
“Mi sento un fallimento, sto impazzendo”: è così che si apre il post-sfogo di uno studente che da tre anni tenta di accedere a Medicina. E che quest'anno, suo malgrado, si è imbattutto nel Semestre Aperto, con tutte le sue criticità. Così, quella che poteva sembrare una svolta, si è trasformata in un'ulteriore beffa.
Medicina, spiega su Reddit, è un sogno “da quando ero bambino”, nato da un’esperienza personale. Le paure principali sono due: “Non essere abbastanza, mi sento stupido” e il timore di “stare idealizzando medicina”. Tra i dubbi anche l’idea di aderire a un ricorso contro il Semestre Aperto: “Ditemi se ne vale la pena”.
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Semestre Aperto Medicina: cosa scrivono online gli studenti?
Molti commenti sono seguiti all'uscita del ragazzo. E molti partono da una critica diretta al nuovo sistema. Un altro studente scrive: "Il semestre filtro è una trovata delirante e su questo purtroppo non c'è nulla da fare. Mi spiace che tu ti sia trovato in questa situazione spinosa".
Qualcun'altro, invece, cerca di ridimensionare il confronto con il vecchio test: "Questo semestre è una schifezza ed è chiaro”, ammette, pur invitando a interrogarsi sulla propria preparazione, se dopo tre anni non si sono ottenuti ancora risultati. Secondo lui, il problema non è solo studiare tanto, ma farlo “con criterio e soprattutto costanza”.
L'importanza di interrogarsi sulla propria preparazione
Anche altri utenti invitano a interrogarsi sul proprio ruolo nel test: “Dopo 3 anni di tentativi hai un’idea di quale sia il tuo problema?”, chiede un commentatore, suggerendo di riconoscere le proprie difficoltà di studio o incapacità di rendere sotto pressione.
Entrambe le situazioni, secondo chi risponde, possono essere affrontate, ma richiedono un lavoro mirato durante l’anno. Un altro utente prova a sdrammatizzare: “Non sentirti stupido… o sono tutti stupidi oppure è un esame fatto male. Io propendo per la seconda”.
I consigli degli studenti
Tra i consigli più ricorrenti emerge una distinzione netta tra studio accademico e preparazione al concorso. “Devi studiare per quello che richiede l’esame”, scrive un utente, sottolineando come nei “megaconcorsi” l’obiettivo non sia comprendere a fondo la materia, ma rispondere correttamente alle prove previste.
Secondo questa visione, il metodo di studio diventa centrale tanto quanto, se non di più, dell’impegno.
Medicina: una facoltà idealizzata?
Un tema ricorrente nel dibattito, sollevato dallo stesso autore, è quello dell’idealizzazione della facoltà di Medicina e della futura professione. “Probabilmente stai idealizzando medicina come succede a tanti di noi”, scrive un ragazzo.
"Io capisco che tu voglia portare umanità in reparto", aggiunge un altro utente, "ma quando finisci in pronto soccorso chi sceglieresti? Il medico umano che ha passato gli esami per grazia ricevuta o quello che non ti guarda in faccia ma alla fine ti salva la pelle?".
L’invito è a interrogarsi sulle reali difficoltà incontrate e a valutare alternative senza viverle come una sconfitta, analizzando con lucidità “dove stanno le lacune”.
Il lato "oscuro" del percorso medico
Non manca l'esame di realtà di chi conosce la facoltà dall'interno: “Medicina è fantastica, ma io ci sto dentro e ti dico che i vantaggi di starne fuori pure sono tanti”. Da non sottovalutare soprattutto il peso psicologico del percorso e la difficoltà di conciliare studio e vita personale, con una conclusione netta: “Le altre strade non sono un dramma”.