
Si tratta di una delle prove di ammissione più complicate e temute: un vero e proprio argine contro cui ogni anno va a infrangersi una gran moltitudine di studenti, costretti poi a imboccare altre vie in attesa di un secondo tentativo. O di un terzo, un quarto, e così via. Parliamo naturalmente del famigerato test di Veterinaria, la cui prima sessione è andata in scena nel primo pomeriggio di ieri, 29 maggio 2024. Una data piuttosto affollata, che stando alle prime indiscrezioni ha visto la partecipazione di circa 7mila candidati.
“Molto più facile degli anni scorsi”, questo il commento a caldo di Greta, una studentessa 24enne che rientra nel conteggio di chi ha sostenuto la prova. E questa non è stata la sua prima volta: iscritta alla magistrale di Biotecnologia Animale a Bologna, è ormai al suo quarto tentativo, probabilmente l’ultimo: “Il mio sogno è sempre stato lavorare a contatto con gli animali, per questo all’inizio ho puntato su Veterinaria. Soprattutto per gli sbocchi lavorativi”.
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La storia di Greta e dei suoi 4 tentativi al test di Veterinaria
Una storia come ce ne sono tante, quella di Greta, studentessa alla magistrale di Biotecnologia Animale a Bologna con il sogno di lavorare a stretto contatto con gli animali. Un sogno che purtroppo ha subìto un primo contraccolpo quando ha scoperto di non aver passato il test di Veterinaria, nel lontano 2019. E come altri suoi colleghi alla fine ha optato per l’opzione “di scorta”, iscrivendosi a Tutela e Benessere Animale a Teramo.
E tutto sommato si è rivelata una “seconda scelta” piuttosto azzeccata, visti i primi esami macinati, uno dopo l’altro. Ma questo non le ha impedito di riprovare l’anno successivo, perché comunque non si sa mai. Ma è difficile portare avanti gli studi universitari da una parte mentre, dall’altra, ci si prepara per un test tanto selettivo. E infatti pure il secondo tentativo non è andato in porto, peccato. Il tempo passa, la triennale va avanti, e ancora quel tarlo che torna: “Perché non ritentare pure questa volta?”, si chiede Greta, che arrivata alla laurea si convince di nuovo a ritornare sui banchi. Ma niente.
In fondo poco importa, ormai il suo percorso di studi è più che avviato e quel test sembra diventato più che altro un appuntamento di routine, senza tanto valore: “Per fortuna ho trovato questa magistrale, che devo dire mi sta piacendo. Non proprio quello a cui aspiravo all’inizio, ma ora punto su questo”.
Eppure il 29 maggio era di nuovo tra i candidati al test di Veterinaria, che a questo punto è diventato una specie di ombra che la perseguita, anche al di là della sua volontà: “Quest’anno ho fatto il test solo perché mia madre mi ha iscritto a mia insaputa! Altrimenti me lo sarei risparmiata. A luglio infatti non riproverò. Il solo pensiero di dover tornare lì mi pesa tantissimo, quindi preferisco non farlo”.
E se per caso questa volta passasse? “Penso che sarebbe solo una piccola rivincita. Per ora voglio continuare il percorso che sto facendo!”.
Il test di Veterinaria 2024 secondo Greta? “Una differenza abissale rispetto all’anno scorso”
“Quest’anno era tanto tanto semplice”, dice Greta, che ha sostenuto la sessione a Tor Vergata, Roma, dove la situazione “era tranquilla. L’unica cosa assurda riguarda la logistica: potevi entrare in aula dalle 8:30 fino alle 12:30, però appena arrivavi ti ritiravano il telefono e ti facevano stare così, senza niente, in attesa fino all’inizio della prova. Insomma, tantissimo tempo”.
Punto positivo sul versante domande: “Una differenza abissale rispetto all’anno scorso”. I test del 2023 secondo Greta sarebbero stati praticamente una farsa, a partire dalla poca chiarezza intorno al punteggio equalizzato fino ai quesiti fuori programma, mai visti prima, molto più difficili rispetto alla prima sessione di quest’anno. “E poi il cartaceo è molto più funzionale rispetto al computer, almeno puoi tornare sulle domande a cui hai già risposto, cosa fondamentale a mio avviso. Senza parlare della scomodità di leggere lunghi testi su uno schermo”.
Le difficoltà del test di Veterinaria: dalle domande trabocchetto alla mole di argomenti
Greta, come dicevamo, è una veterana in fatto di test di Veterinaria, per questo il suo sguardo è prezioso per mettere a confronto le prove di ammissione nel corso del tempo. “Ricordo per esempio che la prova del 2019, che ho sostenuto a Bologna, era molto più complicata, così come quella dell’anno successivo, a Perugia. Quest’anno, ribadisco, semplice semplice”.
Ma le parole della 24enne possono far luce anche su un altro aspetto fondamentale, che può essere d’aiuto agli altri candidati. E cioè: quali sono, in generale, le difficoltà del test di Veterinaria? “Innanzitutto i posti, sempre pochissimi rispetto ai partecipanti, ancora più di Medicina”.
A complicare le cose ci sono poi le cosiddette “domande a trabocchetto”, pensate appositamente per mettere in difficoltà gli studenti. “Spesso ti danno due risposte molto simili tra loro, magari entrambe giuste, ma di cui una è più giusta dell’altra!”. Altra questione è quella delle domande a crocette, spina nel fianco di tanti studenti: “Agli orali per esempio mi sento molto ferrata, ma quando mi trovo davanti alle crocette senza la possibilità di esprimermi - o è tutto bianco o è tutto nero - non mi aiuta per niente”. Inutile poi menzionare la grande mole di argomenti, soprattutto per quanto riguarda quelli che si studiano al liceo e che non vengono più trattati durante gli anni universitari. E questo, per chi ripete il test a distanza di anni, può essere un serio problema.
La banca dati? “Una mano santa per gli studenti”
Grande novità di quest’anno è la banca dati pubblica, da cui il MUR ha estrapolato i 60 quesiti della prova, messa a disposizione degli studenti a più di 20 giorni dalla prova. Un valido alleato per gli aspiranti camici bianchi: “Una vera e propria mano santa! Può essere veramente d’aiuto, indirizza lo studio nell’ultimo periodo rendendolo più mirato. Anche se un livello più alto di preparazione generale può portare a livelli più alti di punteggio minimo”.
E, per concludere, qualche dettaglio divertente in queste occasioni non manca mai. Come quello della mamma che fotografava gli studenti immersi nei test dai vetri delle porte. “La commissione naturalmente si è arrabbiata. E poi, non contenta, questa signora ha anche tentato di entrare sul finire della prova perché, secondo lei, sua figlia era troppo tempo che stava lì dentro”.
Francesco Bertoldi