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∆C ∆C
∆Y C
= =
e d C ∆Y
Y Y
Propensione media al consumo: la quota di reddito destinata al consumo, cioè:
/Y
PME=C
Propensione marginale al consumo: la variazione di consumo corrispondente ad una variazione
unitaria del reddito, cioè:
/∆
PMA=∆ C Y
12. Le curve di indifferenza
La curva di indifferenza è la rappresentazione sul piano cartesiano delle scelte di consumo che
danno al consumatore la medesima utilità. Dati due beni x e y, le quantità di questi ultimi in grado
di fornire la stessa utilità U = U (qx, qy) sono rappresentate sul piano cartesiano sotto forma di
coordinate (x, y). L'unione di questi punti delinea una curva lungo il quale il livello di utilità è
costante. Rappresentazione delle curve di indifferenza
12 10 30
20
− Lungo una curva d'indifferenza ci sono combinazioni possibili di due beni che sono
equivalenti per il consumatore perché arrecano lo stesso livello di utilità;
− Le curve d'indifferenza più lontane dall'origine degli assi corrispondono a livelli di utilità, e
dunque di benessere, più elevati.
Allora ci domandiamo:
Tutti i consumatori si trovano su curve d'indifferenza infinitamente alte? La risposta, ovviamente, è
no perché esistono vincoli di diversa natura:
− vincolo fisico: anche se siamo estremamente golosi il nostro stomaco non è in grado di
sopportare quantità illimitate di dolci;
− vincolo temporale: possiamo essere appassionati di cinema, ma difficilmente siamo in
condizioni di potere assistere alla visione ininterrotta di centinaia di film;
− vincolo monetario: la maggior parte di noi, inoltre, anche se non ha bisogni illimitati, di
solito non dispone del denaro necessario per soddisfare qualunque tipo di desiderio.
13. Equazione del vincolo di bilancio
Consideriamo un consumatore, che dispone di un certo reddito Y, e che si trova a scegliere fra
P P
due diversi beni, A e B, i cui prezzi sono rispettivamente e . Dato il suo reddito e
a b
dati i prezzi dei due beni, egli non potrà permettersi quantità infinitamente grandi dei due beni
Q Q
ma sarà costretto a scegliere quantità e compatibili con il suo reddito. Il vincolo di
a b
bilancio del consumatore, nell’ipotesi che egli spenda tutto il suo reddito, può essere espresso
attraverso una semplice equazione:
=Q +
Y P Q P
A A B B
Es.:
Y = 200
P =10
a
P = 5
b
Assumiamo inoltre che il consumatore spenda interamente il suo reddito nell'acquisto dei due beni.
I caso)
Supponiamo che l'individuo spenda tutto il suo reddito per l'acquisto del bene A rinunciando del
tutto al bene B. In questo caso, l'individuo potrà comprare, al massimo, 20 unità del bene A
(200/10).
Così facendo abbiamo individuato un primo punto C sull'asse delle ordinate del grafico a cui
Q Q
corrisponde la combinazione di beni: = 20 e = 0.
B B
II caso)
13
Se l'individuo spende tutto il suo reddito per l'acquisto del bene B potrà acquistare 40 unità del bene
(200/5) rinunciando totalmente al bene A; abbiamo così individuato un altro punto D sull'asse delle
Q Q
ascisse del grafico a cui corrisponde la combinazione di beni: = 0 e = 40.
A B
congiungendo questi due punti otteniamo la retta del vincolo di bilancio.
Rappresentazione grafica della retta di bilancio
Variazione del reddito
Q
Esplicitiamo rispetto a l’equazione del vincolo di bilancio:
a
=Q +
Y P Q P
A A B B
da cui ricaviamo:
=Y −Q
Q P P
A A B B
quindi: Q B∗¿ P B
P A
Y
= −¿
Q A P A Q
quest’ultima può essere vista come l'equazione di una retta di tipo standard, dove A
Q
rappresenta la variabile dipendente e la variabile indipendente.
B
Y P
: può essere considerata una costante (per dati Y e )
A
P A
P B : è il coefficiente angolare della funzione e dunque descrive la pendenza della retta. Poiché
P A
il segno di questo coefficiente è negativo, la retta è decrescente: ciò significa che se voglio
acquistare quantità maggiori di un bene devo rinunciare ad un certo numero di unità dell'altro.
In economia:
14 − la pendenza della retta di bilancio, ha un significato importante poiché descrive il tasso di
scambio (TS) al quale un consumatore può sostituire un bene con l'altro. Nel nostro
caso, poiché P =10 e P =5, il rapporto P /P assume valore 0,5 il che significa che il
A B B A
consumatore per ottenere un'unità in più del bene A, deve rinunciare a 2 unità del bene B.
Per questa ragione il rapporto si chiama anche prezzo relativo del bene B rispetto al bene
A.
− L’equazione di bilancio esprime il potere di acquisto del consumatore (ciò che il
consumatore può fare)
− Le curve di indifferenza rappresentano invece le preferenze del consumatore (ciò che il
consumatore vorrebbe fare);
Il consumatore deve massimizzare la sua utilità tenendo conto del vincolo di bilancio: la sua scelta
ottima, ciò che farà, nasce dall’incontro di ciò che può fare e ciò che vuole fare. Il paniere ottimo
sarà dato allora dal punto di tangenza tra la retta di bilancio e la curva di indifferenza più alta
raggiungibile La curva reddito – consumo La curva di Engel
14. Le funzioni Engeliane
Lo studio originale di Engel (1887) si concentra sui consumi alimentari, infatti, secondo la legge di
Engel, la spesa destinata all’alimentazione della famiglia pesa meno se aumenta il reddito (legge di
Engel: “l’incidenza della spesa familiare destinata all’alimentazione decresce al crescere del reddito
familiare disponibile”); questa voce di spesa ha un aumento inversamente proporzionale
all’aumento del reddito. Ma non tutte le voci di spesa hanno lo stesso andamento: al contrario,
esistono voci che aumentano con l’aumentare del reddito. È importante, dunque, conoscere
l’andamento delle singole voci di spesa rispetto al reddito.
Oggi, con il nome di “funzione egeliana” si indica qualsiasi relazione tra il consumo di un bene (o
gruppo di beni) ed il reddito.
− Relazione consumo-reddito
Lo studio della relazione tra consumo e reddito si può fare in diversi modi:
L’utilizzo di dati di serie storiche. Il procedimento prevede di seguire negli anni un gruppo di
famiglie per capire in che modo il livello e la struttura dei consumi varia al variare del reddito;
L’utilizzo di dati cross-section. Il procedimento consiste rilevare simultaneamente un gruppo di
famiglie con differente reddito (famiglie per classi di reddito_ dati BF_); a tal fine è opportuno
eliminare l’effetto della diversa composizione della famiglia dato l’alto grado di correlazione
esistente tra questa variabile ed il reddito. La più semplice ipotesi che possa formularsi al riguardo è
considerare sia i consumi pro-capite che il reddito pro-capite.
Usare scale di equivalenza.
La scala di equivalenza é un parametro che permette di confrontare situazioni familiari differenti,
tenendo conto delle economie di scala che derivano dalla convivenza e di alcune particolari
condizioni del nucleo familiare che comportano maggiori spese o disagi (presenza di persone con
disabilità, nuclei con un solo genitore, entrambi i genitori lavoratori).
15 1,0
Numer. Scala
1 0 di
1,5
di equivalenza
2
componenti 7
2,0
3 4
2,4
4 6
2,8
5 5
A essi va aggiunta una maggiorazione di 0,35 per ogni ulteriore componente; una maggiorazione
di 0,2 in caso di presenza nel nucleo di figli minori e di un solo genitore; una maggiorazione di 0,5
per ogni componente con disabilità; una maggiorazione di 0,2 per nuclei familiari con figli minori,
in cui entrambi i genitori lavorano.
Il livello, la struttura e le modificazioni dei consumi familiari dipendono da un insieme di fattori: la
composizione quantitativa/qualitativa della famiglia, la residenza, i beni complementari e
succedanei (i beni succedanei sono beni che sostituiscono altri beni ma danno la stessa
soddisfazione), ma anche da fattori sociologici e psicologici. Il reddito è sicuramente il fattore che
condiziona maggiormente il livello dei consumi e la loro distribuzione anche se la relazione
consumo – reddito non è la stessa per i diversi capitoli di spesa o per i singoli consumi. Rilevare il
reddito familiare non sempre è facile, per cui, molto spesso, rileviamo soltanto le spese
I problemi che si incontrano nella ricerca di una relazione tra un determinato consumo ed il reddito
sono di due tipi:
− Specificare l’espressione analitica della relazione che in generale può scriversi nella forma:
(Y
C=f ,a , b , …)
− Determinare i parametri Y,a,b,…etc.
− Specificazione del modello
La rappresentazione grafica dei valori osservati può essere un orientamento utile, ma bisogna tenere
conto anche di alcune considerazioni economiche e statistiche:
a) Esiste un livello di spesa, più o meno basso, al di sotto del quale non si scende anche in
presenza di redditi nulli;
b) i generi di prima necessità si trovano anche in corrispondenza di redditi minimi, altri
consumi compaiono solo quando il reddito raggiunge un livello sufficientemente elevato;
c) per la maggior parte dei beni si può considerare un limite massimo (o di “saturazione”) oltre
il quale il consumo quantitativo non aumenta; si tratta di beni che il consumatore preferisce
anche se aumenta il reddito, cioè non va a cercare una qualità superiore;
d) condizione di additività della funzione, nel senso che, qualunque sia il livello della variabile
indipendente (reddito o spesa totale), la somma delle spese per i singoli consumi dovrebbe
riprodurre l’ammontare della spesa totale;
e) occorre considerare anche la facilità di calcolo dei parametri che appaiono nella funzione
scelta; a tal fine è preferibile utilizzare una funzione lineare o facilmente linearizzabile.
Le funzioni più usate nelle indagini empiriche, sono le seguenti:
Funzione lineare: Funzione della retta: X=a +b*Y
+
C=β β Y
0 1 β
C 0
= +
Propensione media: β 1
Y Y
dC =β
Propensione marginale: 1
dY
16 β 1
E=
Elasticità: β 0 + β 1
Y
Funzione iperbolica: (Iperbole y=a-b/x) formula generica
β 1
− Prevede un livello di saturazione
C=&bet