
Importante sentenza del Tar del Lazio che dà ragione a una studentessa che non aveva superato il test di ammissione alla facoltà di Medicina all'Università di Palermo. La 18enne, ipovedente, aveva fatto ricorso dopo che non le era stato fornito un testo ingrandito nonostante avesse comunicato i suoi problemi di vista.
Dopo non aver superato la prova, la candidata ha fatto ricorso e il Tar ha imposto l'annullamento del test, previa sospensione della graduatoria, e la ripetizione dello stesso.
La vicenda
La ragazza, originaria di Agrigento, prima di sostenere la prova di ammissione al corso di laurea specialistica in Medicina e Chirurgia per l'anno accademico 2017/18, aveva richiesto di disporre di tempo aggiuntivo per il test o di un questionario con il testo ingrandito. Possibilità che inizialmente l'Ateneo le aveva concesso ma che poi le sono state negate contribuendo al mancato superamento della prova. Da lì il ricorso al Tar del Lazio.Si sono costituiti in giudizio il Ministero dell’Istruzione e l'Università degli Studi di Palermo, entrambi rappresentati e difesi dall’avvocatura generale dello Stato, per chiedere il rigetto del ricorso.
La sentenza
I legali della studentessa, per vincere il ricorso, hanno puntato sull'eccesso di potere, "nonché per la falsa applicazione della normativa di settore per le categorie disabili, in quanto, contrariamente a quanto sostenuto dall’Università di Palermo, il Miur non ha affatto inserito tra i supporti vietati l’utilizzo di un testo ingrandito; non essendo quest’ultimo in grado di alterare la par condicio tra i concorrenti".Tesi condivise dal Tar del Lazio che ha accolto la richiesta cautelare disponendo la ripetizione della prova e imponendo che la ricorrente "sia dotata dei mezzi richiesti entro dieci giorni dalla notificazione dell'ordinanza".
Pertanto la studentessa potrà ripetere l’espletamento della prova con un testo ingrandito del questionario e se la supererà verrà ammessa in soprannumero al corso di laurea in Medicina e Chirurgia