
"Parzialmente", perché i giudici hanno annullato i decreti del MUR, nonché i bandi degli atenei e la graduatoria unica nazionale, ma al tempo stesso hanno mantenuto valide le immatricolazioni di chi, avendo superato il test di Medicina, si è già iscritto all'anno corrente o risulta in procinto di iscriversi.
Parallelamente, però, hanno bloccato sia gli scorrimenti di graduatoria, sia l'accesso in sovrannumero dei ricorrenti.L'atto finale del ricorso che ha scatenato il polverone, quindi, non accontenta chi, non avendo passato il test, l'aveva presentato nella speranza di ottenere un lasciapassare per la facoltà o di ripetere l'esame.
Il CISIA difende il sistema del TOLC Med
Il CISIA dal canto suo difende il modello di accesso di corsi di laurea, sottolineando quanto affermato da un passaggio della sentenza: “Dev’essere chiaro, peraltro, che il Collegio non intende censurare né il fatto in sé della sottoposizione ai candidati di prove diverse, né la scelta di avvalersi, in generale, di meccanismi di equalizzazione (o di altro tipo) volti ad assicurare, nell’ambito di procedure siffatte, un’effettiva parità di trattamento tra i candidati”.
Eppure il perno su cui si motiva la sentenza è proprio il meccanismo del punteggio e dell'equalizzazione. Questo il motivo per cui la prova del 2023 non avrebbe consentito pari condizioni tra i candidati. Ma, secondo il Consorzio, sarebbe stato proprio il coefficiente di equalizzazione a garantire l'equità del test.
Il TOLC, spiega il CISIA, "si fonda sulla somministrazione di prove diverse la cui omogeneità, in termini di difficoltà, è stata assicurata dalle commissioni di esperti a tal fine nominate. I punteggi conseguiti sulla base di tali prove sono stati “cesellati” con l’attribuzione di un valore, ossia il coefficiente di equalizzazione, previsto al fine di misurare statisticamente la difficoltà di ciascuna prova, così da garantire scientificamente la par condicio tra i candidati."
Annullamento test di Medicina, per il CISIA "evidente contraddittorietà della motivazione"
Secondo il CISIA il giudice, se da un lato in sostanza conferma la correttezza della predisposizione dei test, dall'altro confonde il concetto di omogeneità con quello di identicità, "censurando uno dei corollari del modello di accesso ovverosia la sussistenza di un minimo scarto quanto al livello di difficoltà delle prove, fisiologico in ragione del fatto che si trattava di prove diverse, pur dando atto che le prove stesse erano state predisposte con criteri che assicuravano l’omogeneità ex ante.""La sentenza si presenta alquanto “anomala”", conclude il CISIA, "anche in ragione della evidente contraddittorietà della motivazione".