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EXTRAVASAZIONE:
Si intende il passaggio dei globuli bianchi dai vasi sanguigni ai tessuti dove
vanno a raggiungere i siti dell'infezione.
Vengono liberate dalle cellule del tessuto infetto delle molecole dette
citochine che rappresentano un segnale di attrazione per i globuli bianchi e
l’endotelio. Le citochine vanno ad agire sulle cellule endoteliali facendo loro
esprimere delle molecole di adesione che vengono riconosciute poi dai globuli
bianchi. Da un punto di vista descrittivo quello che avviene è:
Le cellule endoteliali riescono ad agganciare i leucociti, si tratta di
❖ un’interazione debole/transiente. Per cui in una prima fase, i leucociti
ruotano sulla superficie delle cellule endoteliali → Rolling dei globuli
bianchi.
Nella seconda fase il globulo bianco si arresta sulla superficie del vaso,
❖ questo perché vengono espresse delle altre molecole di adesione
rendendo quest'ultima più stabile. Si ha quindi il blocco del globulo
bianco che poi gli permette di passare l’endotelio o attraverso pori o
spazi tra una cellula endoteliale e l’altra, in tal modo migra all’interno
del tessuto e raggiunge la sede dell'infezione. Tutto ciò è mediato
dall’espressione di molecole di adesione diversa.
Nella prima fase di rolling l’endotelio esprime selectine mentre nella
❖ fase di arresto vengono espresse le molecole di adesione di
immunoglobuline che vanno ad interagire con le integrine dei leucociti.
Sinapsi chimiche
Tra le varie giunzioni abbiamo le sinapsi chimiche che trasmettono segnali, al
loro livello tra la membrana sinaptica e quella postsinaptica sono presenti
delle molecole di adesione che hanno il compito di fare in modo che i due
terminali rimangano allineati tra di loro.
Una stessa cellula può mettere in atto vari eventi adesivi non utilizza solo un
tipo di giunzione ma ne può utilizzare più di una.
Più giunzioni formano i complessi giunzionali (giunzioni vicine tra loro)
esempio: dischi intercalari, indispensabili per il funzionamento del miocardio
sono formati da:
Desmosomi-giunzioni aderenti(coesione meccanica)
➢ Giunzioni comunicanti (trasmissione dell’impulso contrattile)
➢
Sistemi di membrane citoplasmatiche
In ogni compartimento di cellule vengono effettuati processi distinti. Questi
compartimenti sono costituiti da membrane a doppio strato fosfolipidico.
Si organizzano a delimitare i seguenti sistemi:
Reticolo Endoplasmatico
❖ Apparato del Golgi
❖ Endosomi/Lisosomi
❖
Questi compartimenti comunicano tra loro tramite una serie di vescicole che
nascono da un compartimento fondendosi con quello successivo, la direzione
di movimento può subire due vie:
Secretiva-Anterograda (fenomeno di esocitosi)
➢ 30
Le vescicole si formano a livello del reticolo, vanno poi a fondersi con il
golgi e successivamente o vanno a fondersi ai lisosomi o alla
membrana plasmatica.
Recupero-retrograda (fenomeno di endocitosi)
➢ Le vescicole si formano a livello della membrana plasmatica, possono
andare a fondersi con i lisosomi ma, ci sono anche delle vescicole dette
di Recupero che dall’Apparato del Golgi ritornano al Reticolo
Endoplasmatico per recuperare o recettori di carico o proteine che
sono state inviate in maniera scorretta al Golgi.
Lo schema vitale di queste vescicole è ordinato:
Fase di formazione: gemmazione
❖ Ogni vescicola che si forma presenta un rivestimento proteico che ha
una funzione di tipo strutturale perché facilita la formazione della
membrana e ha funzione di addensare i recettori di carico come la
clatrina. Altra funzione del rivestimento è di indirizzare la vescicola
verso un ben determinato compartimento cellulare. A livello della
vescicola ci sono recettori di carico che riconoscono le molecole che
devono essere trasportate. Ciò avviene perchè sono in grado di
riconoscere all’interno della proteina delle determinate sequenze di
aminoacidi, le cosiddette Sequenze Segnale
Trasporto della vescicola
❖ Le vescicole viaggiano utilizzando i microtubuli a cui vengono allineate
le chinesine e le dineine
Fusione della membrana della vescicola con il compartimento recettore
❖
Affinché avvengano questi ultimi due processi devono essere presenti le
seguenti proteine all'interno della vescicola stessa:
RAB(ancoraggio):
➢ Sono piccoli peptidi che servono per l'ancoraggio della vescicola. La
proteina RAB ancora la vescicola al complesso di dineina/kinesina e di
conseguenza al microtubulo. Nello step di fusione servono per
agganciare la vescicola nella membrana del compartimento accettore
v-SNARE t-SNARE(fusione):
➢ Necessarie nell'ultimo step, vanno ad agire con altre proteine presenti e
la successiva fusione delle membrane
Reticolo Endoplasmatico
Il reticolo endoplasmatico si divide in due tipologie:
Ruvido/Rugoso (porzione più estesa):
❖ In diretta comunicazione con l’involucro nucleare esterno. I ribosomi si
formano solo quando le due subunità si associano quindi quando
uniscono una molecola di mRNA (rna messaggero).
Non esistono ribosomi isolati, sono poliribosomi che leggono
contemporaneamente un filamento di mRNA e possono fare varie
coppie in un unico istante. Ribosomi che poi noi ritroviamo liberi anche
nel citoplasma e non solo legati alla faccia citosolica.
PICCOLO TIP:
La produzione di tutte le proteine e l’inizio di produzione del mRNA ha
inizio sempre a livello del citoplasma, la parte successiva quindi la fase
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di allungamento o terminazione la sia ha in due punti, in base alla
proteina prodotta:
nel reticolo endoplasmatico
➢ citosol
➢
Come si fa però a trasferire la catena di allungamento?
Come abbiamo detto, le catene polipeptidiche il cui allungamento deve
avvenire al livello del reticolo, presentano nella catena una sequenza
segnale → Catena Import to ER (costituita da più di una decina di
amminoacidi, indicata in rosso nella slide).
Questa sequenza viene riconosciuta da una proteina SRP → Particella
di Riconoscimento del Segnale (colore marrone) e va ad agganciare
tutta la struttura a sé. Quando questo avviene l’allungamento della
catena si blocca e l’mRNA non viene più letto.
La particella SRP, a questo punto, viene riconosciuta a sua volta da un
recettore presente sulla membrana del reticolo (colore blu scuro).
Nell’ultimo step la SRP si stacca, ritorna nel citoplasma dove
chiaramente verrà poi riutilizzata per agganciare altre catene
polipeptidiche. Quello che rimane quindi: il ribosoma, l’mRNA e la
catena polipeptidica, vengono trasferite su un’altra proteina presente
sulla membrana del reticolo, che presenta un foro al cui interno viene
inserita la catena e, a questo punto riparte l’allungamento.
Che cosa avviene oltre all’allungamento della catena polipeptidica?
Le proteine prodotte possono essere di due tipi:
Transmembrana:
➢ Destinate alla membrana plasmatica e vengono inserite nel
doppio strato fosfolipidico del reticolo.
Proteine solubili:
➢ Una volta allungata la catena vengono rilasciate all'interno della
cavità del reticolo.
In entrambi i casi la sequenza segnale viene eliminata.
Le catene polipeptidiche vengono quindi rimaneggiate:
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Possono ripiegarsi: ad esempio se ci sono gruppi SH, questi
➢ possono reagire e si formano dei ponti disolfuro.
Unione di più catene polipeptidiche: oligomerizzazione
➢ Aggiunta di zuccheri alle catene polipeptidiche: glicosilazione
➢
Abbiamo poi un controllo di qualità, solamente le proteine che sono
ripiegate in maniera corretta vengono inviate al Golgi in cui sarà
perfezionata la produzione; le altre non corrette vengono avviate verso
la degradazione tramite il sistema UBIQUITINA-PROTEASOMA.
Nel citoplasma, l'ubiquitina si lega alla proteina che deve essere
degradata modulando la velocità e l’ordine di degradazione verso il
proteasoma (unione di 33 proteine, simile ad un cilindro cavo).
Più molecole legate tra loro maggiore sarà la probabilità di
degradazione. Il proteasoma aggancia, la proteina da degradare grazie
al riconoscimento della ubiquitina, avvenuto l’aggancio la proteina
viene denaturata, poi tagliata e idrolizzata nei suoi amminoacidi
portando all’eliminazione.
Le proteine regolative: sono proteine la cui concentrazione presente
all’interno della cellula varia e aumenta in base alla necessità. Un
esempio sono le cicline (proteine del ciclo cellulare) che vengono
espresse in mondo differenziale nelle varie fasi del processo cellulare.
Abbiamo vescicole che dal reticolo vanno al golgi ma anche viceversa,
queste ultime sono denominate Vescicole di Recupero che contengono i
recettori liberati dal carico scaricato nel golgi e recettori che hanno
riconosciuto le proteine del RER
Liscio:
❖ Non presenta ribosomi ed ha un’estensione limitata.
Svolge le seguenti funzioni:
Deposito di calcio:
➢ Ioni calcio pompati contro gradiente di concentrazione al suo
interno. Ben sviluppato nelle cellule muscolari.
Produce i lipidi e gli ormoni steroidei:
➢ Particolarmente sviluppato nelle cellule che producono ormoni di
questo tipo
Detossificazione (fegato-citocromi P450/enzimi ossidativi - enzimi
➢ di coniugazione):
Enzimi che vanno ad agire su sostanze estranee al nostro
organismo (xenobiotici), hanno quindi il compito di inattivare le
sostanze potenzialmente tossiche. Un esempio sono gli epatociti
(cellule del fegato). Gli enzimi lavorano in modo da rendere la
molecola più facilmente eliminabile, ciò avviene in due modi:
○ Rendere la molecola idrosolubile in acqua
○ Coniugarla con altre molecole che facilitano l’espulsione
della molecola.
Apparato del Golgi
Prende il nome dal professor Camillo Golgi che per questa scoperta vinse il
Premio Nobel nel 1906. 33
Costituito da un’insieme di cisterne appiattite circondate da membrane. La
sua funzione è:
Ultimare la parte zuccherina delle proteine e smistarle ai vari
❖ compartimenti (glicosilazione e loro smistamento).
Le cisterne, sono in comunicazione tramite vescicole. Ogni cisterna ha due
facce: Cis di entrata:
❖ Rivolta verso il reticolo, a livello della quale la vescicola proveniente dal
ER si fonde e scarica il suo contenuto.
Cis di uacita:
❖ Rivolta verso la membrana plasmatica, lato in cui si formano le
vescicole.
L’apparato funziona come una sorta di catena di montaggio. A livello di ogni
cisterna avviene un determinato tipo di reazione, il prodotto che si forma
viene immesso in una vescicola che passa e si fonde nella cist