
Il Test di Medicina finisce ancora una volta sotto la lente di ingrandimento del Tar. Con l'ordinanza del 20 gennaio, i giudici del Tribunale Amministrativo del Lazio hanno infatti chiesto l'accesso agli atti, con l'obiettivo di verificare uno dei quesiti presenti nella seconda sessione di luglio del Test di Medicina e Chirurgia 2024.
Stando a quanto riporta il portale Virgilio, pare che la domanda contasse più di una risposta corretta.
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Test di Medicina 2024, il quesito incriminato
Più nello specifico, si tratta della domanda numero 50 della sezione di Chimica, presente nella banca dati pubblicata dal Ministero dell’Università.
Il quesito fu poi somministrato ai candidati durante la sessione di luglio 2024: la domanda era la numero 43 nel test.La notizia è stata divulgata dallo studio legale degli avvocati Santi Delia e Michele Bonetti, che già in precedenza avevano sollevato dubbi sulla legittimità del quesito. Lo studio legale aveva infatti sottolineato come, dopo un'accurata perizia, fosse emerso che la domanda presentava due risposte corrette.
L'appello al Tar
Per questo i due avvocati si sono rivolti al Tar. Secondo loro, il caso è solo l'ultima di una serie di procedure errate che coinvolgono le selezioni dei corsi a numero chiuso.
Tra questi anche la banca dati di Medicina, che a loro dire non avrebbe risolto le problematiche emerse con il tanto discusso TOLC. Ecco perché i due legali hanno concluso ribadendo la necessità di adottare un modello di accesso libero alle facoltà mediche, senza selezioni preliminari o successive.
Le novità del Test di Medicina 2025
In questo senso, qualcosa si sta già muovendo. Come sappiamo, lo scorso novembre il Senato ha approvato la riforma del Test di Medicina che prevede diversi passaggi. Prima di tutto viene abolito il test a crocette: vale a dire che non ci sarà alcuna prova d'ingresso.
Gli studenti saranno chiamati a sostenere un semestre durante il quale dovranno frequentare lezioni e sostenere degli esami di profitto. Trascorsi i primi sei mesi, prenderà forma la graduatoria nazionale, stilata in base agli esami superati e ai CFU ottenuti.
Non sono ancora chiare le modalità d'esame (test a crocette, orali, verifiche tradizionali), né i criteri di assegnazione dei CFU, né, tantomeno, l'impianto della graduatoria nazionale.
Sappiamo però che la riforma deve essere ancora discussa alla Camera, per poi passare dalle mani del Presidente Mattarella e, infine, venire pubblicata in Gazzetta Ufficiale: ergo, c'è ancora molta strada da fare.