Matteo Bortone
Autore
test medicina

Il nuovo semestre filtro per l'accesso a Medicina era stato presentato come la svolta che tutti aspettavano: una soluzione "più equa" e "meno stressante" rispetto al vecchio test d’ingresso. Doveva essere un cambio di passo verso una selezione più gradualizzata e un ambiente più sereno.

Ma la realtà, fin dal primo appello del 20 novembre 2025, sembra aver smentito l'ottimismo delle aspettative. Quella che doveva essere una prova moderna e meritocratica si è trasformata in un vero e proprio caso nazionale, segnato da irregolarità diffuse e violazioni, che mettono in discussione la validità stessa della selezione.

È in questo scenario, percepito come profondamente ingiusto da parecchie matricole, che sono scattati diversi ricorsi di vario genere, da parte di circa il 10% dei 60 mila aspiranti medici.

Indice

  1. Le azioni legali
  2. Il ricorso collettivo al TAR del Lazio
  3. Cosa è stato segnalato
  4. Una prova falsata
  5. La risposta del Ministero non basta

Le azioni legali

L'accesso al corso di laurea in Medicina, a seguito del primo esame del 20 novembre 2025, è dunque sotto assedio legale e politico, con tantissime iniziative, individuali e collettive, che contestano il "semestre filtro" introdotto quest'anno. 

L'Unione degli Universitari (Udu) mette in discussione l'intero sistema del numero chiuso, e ha già raccolto circa 5.000 firme per presentare un reclamo collettivo al Comitato europeo dei Diritti sociali. L'obiettivo è far certificare la violazione dei diritti sociali fondamentali e imporre una modifica della normativa, accusata di creare un percorso "caotico, diseguale, non trasparente" e una "selezione mascherata". 

Inoltre, Udu ha documentato "irregolarità non marginali" nella prima prova - che, ricordiamo, sarà accompagnata da un secondo appello il 10 dicembre - citando plichi aperti in anticipo, prove circolate online, violazioni dell'anonimato e l'uso di dispositivi elettronici. 

Parallelamente, il comitato Medici senza filtri (promosso tra gli altri da Radicali italiani e Studio Legale Leone-Fell & C.) ha raccolto oltre 2.500 firme per un ricorso che chiede la possibilità di scegliere l'esito più vantaggioso tra le due prove d'esame (20 novembre e 10 dicembre), anziché dover decidere prima di svolgere la seconda, come prevede attualmente il sistema.

Anche questo comitato denuncia gravi irregolarità nella prima prova, con "centinaia di testimonianze su utilizzo di dispositivi elettronici, controlli disomogenei e gestione caotica", chiedendo per questo l'annullamento dell'esame di novembre e l'implementazione di misure di sicurezza più rigorose, come metal detector, per la prossima data.

Il ricorso collettivo al TAR del Lazio

Oltre alle prime due azioni legali, per ristabilire trasparenza, legalità e parità di condizioni, l’avvocato Giacomo Romano - specializzato in diritto amministrativo - ha deciso di promuovere un ricorso collettivo al TAR Lazio. L'obiettivo è triplice:

  • Dare voce agli studenti che hanno sostenuto la prova correttamente.

  • Raccogliere le testimonianze di chi ha assistito a irregolarità.

  • Chiedere l'annullamento totale dell'esame e la sua ripetizione in condizioni davvero imparziali.

L'azione legale si oppone all'idea che il futuro accademico di migliaia di giovani dipenda "da chi ha copiato meglio o da chi si trovava nell’aula più permissiva". L'obiettivo non è fare caos, ma ripristinare il principio di uguaglianza, oggi gravemente compromesso.

La partecipazione è aperta a tutti: studenti che hanno rispettato le regole, candidati che hanno assistito a irregolarità e famiglie che rifiutano una selezione falsata. Le preadesioni al ricorso sono aperte, gratuite e non vincolanti. E servono a:

  • Raccogliere informazioni sulle irregolarità.

  • Mappare le sedi più problematiche.

  • Costruire un ricorso tecnicamente solido e rappresentativo.

  • Dimostrare al TAR la portata nazionale del problema.

Per tutti coloro che vorranno aderire, basta inviare una e-mail all’indirizzo info@salvisjuribus.it scrivendo nell’oggetto del messaggio: “Pre-adesione Ricorso Collettivo Medicina 2025-2026”.

Cosa è stato segnalato

Per capire meglio i motivi che hanno spinto tanti studenti iscritti alla facoltà di Medicina a contestare la prima prova del semestre filtro a Medicina, bisogna ripercorrere le segnalazioni raccolte in tutta Italia. Il risultato è un quadro di caos e anarchia nelle aule, molto lontano dall’idea iniziale del test. Tra le problematiche più frequenti, troviamo:

  • telefoni cellulari attivi e squillanti durante la prova;

  • smartwatch e dispositivi elettronici usati sotto gli occhi dei presenti;

  • foto e video dei quesiti pubblicati online mentre l’esame era ancora in corso;

  • compiti consegnati completi quando il tempo ufficiale non era ancora scaduto;

  • candidati che parlavano liberamente e si scambiavano suggerimenti;

  • persino un walkie-talkie nascosto trovato sotto una sciarpa in un’aula.

Una prova falsata

In particolare, il presunto uso dei telefoni cellulari, espressamente vietati dal regolamento, avrebbe permesso ai candidati meno onesti di avvantaggiarsi in modi impensabili. Il danno, nel caso, non sarebbe solo teorico, ma concreto e misurabile. Perché vorrebbe dire che:

  • Molti hanno potuto consultare strumenti di intelligenza artificiale.

  • Altri hanno potuto chattare con l'esterno e scambiarsi risposte.

  • Soprattutto, si sono potuti diffondere i quesiti in tempo reale.

In queste condizioni, dire che la gara è stata leale è impossibile. Chi, eventualmente, dovesse aver violato le regole avrebbe ottenuto un vantaggio concreto, spesso decisivo, penalizzando di fatto tutti gli altri. Il risultato finale sarebbe una prova viziata alla radice, che non rispecchia in alcun modo la preparazione reale dei candidati.

La risposta del Ministero non basta

Il ministro dell’Università e della Ricerca, Anna maria Bernini, e la Presidente della CRUI, in risposta alle numerose segnalazioni hanno comunque annunciato l'intenzione di colpire solo i singoli responsabili, respingendo l'idea di annullare l'intera prova.

Ma questa posizione, secondo molti studenti, giuristi e famiglie, è insufficiente e ingiusta. Individuare uno per uno tutti i trasgressori, secondo loro, è praticamente impossibile. Per diverse ragioni, quali:

  • Le chat non possono essere recuperate in modo completo.

  • Non esistono prove puntuali per ogni singolo candidato.

  • Molti avranno beneficiato indirettamente delle irregolarità senza lasciare tracce.

Se così fosse, il paradosso è dietro l'angolo: chi ha copiato potrebbe rimanere in posizione utile, mentre chi è stato onesto rischierebbe l'esclusione.

Skuola | TV
Come diventare doodle artist, ovvero ‘scarabocchiare’ per lavoro: la storia di Fra!

Ospite del vodcast YouTube di Skuola.net, Francesco Caporale, in arte fra!, spiega come diventare doodle artist

Segui la diretta