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APPROFONDIMENTO SUL TEMA DELLA REFORMATIO
Reformatio: deliberazioni prese nell'ambito delle comunità.
Contesto riguarda piccole comunità di area senese.
Tra fine Duecento e prima metà del Trecento la figura del notaio è di fondamentale importanza nell'ambito della produzione documentaria - troviamo documenti scritti da notai.
Ma la figura notarile, per tutto il periodo novesco (1287-1355), va anche oltre quella del "semplice" estensore di documenti. La normativa del periodo novesco prevede che notai possano essere inviati dal governo cittadino nelle piccole comunità con compiti di ufficiali (non solo estensori di atti, ma anche di giusdicenti, di giudici).
A tal punto che, andando a lavorare nei piccoli centri, il notaio finisce per assumere il ruolo di rettore di una comunità (massimo vertice amministrativo, politico, giudiziario pro-tempore di quella piccola comunità).
Governo dei nove dà una forte
spinta all'utilizzazione dei notai, a tal punto da renderli partecipi (realtà piccole) - in alcuni casi - rettori e giusdicenti di una comunità. Il primo problema che si pone lo studioso è: dove sono questi documenti? In che forma esteriore (fogli sciolti, registri...). Intanto... dove sono finiti gli archivi delle comunità? Abbiamo conservazione a macchia di leopardo (meccanismi conservativi delle varie aree non omogenei -> se trovo in certe aree della Toscana, devo pensare che possano essere state prodotte in altre aree dell'Italia centro-settentrionale dove magari ora non c'è niente. Non è che da altre parti non c'era una cultura notarile). Dunque... dove possono essere? Lo studioso cerca di capire se ci sono documenti nei corrispondenti archivi comunali. I comuni attuali sono idealmente gli eredi degli antichi comuni. Ci sono stati cambiamenti radicali nel sistema di organizzazione dei comuni.nella storia italiana (c'era documentazione medievale, può darsi che si sia conservata in loco). Gli studi condotti sugli archivi comunali di area senese hanno dimostrato l'esistenza di alcune tipologie documentarie di età basso-medievale, ma piuttosto rara e vicina alla fine del cosiddetto Medioevo. In alcuni casi gli archivi comunali sono stati trasferiti negli Archivi di Stato (in genere per "quasi-città": Poggibonsi, Colle Val d'Elsa, Castelnuovo Berardenga...). Questa è la conservazione logica. Poi dobbiamo comprendere se ci sono documenti di interesse comunitativo all'interno degli archivi dei notai; la linea conservativa notarile ci ha permesso di conservare carte, in riferimento all'area senese, specialmente nella forma dell'imbreviatura (il notaio avrà preso i suoi appunti per stendere un documento - nome dei clienti, atto giuridico... → una scheda - avrà poiredattol'imbreviatura (nei propri registrini → a volte veri e propri tascabili, che il notaio si portava nell'atasca della giubba → redigeva atto con forme ceterate, mettendo cioè etc. nelle parti formulari) e, qualora il cliente avesse desiderio – pagando il dovuto – di avere il mundum (originale steso supergamena), pagava un extra e le forme ceterate divenivano espresse.
Nelle imbreviature notarili possiamo trovare imbreviature di atti che, seppur prodotti e richiesti dalle comunità, magari sono andate perdute negli archivi delle comunità stesse.
Ieri parlavamo di libri iurium: all'interno vi possono essere atti in cui l'azione giuridica è condotta da comunità e che, magari, fanno parte di un dossier relativo alla sottomissione di quella comunità o altri provvedimenti relativi alla comunità; il liber iurium ci conserva un atto in cui la comunità ha agito.
Infine, non dobbiamo trascurare o forme
ante-litteram di concentrazione archivistica o forme di collezionismo. Cosa intendiamo per "concentrazione archivistica"? Forme disposte da norme di legge allora vigenti o ordini di autorità superiori che hanno obbligato le comunità a cedere la propria documentazione ad un organo superiore che glieli ha richiesti. Relativamente all'area senese, all'indomani della sottomissione di Siena al Granducato fiorentino, Cosimo pensò di mantenere la struttura istituzionale senese (non stravolgere l'organizzazione istituzionale dell'area senese, mantenendo le vecchie magistrature repubblicane) e federare i due stati (Stato nuovo senese, Stato vecchio fiorentino), mettendosi a capo di questa federazione. Le famiglie senesi potevano così contendersi i ruoli politici-dirigenti, istituzionali... cioè continuassero a fare ciò che facevano prima, ma sotto il cappello granducale. Mette in governatore a Siena e istituiscel’Ufficio dei Quattro conservatori. Un organismo di quattro ministri (che cambiavano, secondo la norma di legge) che controllano e tutelano il territorio, per conto del Granduca, ma anche nell’interesse della comunità (accogliere le indicazioni che potessero provenire dalle comunità, controllarne bilanci e stato economico, controllando ordine pubblico…). Né più, né meno di quello che fa oggi un prefetto (prefettura come il più importante organo periferico del nostro Stato; il prefetto è il referente locale del governo centrale). Il centro deve saper controllare il territorio. Tra le azioni messe in atto dai governi granducali vi è anche quella del controllo degli archivi. Perché Cosimo e i granduchi dopo non debbano aver voluto sapere cosa c’era negli archivi delle comunità? Gli archivi servono per capire quali sono le prerogative, qual è la dimensione patrimoniale-istituzionale delle comunità.comunità? A un certo punto, in area senese, venne fatto – presso l'Ufficio dei conservatori – un rastrellamento di pergamene sciolte delle comunità (si potrebbe dire degli archivi thesauri delle comunità): ecco le azioni di concentrazione archivistica ante-litteram (ante-litteram perché poi sono state fatte in vari momenti, a partire da quella attuata da Pietro Leopoldo, che ha portato alla nascita del grande Diplomatico fiorentino, per continuare con quelle ottocentesche di epoca bonainiana e anche dell'età post-unitaria, che – magari – non hanno interessato le comunità, ma altre categorie: uffici periferici degli Stati pre-unitari o conventi). Azioni di concentrazione tipiche dell'Italia ottocentesca e novecentesca: creare gli istituti archivistici, gli Archivi di Stato (grandi centri di raccolta, archivi di concentrazione). Poco dopo l'Unità d'Italia avvenne anche il trasferimento di questo.Archivio di concentrazione presso l'Archivio di Stato
L'ufficio che dette queste carte all'Archivio di Stato si chiamava - a quel punto - prefettura.
L'altra linea conservativa da tener presente è quella dei collezionisti: il fatto che, queste pergamene sciolte, possano essere state sottratte ai luoghi naturali per essere inserite in un mercato fiorente - soprattutto in età ottocentesca; oggi siamo riusciti a recuperare queste collezioni e a conservarle nella loro dimensione di collezioni (è interessante storicizzare le collezioni, ma anche capire le provenienze dei vari pezzi). Ci sono collezioni che mostrano come ci sia stata circolazione di pergamene di comunità, anche di epoca relativamente risalente.
DUNQUE... dove sono archivi di comunità?
- Linea conservativa notarile → imbreviature;
- Libri iurium;
- Forme di concentrazione;
- Collezioni.
Soffermiamoci su quelle tipologie documentarie che...
esprimono una volontà – da parte di un consesso – nel voler fare una certa cosa. Ciò che possiamo chiamare genericamente una "delibera" di un organo consiliare. Possono essere varie le formule, ma c'è una volontà di tipo collegiale (questo è importante: non un ordine di un'autorità, non una sentenza di un giudice, ma come un consesso – gruppo di persone – esprime una volontà collegiale). Come questa volontà collegiale viene richiamata? Con quali formule? Potestas una cum consilio / consilium una cum potestate / consilium una cum vicario… Questa azione fa sì che noi si possa affermare – da un punto di vista giuridico – che l'autore dell'azione giuridica (che porta all'azione documentaria) è la comunità. In ultima analisi posso affermare che quel consesso che chiamo consiglio esprime una volontà collegiale; dunque, storicamente.Posso dire che la comunità x ha preso questa decisione. Questo il meccanismo che sta dietro al fatto giuridico che trovo nei documenti: io devo decodificare ciò che trovo e capire, storicizzandola, la fonte che ho davanti. Dunque, un consesso, radunato secondo una formula e secondo una procedura, per ordine di un'autorità, per richiamo di un'autorità, tramite procedure come bandi, suoni di campane... Nella sua tesi di dottorato, analizzando il caso di Colle Val d'Elsa, richiamava la nostra attenzione definendo analiticamente certe forme di decisione: si utilizza il termine decretum (pl. decreta) per provvedimenti esecutivi, che non necessitavano ulteriori verifiche; si utilizzano in ambito colligianole espressioni di provisiones, deliberationes, stantiamenta, deliberationes propositarum... quelle proposte che poi dovevano essere passate da un organo minore all'approvazione di un organo maggiore; esistono espressioni come...
stantiamenta expensarum, per individuare provvedimenti dispesa che dovevano essere presi da organi specifici. Dunque, quando parliamo di provvedimento di carattere deliberativo, possiamo trovare forme espressive di vario tipo, a rimarcare meglio quel tipo di azione giuridica. Riassumiamo secondo due formule: quella generica della reformatio (dove si interviene per stabilire di fare qualcosa partendo anche dal principio che quel qualcosa possa essere avulso da un testo statutario – in sostanza, qualcosa che lo statuto non prevede – anche per fatti contingenti, momentanei, necessità specifiche o interventi di integrazione/correzione degli statuti) e della procuratio (la nomina di un procuratore). In quest’ultima è anche molto evidente l’analogia formale tra ciò che il notaio fa per la comunità rispetto a quanto fa per il privato cittadino (comunità sono clienti speciali, verso i quali i notai adottano formule e procedure che sonoabituali per i notai in riferimento ai privati). L'atto di procura è tipico dei rapporti privati: atto con cui posso nominare un mio rappresentante a svolgere un'attività. Dunque, i notai sono abituati alle procure.