentando il
numero di componenti in parallelo,
aumenta l’affidabilità del sistema, a parità
di affidabilità dei singoli componenti. Se
inoltre l’affidabilità dei componenti
aumenta, aumenterà anche l’affidabilità
del sistema
Sistemi standby
- : In questo caso il sistema deve
saper riconoscere il guasto di uno o più componenti ed
intervenire mantenendo inalterate le sue prestazioni.
Quindi vengono messi i componenti in parallelo e
quando uno non funzione si attiva l’altro.
-
Sistemi complessi : In questi sistemi è difficile
trovare i componenti in serie o in parallelo, in
quanto i componenti sono collegati in modo
complesso. Teorema di Bayes
Per questi si può usare il :
“l’affidabilità di un sistema complesso può essere ricavata da una
il postulato dice
somma di affidabilità condizionate”
Ci sono anche altri metodi:
Diagramma causa-effetto Chiamato anche fishbom
diagram(a lisca di pesce). È
usato quando a partire da
un evento di guasto che nasce
in un sistema, voglio cercare
di capire le cause e concause
che hanno portato a
quell’evento. L’effetto è la
lisca del pesce, le lische
sono le cause.
Procedura:
1) definire il problema o l’effetto
2) costituire un team di persone con esperienza sull’attività che ha generato il
problema
3) brainstorming
4) costruire il diagramma secondo l’approccio delle 5 M (Method, Machine, Man,
Measurement,
Material)
5) indagare le cause probabili
6) individuare l’azione correttiva più
opportuna
7) verificare l’efficacia dell’azione
correttiva
FMEA/FMECA (Failure Modes and Effects Analysis)
Metodologia affidabilistica che consente di valutare, in modo sia qualitativo che
quantitativo: (modi di guasto)
- i modi in cui si manifesta un guasto
(cause di guasto)
- le cause che li hanno prodotti
- le conseguenze che queste comportano sulla funzionalità e sulla sicurezza del
(effetti di guasto)
sistema stesso
Approccio induttivo (bottom-up): parte dal basso analizzando tutti i possibili guasti a
livello di componente e si sviluppa verso l’alto individuando le conseguenze che questi
comportano a livello di sistema
Si applica quando:
– Si conosce poco sull’affidabilità dei componenti del sistema
– Si conosce poco sul modo di operare del sistema
– Gli effetti di un guasto possono essere gravi per l’ambiente o per chi opera sul
sistema
– Si vogliono valutare solo alcuni aspetti associati ai guasti
Si può applicare su 3 livelli:
Questa metodologia può essere suddivisa in 3 fasi
1) FEA (Failure Effect Analysis): valutazione degli effetti dei guasti
2) FMEA (Failure Mode Effect Analysis): valutazione degli effetti e dei modi dei
guasti
3) FMECA (Failure Mode Effect Critically Analysis): valutazione degli effetti e dei
modi dei guasti ed analisi di criticità
Applicazione pratica della
metodologia
Fasi preliminari
1) Scomposizione fisica del
problema
fino ad arrivare al componente
elementare (solitamente quando so il