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Sintesi
Sport e libertà


Materie sviluppate
Latino: la figura del gladiatore all'interno della società romana lo sportivo che rischia la vita per soddisfare la felicità del popolo
Storia: il fenomeno sportivo della DDR lo sport che assume un ruolo principale nella guerra fredda e lo stato che si impossessa degli atleti in quanto "strumenti di guerra"
Inglese: "The loneliness of the longdistance runner" di Alan Sillitoe è una storia che parla di un ragazzo rinchiuso in riformatorio che viene costretto a correre la maratona contro i ragazzi degli altri riformatori; il capo del riformatorio lo minaccia dicendogli che se non vince la gara sarà costretto a lavare pavimenti per tutta la vita. Tuttavia, una volta arrivato in prossimità del traguardo, decide di fermarsi e di non vincere. Egli rappresenta lo sportivo che si ribella al potere, così come raccontano anche le altre 2 storie inserite: Tommie Smith e Cassius Clay (ma volendo si può aggiungere anche la storia di Rubin Hurricane Carter)
Estratto del documento

LS – V C –

2008/2009 INTRODUZIONE

Lo sport è parte integrante della cultura di una società e si sviluppa in simbiosi con i cambiamenti

che la contraddistinguono.

Spesso gli atleti perdono la loro libertà per soddisfare le necessità della società in cui vivono.

L’atleta infatti attraverso le sue vittorie diventa OGGETTO di vanto e STRUMENTO per fini

politici e propagandistici.

Nella società romana i giochi gladiatori, nonostante la loro crudeltà, acquisirono un’importanza

fondamentale: divertimento e valvola di sfogo per le tensioni del popolo da una parte e controllo da

parte del potere dall’altra.

Nella la Germania dell’Est, lo sport assume un’importanza politica ed ideologica e attraverso

quello che si può definire “Doping di Stato” che viola i diritti umani e civili, l’atleta diventa

Testimone e Rappresentante del potere della Nazione.

In entrambi i casi l’atleta diventa oggetto - strumento e pertanto perde la propria libertà.Per contro,

l'importanza assunta dallo sport a livello sociale, politico e mediatico, ha indotto alcuni atleti ad

utilizzarlo per la rivendicazioni dei diritti civili, per combattere le ingiustizie della loro società

perciò per la libertà.

LATINO I GLADIATORI

Il termine gladiatore prende nome dalla spada usata da

questi combattenti, il gladio, un tipo di spada corta.

Questa figura nacque a causa del fanatismo del popolo

romano, che si esaltava molto nel vedere i combattimenti

nelle arene, quindi gli imperatori erano soliti fare questi

combattimenti per accontentare il popolo, famosa è la

citazione di Giovenale “panem et circenses”. Inizialmente

i gladiatori erano schiavi portati a Roma da conquiste

dell’impero, o criminali, ma infine entrarono anche

uomini liberi che avevano qualche debito con la giustizia.

L'ipotesi che i giochi gladiatori siano nati in Etruria o che i Romani li abbiano mutuati dagli

Etruschi sembrerebbe trovare fondamento su testimonianze archeologiche, in particolare pitture

tombali, e su fonti letterarie. I combattimenti gladiatori furono introdotti nei giochi pubblici romani

nel 105 a.c. da Gaio Mario.

L’addestramento dei gladiatori

L’addestramento dei gladiatori era ancora più approfondito di quello praticato nelle scuole militari

romane. Praticavano la scherma, il maneggio di armi particolari, e miglioravano la loro condizione

fisica con faticosissimi allenamenti. L'addestramento, avveniva nella cosiddetta "Palestra", collegata

al Colosseo tramite un corridoio sotterraneo, occorreva inoltre aver cura di questi atleti, dei loro

momenti di rilassamento e del prestigio della loro reputazione. Tra il primo e il secondo secolo dopo

cristo, la gladiatura divenne uno sport di alto livello a Roma, e i centri di addestramento

rivaleggiavano tra loro nel cercare di produrre i migliori combattenti. Le condizioni di vita per i

migliori gladiatori erano eccezionali, in quanto essi avevano le porte aperte a tutte le serate

mondane organizzate a Roma e nei suoi dintorni. Mentre i medi gladiatori non avevano il privilegio

dell'accesso alle feste ma questa notorietà faceva parte della vita che inseguivano tanti giovani

gladiatori. 3

Sport e Libertà La costruzione dell’anfiteatro Flavio

Il Colosseo, originariamente conosciuto come Anfiteatro Flavio è il più famoso anfiteatro romano,

ed è situato nel centro della città di Roma. In grado di contenere fino a 50.000 spettatori.

L'anfiteatro fu edificato in un'area al limite orientale del Foro Romano. La sua costruzione fu

iniziata da Vespasiano nel 72 d.C. e fu inaugurato da Tito nell'80 d.C., con ulteriori modifiche

apportate durante il regno di Domiziano. Non più in uso dopo il VI secolo, l'enorme struttura venne

variamente riutilizzata nei secoli, anche come cava di materiale.

 I giochi inaugurali dell'anfiteatro Flavio

si tennero nell'80, per volere dell'imperatore romano Tito, al fine di celebrare il completamento del

Colosseo, ai tempi noto come Anfiteatro Flavio (latino: Amphitheatrum Flavium). Vespasiano ne

iniziò la costruzione attorno al 70, ma i lavori vennero completati da suo figlio Tito poco dopo la

sua morte avvenuta nel 79.Per la struttura di questi giochi sembra abbiano seguito lo schema dei

ludi romani: spettacoli con animali al mattino, seguiti dalle esecuzioni dei criminali verso

mezzogiorno, e al pomeriggio combattimenti di gladiatori e la riproposizione di famose battaglie. I

giochi con gli animali, provenienti da tutto l'impero romano, comprendevano strane cacce e lotte tra

specie diverse. Gli animali giocavano anche un ruolo importante in alcune esecuzioni che

fungevano da rievocazione di miti ed eventi storici. Anche le battaglie navali facevano parte degli

spettacoli, ma il fatto che venissero tenute nell'anfiteatro piuttosto che su un lago fatto costruire da

Augusto è ancora oggetto di dibattito tra gli storici. 4

Sport e Libertà

 Marziale Liber de spectaculis

Verso l'80, in occasione dell'inaugurazione dell'Anfiteatro Flavio, ad opera dell'imperatore Tito,

Marziale pubblicò il primo libro di epigrammi detto Liber de spectaculis che comprende una

trentina di carmi che descrivono i vari spettacoli offerti al pubblico.

Essi rappresentano la tipica poesia d’occasione, e così lì presenta il poeta rivolgendosi

all’imperatore Tito: “scusa questi versi improvvisati: non merita di dispiacerti

chi si affretta o Cesare, a piacerti”.

In quest’opera la vita di Roma viene colta in un unico, ma fondamentale aspetto quello del

divertimento rappresentato dai giochi del circo. La realtà dunque compare nel suo lato più

grandioso e spettacolare e viene trattata dall’autore sia come un motivo di glorificazione

dell’imperatore, sia come un esperienza memorabile del suo pubblico, che il poeta intende fissare

definitivamente con i mezzi di un arte vivida e concisa. Oltre al motivo adulatorio che non manca

quasi mai, è notevole in questi componimenti la volontà di lavorare sugli eventi, cogliendone gli

aspetti strani e inconsueti e magnificandoli con riferimenti al mito riferimenti del resto quasi

obbligati perché molti spettacoli si ispiravano alla mitologia. 5

Sport e Libertà Commodo l’imperatore gladiatore

Commodo è stato un imperatore romano, membro della

dinastia degli Antonini; regnò dal 180, dopo la morte del

padre Marco Aurelio fino al 192 data della sua morte.

Ebbe una passione sfrenata per i combattimenti dei

gladiatori, al punto da scendere egli stesso nell'arena

vestito da gladiatore. Questo era considerato scandaloso

dal popolo di Roma che considerava i gladiatori al rango

busto che ritrae l’imperatore Commodo con gli attributi del dio

più basso della scala sociale.

ercole

Le sue prestazioni erano assai ridicole, infatti entrava nell'arena armato di tutto punto a combattere

contro disgraziati armati solo con spade di legno. Vestito come l'eroe mitologico greco Ercole,

Commodo sosteneva di aver ucciso 12.000 uomini in combattimenti gladiatori. Per ogni apparizione

nell'arena, addebitava alla città di Roma un milione di sesterzi. Commodo pretese inoltre di essere

adorato come l’ “Ercole romano” e si fece raffigurare con gli attributi di tale dio (clava e pelle di

leone) sulle monete e nell’iconografia del tempo.

Nel 399 ci fu la chiusura delle scuole di gladiatori a Roma, sotto pressione dei cristiani che non

erano favorevoli a questo tipo di combattimenti. 6

Sport e Libertà

STORIA LO SPORT NELLA DDR

IL QUADRO STORICO

 7 Ottobre 1949 - la DDR viene proclamata nel settore est di Berlino e viene eletto residente

di Stato Wilhelm Pieck.

 1950 - Walter Ulbricht diviene segretario generale del Partito Socialista Unificato Tedesco

 1956 - la DDR aderisce al Patto di Varsavia

 1957 - la DDR viene riconosciuta dall’URSS e dichiarata pienamente sovrana

 1960 - dopo la morte di Wilhem Pieck assume il ruolo di Presidente di Stato Johannes

Dieckmann, Ulbricht diviene Presidente del Consiglio di Stato.

 1961 - viene costruito il Muro di Berlino.

 1968 - per la prima volta ai giochi olimpici la Germania Est partecipa separatamente

rispetto alla Germania Ovest, conquistando 9 ori 9 argenti e 7 bronzi.

 18 settembre 1973 - la DDR viene ammessa all’ONU insieme alla Germania Ovest. Muore

Walter Ulbricht , il suo posto è preso da Willi Stoph

 1976 - in occasione dei giochi olimpici di Montreal la Germania Est si classifica al secondo

posto dietro all’URSS e superando gli USA per un totale di 40 ori, 25 argenti e 25 bronzi

 1980 - nell’edizione dei giochi boicottata dagli Stati Uniti la Germania Est raggiunge il

record personale di medaglie (47 ori, 37 argenti e 32 bronzi) arrivando seconda nella

classifica generale

 9 novembre 1989 - cade il Muro di Berlino

 3 Ottobre 1990 - la Germania Est si riunisce definitivamente alla Germania Ovest. 7

Sport e Libertà IL FENOMENO DELLO SPORT NELLA DDR

Nella Repubblica Democratica Tedesca, dagli anni 50 fino alla caduta del muro di Berlino, la

pianificazione sportiva fu condotta in maniera sistematica e scientifica: sorsero infatti centri

specialistici, come l'Università dello sport di Lipsia, di sperimentazione e applicazione per la

costruzione di atleti, che era in qualche modo la conseguenza dell'uso scopertamente ideologico

dello sport da parte dei regimi comunisti. Questa propaganda sportiva nasceva dalla volontà di

questi stati di voler contrastare il mondo occidentale anche in ambito sportivo e non volendo

sfigurare facevano allenare duramente i loro atleti a volte somministrando loro sostanze dopanti. La

DDR infatti, paese di circa 17 milioni di abitanti, riuscì a vincere alle olimpiadi estive 153

medaglie d’oro, 129 d’argento e 127 di bronzo, partecipando solo a 5 edizioni

(1968,1972,1976,1980,1988). Infatti la DDR da un punto di vista statistico e percentuale è di gran

lunga quella che ha avuto più successo nel mondo. Questo successo sportivo nella Repubblica

Democratica Tedesca è stato reso possibile da due fattori storici. Per primo la figura politica di

Walter Ulbricht, che governò il paese dal 1945 sino al suo ritiro nel 1971. infatti si interessò allo

sport sia dal punto di vista personale ma soprattutto per dimostrare la superiorità politica del

socialismo. Ulbricht decise subito dopo la fondazione della DDR, il 7 ottobre 1949, di creare una

cultura sportiva esemplare, orientata verso alte prestazioni, che sarebbe servita da modello per altri

settori della società della Germania dell’Est. L’ obbiettivo fu pienamente raggiunto tanto che oggi si

considera l’apparato sportivo della DDR come la subcultura più sviluppata di questo paese.

Il secondo fattore che permise un rapido sviluppo dello sport fu la figura dell’unione sovietica, che

fu la guida ideologica della Germania dell’Est. L’influenza sovietica sul sistema sportivo della

Germania dell’Est consistette solo nell’egemonia dell’ideologia marxista-leninista, e non in un

processo di russificazione. Infatti uno dei punti fondamentali che riguardava lo sviluppo della

cultura fisica era la consapevolezza patriottica. Infatti nel 1954 Manfred Ewald storico leader del

sistema sportivo della DDR, era tornato da Mosca grato dei numerosi e utili consigli che gli erano

stati dati. Dieci anni dopo furono i sovietici a chiedergli consiglio, segno di un forte sviluppo. 8

Sport e Libertà

LO SPORT, IL TEMPO LIBERO E LA PRODUTTIVITA’

La cultura della Germania dell’Est si basò totalmente sugli ideali marxisti-leninisti, all’interno dei

quali lo sport gode di uno status ufficiale. Infatti una delibera del 1968 del consiglio di Stato tedesco

descrisse lo sport come promotore della partecipazione di tutti allo sviluppo di un modo di vivere

salutare, ottimistico e creativo. L’ideologia sovietica infatti non accettò l’idea del tempo libero

autonomo, visto come elemento negativo e molto presente nella società capitalista. Al contrario

proponeva numerose attività fisiche a cui tutti i lavoratori prendevano parte.

Nella DDR infatti il tempo libero era integrato nel completo sviluppo dell’uomo e molto

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