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LE ISTITUZIONI DELL’UNIONE EUROPEA
L’Unione Europea è attualmente composta da 27 stati membri (450 milioni di cittadini), dopo l’uscita
della Gran Bretagna nel 2020.
Le principali istituzioni dell’Unione Europea sono:
1) La commissione europea ha sede a Bruxelles ed è composta da: un presidente (Ursula von der
Leyen dal 2019), un commissario per stato membro e il rappresentante per gli affari esteri (i quali
hanno una durata di cinque anni).
Tra le funzioni che esercita la commissione abbiamo:
● il potere di iniziativa legislativa
● il potere di emanare atti di esecuzione e vigila sulla corretta applicazione dei trattati e
delle decisioni adottate sulla base di essi
● il potere di avviare procedure di infrazione nei confronti degli Stati Membri e
comminare ammende, organo politica antitrust
La Commissione è strutturata in dipartimenti tematici, noti come direzioni generali (DG).
2) Il parlamento europeo ha una scadenza di cinque anni e viene eletto a suffragio universale
diretto (dal 1979). Ha sede sia a Bruxelles che a Strasburgo.
Il parlamento ha 705 membri (divisi in commissioni) e il numero di eurodeputati per ogni paese è
proporzionale alla popolazione (l’Italia elegge 76 eurodeputati).
Tra le funzioni che esercita il parlamento abbiamo:
● il potere di decisione finale a livello legislativo (insieme al consiglio)
● il potere di spronare la commissione europea a presentare proposte legislative
3) Il consiglio europeo (1949) nasce con il trattato di Maastricht (non era previsto come organo
nella CEE).
Il consiglio è formato dai capi di governo dell'Unione Europea e dal presidente della commissione, i
quali si riuniscono ogni quattro anni.
Sulla base delle proposte legislative della commissione, il parlamento e il consiglio approvano e
adottato regolamenti e direttive.
Il consiglio (dei ministri) dell’Unione Europea rappresenta il governo nazionale in Europa ed è
formato da un rappresentante di ciascuno stato membro a livello ministeriale (la sua composizione
cambia a seconda di ciò che si discute).
Il consiglio del ministri dell’Unione Europea non è un’istituzione dell’Unione Europea, ma
un’organizzazione intergovernativa volta a tutelare i diritti umani, la democrazia e lo stato di diritto
(creata nel 1949, ha elaborato la Convenzione europea dei diritti dell’uomo, conta 47 paesi membri,
con sede a Strasburgo).
4) La corte di giustizia europea è composta da un giudice per ogni stato membro e ha il compito di
assicurare il rispetto del diritto nell’interpretazione e applicazione dei Trattati europei.
5) La banca centrale europea (1998) ha sede a Francoforte ed è diretta da un Consiglio composto
da: un presidente (Christine Lagarde, Mario Draghi fino al 31 ottobre 2019), un vicepresidente, 4
membri del Comitato esecutivo e i Governatori delle banche centrali nazionali.
La banca centrale europea:
● gestisce la politica monetaria europea
● gode di piena indipendenza dai governi nazionali
● ha come incarico principale quello di assicurare la stabilità dei prezzi
6) La Banca europea per gli investimenti (1957) ha sede a Strasburgo e ha il compito di
accrescere le potenzialità dell'Europa in termini di occupazione e crescita e promuovere le politiche
dell'UE al di fuori dei suoi confini.
Gli strumenti che possiede l’Unione Europea per esercitare il proprio potere sono:
● i regolamenti → sono obbligatori e possono essere applicati agli stati membri, a gruppi
di persone o a singole persone fisiche (per esempio per regolamentare proposte di
fusioni tra società)
● le direttive → sono obbligatorie ma ogni stato decide in merito alla forma e ai mezzi da
applicare a tal fine
● le raccomandazioni → non sono vincolanti
IL PROCESSO DI INTEGRAZIONE MONETARIA
1944 – durante la conferenza di Bretton Woods viene istituito il Gold Dollar Standard che
stabiliva la convertibilità del dollaro in oro e aveva come obiettivo la creazione di una moneta
internazionale (rapporto fisso oro/dollaro $35/oncia)
1969 – viene approvato il piano Pierre Werner che prevedeva una cooperazione tra gli stati
europei con il compito di redigere un rapporto sui mezzi da attivare per realizzare l’unione
economica e monetaria entro il 1980.
Sfortunatamente il piano non ebbe successo dal momento che la strategia di Werner dava per
scontato che i tassi di cambio restassero fissi e agganciati alla moneta statunitense
1971 – il presidente americano Nixon pone fine a Bretton Woods (1973 fallimento definitivo del
Gold Dollar Standard)
1972 – viene istituito il Serpente nel tunnel, ovvero un meccanismo di gestione concertata
della fluttuazione delle rispettive valute (il serpente) all’interno di margini ristretti rispetto al
dollaro (tunnel)
1979 – sulla scia del serpente nel tunnel (destabilizzato dalle crisi del petrolio, dalle divergenze
politiche e dalla debolezza della moneta statunitense) nasce il sistema monetario europeo
(SME), ovvero un sistema a cambi fissi ma aggiustabili.
Lo scopo primario dello SME era ridurre l’instabilità dei tassi di cambio, considerata dannosa
per il commercio e nei primi anni di vita dello SME i riallineamenti furono numerosi.
1989 – il comitato Delors formulò le tappe concrete per la creazione dell’Unione Economica e
Monetaria
1992 – viene firmato il Trattato di Maastricht con cui viene approvata l’adozione di una moneta
europea unica, solida e stabile entro la fine del secolo (inoltre viene sancita la nascita
dell’Unione Europea)
1999 – introduzione dell’euro e fissazione irrevocabile dei tassi di cambio
LE POLITICHE DELL’UNIONE EUROPEA
1) La politica di bilancio, che stabilisce tutte le spese e le entrate dell'UE relative a un esercizio.
La Commissione europea propone un progetto di bilancio annuale: spetta poi al Consiglio e al
Parlamento europeo, su un piano di parità, concordare il bilancio.
2) La politica agricola comune (1962) è una politica di sostegno del reddito degli agricoltori (era la
principale voce di spesa del bilancio europeo, oggi incide del 21% sul bilancio europeo)
3) La politica di allargamento con cui l’Unione Europea integra nuovi membri non appena questi
soddisfano una serie di condizioni politiche ed economiche.
I criteri di adesione da rispettare sono:
● criteri politici → presenza di istituzioni stabili che garantiscano la democrazia, lo
Stato di diritto e i diritti umani
● criteri economici → esistenza di un'economia di mercato funzionante e capacità di
far fronte alle pressioni concorrenziali e alle forze di mercato all'interno dell'Unione
● criteri giuridici → accettazione della legislazione e delle prassi consolidate dell'UE,
soprattutto riguardo agli obiettivi principali dell'unione politica, economica e monetaria.
4) non esiste invece una politica migratoria comune: infatti secondo gli articoli 79 e 80 del Trattato sul
Funzionamento dell’Unione Europea, gli Stati membri conservano il diritto a determinare i volumi di
ammissione per le persone provenienti da paesi terzi per cercare lavoro.
L’Unione Europea ad oggi è:
● un'unione doganale (un mercato unico) in cui le persone, le merci e i capitali circolano
liberamente
● un'unione monetaria governata dalla BCE per garantire la stabilità dei prezzi e
contribuire alla crescita economica e alla creazione di posti di lavoro
● una Comunità di cittadini che beneficiano di un budget comune per creare un'Europa
più coesa e integrata
● una Comunità che condivide obiettivi politici comuni
LA CRISI E L’UNIONE EUROPEA
La crisi del 2008 venne preceduta da anni di deregolamentazione finanziaria, iniziata a fine anni
novanta quando Bill Clinton decise di cancellare il Glass Steagall Act (legge introdotta nel 1933 al
fine di regolamentare il sistema finanziario e controllare così la speculazione).
La crisi era caratterizzata da un aumento imprudente del credito statunitense, che favorì la crescita
incontrollata dell’indebitamento privato (mutui immobiliari concessi senza garanzie).
Nel 2005, il mercato immobiliare americano appariva più stabile e florido che mai: chiunque
chiedesse un mutuo, preferibilmente a tasso variabile, era quasi certo di ottenerlo.
La bolla immobiliare si gonfiò e di conseguenza le banche di tutto il mondo che avevano investimenti
legati a titoli cartolarizzati (contenenti mutui ad alto rischio ma anche ad alto rendimento) iniziarono a
perdere denaro.
La crisi del 2008 e l’Europa
1) prima fase → paralisi del settore bancario europeo a causa delle informazioni insufficienti
circa la capitalizzazione delle banche e la loro esposizione ai derivati.
La BCE riuscì comunque a evitare una crisi bancaria generalizzata assumendo il ruolo di
prestatore di ultima istanza (iniettando nel mercato liquidità in gran quantità)
2) seconda fase → caratterizzata da un rapido aumento del debito pubblico, che portò
direttamente alla crisi del debito sovrano (innescata dall’uso della politica fiscale per evitare
il protrarsi della recessione).
Nel 2013 venne istituito il Meccanismo di stabilità europeo: un nuovo ente europeo, con sede in
Lussemburgo, che offre assistenza finanziaria agli stati dell’eurozona in difficoltà.
La crisi ha spinto la BCE:
● sia a promuovere interventi massicci di rifinanziamento del sistema bancario europeo
e dei paesi più colpiti
● sia ad adottare innovative misure monetarie allo scopo di rivitalizzare l’economia
europea e riportare il tasso di inflazione vicino al 2%
2014 – nuovo meccanismo di vigilanza unico sulle maggiori banche europee
2015/2016 – nuovo meccanismo di risoluzione unico delle crisi bancarie
EUROPEAN MIGRATION AFTER THE SECOND WORLD WAR
A partire dal diciannovesimo secolo si sviluppa la cosiddetta “libera migrazione”, priva di passaporti
o contratti di lavoro.
La maggior parte dei migranti diretti verso destinazioni europee erano italiani.
La libera migrazione è stata interrotta nel 1921: infatti dopo la Seconda Guerra Mondiale i migranti
europei hanno dovuto rispettare le regole stabilite da accordi bilaterali creati ad hoc (se si
muovevano senza un contratto, erano considerati clandestini).
Alla fine della II Guerra Mondiale c'erano due grandi categorie di migranti in movimento in Europa:
1) sfollati e rifugiati
2) coloro che hanno lasciato la loro patria volontariamente
1952 – fondato il Comitato Intergovernativo Provvisorio per il Movimento dei Migranti
dall'Europa.
La strategia del governo italiano:
● stipulare il maggior numero possibile di accordi bilaterali
● assistenza organizzativa e finanziaria
● sostenere la causa della libera cir