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La maturazione archivistica e la conservazione dei documenti
Non è solo una maturazione archivistica che abbiamo di fronte: ovvero la sensibilità che il podestà del tempo mostra verso la conservazione. È anche culturale e amministrativa. Momento in cui ci sono le condizioni politiche-generali che lo consentono. Non ci sono guerre / pandemie... ci si può concentrare su una riorganizzazione amministrativa. 1204: stesura originaria si riferisce a 80 documenti, di cui solo tre anteriori all'anno 1100, ovvero quelli che avevano ancora una diretta connessione con un interesse contemporaneo. È un intervento chiaramente diretto a un certo tipo di documentazione. I libri iurium sono il processo di selezione. Non si vuol mettere tutto, ma ciò che si ritiene opportuno. Si crea uno strumento di conservazione della memoria di certi documenti, alternativo a quello della conservazione degli originali, come se vi fossero due linee conservative (che, in parte, si sovrappongono contenutisticamente); ma ci sonoancora in Archivio di Stato documenti che non vennero messi. Questi 80 documenti riflettono quella che è la posizione del Comune in ascesa politica, sul piano delle relazioni all'esterno. Non è uno strumento di gestione della vita interna alla città (per quello ci saranno, sostanzialmente, gli statuti). Il liber iurium ci testimonia l'espansione, i contatti, la conquista del territorio, l'assorbimento delle comunità. Ci fa toccare con mano come quell'immagine che oggi abbiamo di quella potenza senese che conquista la zona limitrofa della città (a nord non riuscirà ad andare tanto più in là di Monteriggioni, ma a sud arriverà fin ben dentro e oltre la Maremma → dunque, la Toscana sud-occidentale, nelle attuali province di Siena e Grosseto). Il liber offre elementi che ci fanno quasi vivere questo progressivo ampliamento del territorio. Una sovranità che non è uniforme, che si incontra conPotenze di vario tipo, che si intreccia concomunità e comunelli di varia grandezza, con signori del territorio (potenti e minacciosi).
Quali elementi concorrono alla nascita e sviluppo del Caleffo?
A monte, intanto, vi è quella cultura che potremmo definire laica-cittadina; un mondo svincolato dal controllo vescovile sullo sviluppo del mondo comunale.
Questo contesto è arricchito dalla riscoperta (ne parlavamo a proposito dell’evoluzione del notariato) del diritto, il ritorno ad un mondo che ritrova – nella base giuridica – e crea le condizioni giuridiche di una nuova realtà.
Questo fa riferimento a una cultura, che Cammarosano ha definito “laica” e che è quel contesto di cui abbiam parlato all’inizio della nostra trattazione su cosa sono le città, il concetto di libertas… si respira un mondo nuovo, non più condizionato dall’immagine dell’abbazia che controlla il territorio (nel caso senese).
l'Abbazia di San Salvatore in Monte Amiata). Dunque un mondo che – in un contesto culturale, giuridico (ma anche culturale latu sensu, quando già nel corso del Duecento si svilupperanno nuove forme di letteratura, arte etc. → riflessioni di Tabacco) – vuole creare tramite il liber un meccanismo giuridico e amministrativo importante. Importanza di Bartolomeo di Rinaldino → podestà è senese, di lì a poco ci sarà il meccanismo per cui si ricorrerà a podestà stranieri; ma, per ora, in questo proto-sistema podestarile, ancora il momento di equilibrio lo si trova con una personalità interna, che supera il sistema dei consoli di età classica (ritornava, nelle carte libertatis analizzate, l'immagine del consul, tipico di età romana). Bartolomeo ci dà questa testimonianza – immagine tratta da una cultura classica riscoperta, filtrata dalla letteratura dei Padri della Chiesa... mache il testo sia formattato utilizzando i seguenti tag HTML:che vuol rifarsi in qualche modo alla cultura classica:
Come ai genitori è insita una quotidiana affectio per nutrire adeguatamente i figli e tutelarli dalle difficoltà e a crescerli con quanto lasciato loro in eredità, così negli amministratori deve essere insita un'attenzione costante affinché accrescano (pascant) il popolo della loro città e lo difendano dagli eventi ostili, fornendo anche ai successori l'esempio di un buon comportamento.
Gli amministratori hanno verso il loro popolo (il popolo della loro città) un compito, come può avere il bravo genitore nel nutrire e tutelare i figli.
Immagine non banale, di un "modesto" podestà di provincia.
Et quia contractus publicos quos antiquitus Comune senense contrahendo receperat, inveni, principio mei regiminis, male custoditos et indiscrete detentos, statui cum laudabiliet fido camerario meo Ranerio Bernardini, qui operami bi exhibuit cum affectu, et iussi
Eos, qui remanseras, per prudentes et fidos iudices et notarios in hunc librum publice redigi et fideliter exemplari, ne ulterius inde Comune senense dispendium sustineret.
E poiché ho trovato i contratti pubblici, che da tanto tempo (antiquitus, dall’antichità, da un lungo periodo) il Comune di Siena facendoli (contrahendo) aveva recepito/conservato (receperat) e poiché le trovai – al principio del mio reggimento – maltenuti ordinai (siccome ho trovato maltenuti i documenti) di redigere hunc librum.
Una sorta di ragionamento che parte dal bravo padre di famiglia (dunque un precetto morale) e arriva al bravo amministratore (che si controlla come un bravo capo-famiglia). Il genitore tutela i figli; l’amministratore tutela i cittadini, organizzando la documentazione.
A questo punto inizia la trascrizione degli 80 documenti, che occupano 56 carte.
A quel punto Bartolomeo ricompare, e cosa scrive?
Affinché l’istituzione di questa novità
(novitatis institutio) sia di riparazione a quanto la negligenzadei nostri predecessori aveva causato, ho predisposto – o Repubblica senese – questo utilestrumento nel quale conservare gli atti furono reperiti; ed essendo stati collocati i documenti piùantichi nella prima parte di questo volume, ho stabilito – per quelli attuali – questa seconda parte,in cui diligentemente saranno resi pubblici quelli fatti redigere dai tuoi amministratori e cheriterranno esserti utili.
Ho fatto fare questo lavoro, recuperando questi antichi documenti, ponendo così riparazione aquanto danno aveva fatto la negligenza prima di noi e da ora in poi saranno ospitati in questaseconda parte i documenti che i tuoi amministratori che i tuoi amministratori futuri riterranno essereutili.
L’invito di Bernardino fu bene accolto: sarebbero seguiti altri 900 fogli ca.C’è, dunque, una chiara consapevolezza: l’organizzazione documentaria diviene uno
strumento di governo della città. Non è solo uno strumento accessorio. Siamo in una fase in cui: c'è un evidente consolidamento dell'aristocrazia cittadina di cui Bartolomeo di Rinaldino è parte. Bartolomeo di Rinaldino è un esponente di un gruppo dirigente (di una certa aristocrazia nobiliare), che di lì a poco dovrà confrontarsi con una città dallo straordinario dinamismo economico, nella quale emergeranno anche nuove famiglie. Sarà questo scontro tra gruppi nobiliari più arcaici e antichi duecenteschi e quelli emergenti - non più costituite da milites di formazione più antica, ma famiglie legate alla mercatura - a determinare la nascita del Comune. Si contrapporranno anche in maniera diversa: Comune-Popolo. Contrapposizioni non solo nominalistiche, che poi troveranno la sintesi nell'età guelfa (quando i Nove diverranno i governatori del comune e del popolo). Da archivisti,
Dobbiamo sempre comprendere i produttori ideali (Bernardino di Rinaldino) e materiali (gli scrittori) del documento. Siamo in una fase in cui nel mondo comunale ci sono le conseguenze della pax successiva alla fase dell'insuccesso di Barbarossa. In ambito senese c'è fedeltà al contesto imperiale (Siena è ghibellina). La pax imperiale, in sostanza, funziona. Questi sono i gruppi di famiglie/personaggi che si muovono nel mondo ghibellino, di cui Federico sarà l'esponente primario, internazionale.
Il caso del Caleffo conferma tutto ciò che sappiamo di questa tipologia documentaria, anche relativamente ad altre città. Non è un copiario, o meglio, la parte iniziale lo è: Bernardino afferma di voler mettere al sicuro i documenti che i predecessori non hanno conservato in modo adeguato (l'archivio thesaurus che i predecessori avrebbero dovuto aver conservato in maniera adeguata, è stato da me trovato in grande confusione.
Dunque, copio i primi 80). Ma non per il periodo successivo: ci sono molti documenti in copia, ma ci sono gli originali. Questo – sul piano archivistico e della produzione documentaria – non è banale: significa convocare un notaio che scrive direttamente sul Caleffo (si sarà fatta una sua scheda, ma poi avrà redatto per benino in originale il documento, corredandolo di quelle corroborazioni che abbiamo già visto). Il Caleffo, come la maggior parte dei libri iurium, ha una struttura di tipo topografico, non cronologico. È come se avessimo dei blocchi di argomenti. Questi blocchi di argomenti (documenti relativi a Grosseto, alle questioni con Aldobrandeschi, la questione di Montalcino…) riflettono quella che era una disposizione archivistica (la sacca dei documenti x, il cassetto dei documenti y). Dunque, in un certo senso, lo specchio di un’organizzazione fisica di un archivio thesaurus, qui riciclato in forma di registro perchéquesto Caleffo potrà essere utile per motivi giuridici di rilettura e ricerca. Accennavamo alle omissioni. Cammarosano, nello studiare il Caleffo, evidenziava il significato di alcune omissioni: ci informa che venne escluso un documento del 1135, in cui il vescovo Ranieri (vescovo di Siena, età pre-podestarile), agendo per il popolus senese, prendeva sotto la propria tutela l'abate dell'Isola (della Badia ad Isola), dando in pegno alcuni possedimenti. Perché? Per quanto questa operazione mascherasse un intento di espansione territoriale (in fondo, il Comune di Siena, tramite il vescovo aveva acquisito un controllo su un importante potentato del territorio, quale quello di Badia ad Isola), il significato (del documento) era comunque che i senesi avevano degli obblighi verso terze persone, senza una contropartita concreta chiara. Da un lato sì, espansione, ma dall'altro abbiamo dato in vincolo alcuni possedimenti. È meglio non mettercelo nel
Caleffo. Altro caso: documento del 1164, che nel Caleffo non c'è, ma di cui abbiamo documento originale: isenesi ottengono dai signori Soarzi la cessione di alcuni diritti.