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O
O immediati profonde del
percepibili a SNC
livello
muscolare
Pattern motorio
Modifica reversibile del pattern
O motorio dopo neuroblocco
(necessità follow up)
Modifiche permanenti
O
Neuroplasticità del SNC
La rappresentazione corticale delle parti
del corpo è continuamente modulata in
risposta all’attività, al comportamento
ed all’acquisizione di abilità
(Kaas 1991;Donoghue 1996).
Definizione:è la capacità che ha il SNC di
variare e di adeguare la propria
organizzazione strutturale e funzionale in
risposta a perturbazioni interne o esterne.
Evoluzione storica
Eugenio Tanzi (1856 –
1934)
Partendo dagli studi di
Cajal, intuì che lo stimolo
nervoso doveva incontrare
una qualche resistenza nel
passare da un neurone a
quello successivo
Ernesto Lugaro (1870 – 1940)
“ l’apprendimento e la
compensazione dei deficit
funzionali sono attribuiti alla
plasticità neuronale”.
Intui’ l’importanza ricoperta
processi chimici
dai ai fini della
trasmissione sinaptica
(Berlucchi, 2002)
Ioan Minea (1878 – 1941)
Ha studiato la
“rigenerazione collaterale”,
la “plasticità dendritica” e
la “plasticità
(proliferazione) di
neurofibrille (Jones, 2000).
Albrecht Bethe (1872 –
1955) “plastizität”:
conia termine
capacità esibita da un
organismo di adattarsi ai
cambiamenti interni ed
esterni attraverso la
mediazione del SNC.
Intesa come
riorganizzazione del tessuto
rimasto integro (Pia, 1985).
Mark Richard Rosenzweig
(1922 – 2009)
Rilevava che vi erano
notevoli differenze tra i
cervelli dei roditori che
venivano allevati in un
ambiente “arricchito” e
quelli dei loro simili che
venivano mantenuti in
gabbie “standard”
I neuroni cerebrali dei ratti esposti
all’ambiente arricchito risultano
maggiormente interconnessi grazie
ad un aumento della densità della
loro ramificazione dendritica
L’addestramento altera i processi
elettrochimici migliorando
l’efficacia della trasmissione
sinaptica
(Rosenzweig, Bennett, Diamond,
1972).
Jerzy Konorski (1903 – 1973) nel 1948
egli non soltanto definisce il concetto di
plasticità neuronale, ma avanza ipotesi
sui meccanismi che la sottendono, e che
secondo lui sono da ricercare nella
riorganizzazione delle connessioni
sinaptiche (Konorski, 1948).
Per Konorski la plasticità neuronale è il
meccanismo comune per processi quali
l’apprendimento, la memoria, lo sviluppo
recupero
cerebrale ed il che si osserva
dopo una lesione al cervello (Butchel,
1978).
Patrick David Wall (1925 –
2001)
…nel processo di maturazione
dell’individuo, molte delle
connessioni inutili tra i neuroni
presenti alla nascita vengono
eliminate o represse
“smascheramento di sinapsi” e i
“meccanismi plastici”
Comportamento “omeostatico” per
effetto del quale, nel periodo
successivo ad una lesione, è
presente una plasticità
riorganizzativa massiva.
I neuroni superstiti che sono rimasti
deprivati del loro normale flusso
afferente tendono ad aumentare la
propria eccitabilità in maniera tale da
ricostituire la loro quota di contatti
sinaptici .
Wall distingue dunque
lo “smascheramento di
sinapsi” dalle
modificazioni plastiche
vere e proprie,
consistenti
nell’emissione di assoni
completamente nuovi
Lo smascheramento di
sinapsi può spiegare quei
rimodellamenti neurali
che si verificano in tempi
troppo rapidi per potere
essere spiegati con la
plasticità vera e propria o
“sprouting”, che
richiederebbe tempi
molto più lunghi.
Lo smascheramento di
sinapsi non rappresenta
necessariamente un
meccanismo favorevole al
migliore recupero possibile:
proprio perché si tratta di
collegamenti che erano stati
“inattivati” perché ritenuti poco
rilevanti, essi potrebbero
divenire veicolo di informazioni
prive di senso dal punto di
vista funzionale
(Wall, 1983).
Alla plasticità neurale in
quanto tale non è sempre
stato attribuito un significato
intrinsecamente positivo.
sprouting e ipertono
(McCouch, Austin, Liu, 1958).
Il periodo post-lesionale è
caratterizzato da una estrema
plasticità che, tuttavia, in alcuni
casi potrebbe anche essere
maladattiva
Fenomeno che potrebbe portare
a connessioni nuove ma anomale
In questa
“competizione”
sarebbero favoriti i
neuroni
topograficamente più
vicini e non
necessariamente quelli
più “adatti” dal punto di
vista funzionale
(Schneider, 1973).
La riabilitazione inizia a
far propri questi
concetti…
Somatotropia e attivazione point to
point
Esistono fenomeni di overlapping a livello
corticale di convergenza divergenza:
Sovrapposizioni nella rappresentazione
corticale muscoli appartenenti allo stesso
distretto corporeo possono sovrapporsi
( distonie)
In questo l’area motoria e sensitiva sono
differenti
Le mappe corticali dei muscoli delle dita si
sovrappongono mentre quelle sensitive sono
rappresentate separatamente (Schieber 2001)
La presenza di un network
rappresentazionale corticale
spiega come i meccanismi di
inibizione intracorticale
modulino l’attivazione
selettiva di alcuni muscoli e
inibiscano altri
Fattori cognitivi
“cognitivi”
fattori quali
l’attenzione al compito e
l’adozione di nuove strategie
sono meccanismi iniziali,
mentre quelli a comparsa più
tardiva sono stati interpretati
come il prodotto di
“modificazioni strutturali
neurali-plastiche”
et al. 1992).
(Recanzone processi
La relazione tra i
cognitivi e
qualità riorganizzazioni
la delle
plastiche del tessuto nervoso
coordina l' acquisizione di
nuove abilità nell’organismo
suggerendo quali possano
essere le strategie di
intervento riabilitativo
La dimostrazione del fatto che i processi
cognitivi siano fondamentali nell’acquisizione
di nuove abilità.....
L’area di rappresentazione motoria corticale
aumenta proporzionalmente alle strategie
cognitive.
L’espansione della corteccia motoria primaria di
scimmie adulte che eseguivano compiti con
differente complessità. Nelle scimmie che
dovevano compiere un movimento più
complesso si è verificato una modificazione
dell’area di rappresentazione corticale del
et al., 2000).
movimento(Plautz,
La ripetizione del movimento
non genera alcuna
modificazione funzionale delle
mappe corticali, confermando
l’ipotesi che, lo sviluppo di una
abilità consiste, piuttosto,
nella ripetizione
processo
del di soluzione di un
problema
determinato
motorio (Bernštein, 1966).
Considerazioni in chiave
riabilitativa ...
Rimodellamenti plastici non
sempre costituiscono il substrato
per il migliore recupero della
funzione lesa e talvolta sono alla
base di fenomeni patologici
come la spasticità,
(Ramachandran, Hirstein, 1998).
La chiave interpretativa
Per questo motivo, alla
plasticità neurale non è
possibile attribuire un
significato finalistico
intrinsecamente positivo: essa
piuttosto rappresenta una
opportunità, che può essere
sfruttata per modificare
l’evoluzione per così dire
“naturale” di un evento lesivo.
Nello Specifico….
La modificabilità biologica del tessuto
nervoso costituisce il presupposto
fondamentale per interventi guidati
dal Terapista, che persegue lo scopo
di favorire riorganizzazioni migliori di
quelle che avrebbero luogo
spontaneamente.
Berlucchi G, Butchel HA. Neuronal plasticity: historical roots
and evolution of meaning. Exp Brain Res, 2009: 192(3):
307-19;Berlucchi G. The origin of the term plasticity in the
Neuros
A) Ipotesi plasticità nello
stroke
Disinibizione di sinapsi e aree silenti:
UNMASKING
L’Unmasking (smascheramento) facilita
l’accesso di fibre verso connessioni
sinaptiche silenti (Wall PD1977).
Le vie nervose non funzionanti diventano attive
dopo la lesione di una via dominante: si
tratta di disinibizione o ipersensibilità da
denervazione (Wall PD 1980).
Altra possibilità di unmasking si realizza in
aree cerebrali equipotenti con la zona
lesionata. Inoltre la disinibizione di sinapsi si
realizza provocando processi di facilitazione
di fibre piramidali o extrapiramidali
ipsilaterali (Bach-y-Rita 1981).
b) Ipotesi plasticità nello
stroke
Formazione di nuove connessioni
sinaptiche: SPROUTING
(rigenerazione)
È stata dimostrata l’estensione dei
dendriti come meccanismi di
compensazione per la perdita di
neuroni con l’invecchiamento (Buell
S. e Colemann P. 1979
c) Ipotesi plasticità nello
stroke
Influenze ambientali
socializzazione, stimoli adeguati
ed esperienze finalizzate sono
variabili importantissime nei
processi di plasticità cerebrale
che favoriscono il recupero
funzionale dopo ictus
(Chow KL and Stewart DL 1972).
Rmf
La fMRI ha dimostrato un reclutamento
nella corteccia immediatamente
adiacente alla lesione ictale lungo le
aree corticali sane nella corteccia
dell’emisfero controlesionato non
danneggiato
(Chollet, Ann Neurol, 1991 Cramer,
Nelles – Stroke, 1997)
La fMRI ha evidenziato il ruolo
dell’emisfero non infartuato nella ripresa
della funzione motoria, attraverso un
reclutamento della via motoria non
crociata, tuttavia interpretabile come
evento di passaggio verso una maggiore
attivazione dell’emisfero ipsilesionale.
Inoltre in futuro valutazioni fMRI pre e
post-trattamento potranno essere utili
per stabilire l’efficacia di terapie della
spasticità sia farmacologiche, con tossina
botulinica, sia di chirurgia funzionale.
Tombari – NeuroImage 2004
Precoce riorganizzazione con super-attivazione della corteccia sensitivo-
motoria S1M1 controlesionale e, secondariamente, una
riorgan