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“IL MONDO DEI
LAVORATORI”
PREMESSA:
L’oggetto della mia tesi sono i lavoratori ed in
particolare il ruolo fondamentale che essi
ricoprono all’interno dell’azienda. La figura
del lavoratore è stata però considerata in
modo differente nel corso della storia.
Oggi appare evidente qual è l’importanza del
personale come “elemento chiave” della
gestione aziendale. È quindi fondamentale
occuparsi dell’organizzazione del personale
all’interno dell’azienda . Inoltre numerosi
Paesi investono ingenti capitali per formare
personale sempre più qualificato.
In passato il lavoratore invece era visto solo
come un semplice “strumento” della
fabbrica. Questo aspetto viene ampliamente trattato in particolare dalla “letteratura
industriale” del Secondo Dopoguerra, che registra il livello di degrado e malessere
dell’operaio nella fabbrica.
Solo grazie ai sindacati ed ai partiti la funzione del lavoratore è stata rivalutata. Infatti
attraverso le numerose lotte e scioperi, riuscirono a garantire le tutele essenziali e i
principali diritti, tutt’ora presenti nella nostra Costituzione.
Nonostante la figura del lavoratore sia stata rivalutata, esistono comunque numerose
problematiche legate alla sicurezza sul lavoro e alle forme di sfruttamento.
Soprattutto legato allo sfruttamento dei lavoratori si ricollega uno dei più gravi
fenomeni, cioè “la piaga del lavoro minorile”.
Il mondo dei lavoratori, nonostante le numerose conquiste, presenta quindi ancora
rilevanti problemi da risolvere. Occorre quindi che tutti i Paesi comprendano
l’importanza centrale dei lavoratori,poiché costituisce il “cuore” dell’azienda.
“ Lavoro è vita, lo sai, e senza
quello esiste solo paura e
IL insicurezza. „
MONDO John Lennon
DEI LAVORATORI :
Indice
IL RUOLO DEL PERSONALE ALL’INTERNO
DELL’AZIENDA
N ell’ultimo decennio le imprese si sono trovate ad operare in una realtà
caratterizzata: da profonde rivoluzioni tecnologiche, da una crescente flessibilità
e da profondi mutamenti nelle professioni. Viviamo nell’era post-industriale,
nella quale per le imprese si è affermata l’importanza delle competenze, delle
conoscenze, delle capacità e dell’apprendimento continuo.
Le risorse umane occupano quindi un ruolo centrale nella gestione delle aziende
moderne; sono un vero e proprio capitale per l’impresa. Ma per essere efficiente e
competitivo il personale deve essere prontamente gestito. Questo avviene tramite
l’organizzazione aziendale. L’organizzazione aziendale è il risultato del dinamico
coordinamento tra le risorse di cui l’azienda dispone e l e strutture, i rapporti, i
meccanismi operativi e le procedure che essa utilizza nell’impiego di tali risorse e
nelle relazioni con l’esterno per conseguire i propri obbiettivi.
Quindi in ogni sistema organizzativo aziendale si possono distinguere:
L’organizzazione fisico-tecnica, che si riferisce alle modalità operative con
cui si utilizzano i mezzi materiali;
L’organizzazione del fattore umano, che riguarda i rapporti fra gli individui
che, con ruoli e responsabilità differenti, operano in ambito aziendale.
La risorsa umana quindi è un elemento di importanza centrale nella vita della moderna
impresa industriale. La disponibilità di personale con un’elevata professionalità,
fortemente motivato e con un vivo senso di appartenenza all’azienda in cui opera,
rappresenta indubbiamente un fattore strategico di grandissimo rilievo per il successo
dell’impresa.
L’attività di progettazione della struttura organizzativa mira così a definire:
La divisione del lavoro, attuando una precisa attribuzione di funzioni e di
competenze ai soggetti che partecipano all’attività;
La distribuzione del potere decisionale nell’ambito della struttura e
l’attribuzione delle responsabilità;
Il coordinamento delle azioni delle varie unità organizzative,indirizzandole verso
l’obbiettivo aziendale programmato, creando un’efficiente rete di
comunicazione.
In base alla divisione del lavoro, ogni struttura può essere analizzata a seconda del
profilo adottato:
1. Il profilo verticale: riguarda i diversi livelli fra i quali viene suddiviso il potere
decisionale con le relative responsabilità, dall’alto verso il basso;
2. Il profilo orizzontale: considera invece particolari criteri di specializzazione
per la suddivisione delle responsabilità. Questi criteri sono principalmente:
Specializzazione per funzione, che aggrega il personale e le altre risorse
aziendali in base alle tipiche funzioni aziendali;
Specializzazione per prodotti, che
aggrega il personale in base ai diversi
tipi o linee di prodotti o servizi;
Specializzazione per area
geografica: che aggrega il personale in
base in funzione dell’area territoriale in
cui viene utilizzato;
Specializzazione per progetto: che
aggrega il personale in base ai diversi
“progetti” intrapresi dall’impresa.
Le strutture organizzative concretamente adottate si ricollegano alle scelte operate dai
vertici aziendali e alle dimensioni dell’impresa. I modelli organizzativi sono
principalmente tre: la struttura funzionale, la struttura divisionale e la struttura a
matrice.
1. La struttura funzionale
La struttura funzionale presenta le seguenti caratteristiche:
Le attività e le competenze che dipendono in modo diretto e immediato dalla
direzione generale sono raggruppate per funzioni gestionali omogenee, ossia
con riferimento ai principali sottosistemi di operazioni nei quali può essere
suddiviso il sistema aziendale;
E’ caratterizzato dal principio della specializzazione dei capi di grado elevato e
intermedio, con la conseguenza che ciascuna unità operativa può ricevere ordini
da più superiori nell’ambito delle competenze di quest’ultimi;
E’ denominata anche plurifunzionale in base al principio della specializzazione.
Infatti le competenze vengono divise su più livelli;
E’ di tipo accentrato, in quanto le decisioni più rilevanti sono prese dalla
direzione generale;
E’ adatta alle imprese di dimensioni medie con un’attività non molto
diversificata.
2. La struttura divisionale o multi divisionale
La struttura divisionale presenta le seguenti caratteristiche:
E’ adatta alle imprese di grandi dimensioni, con un’attività diversificata;
Le attività vengono raggruppate per linee di prodotti o per aree geografiche o
per categorie di clienti. Ogni raggruppamento rappresenta una “divisione”;
E’ di tipo decentrato, in quanto ogni divisione è dotata di autonomia
organizzativa e decisionale e opera sotto il controllo di un direttore di divisione;
Il coordinamento della gestione delle divisioni spetta alla Direzione generale.
I principali vantaggi di questo modello sono: un migliore e più efficace coordinamento
dell’attività aziendale, maggiore tempestività e la migliore conoscenza di causa con
cui sono prese le decisioni operative. Gli svantaggi invece sono rappresentati dai
possibili conflitti tra le divisioni e gli organi di staff.
3. La struttura a matrice
La struttura a matrice presenta le seguenti caratteristiche:
E’ utilizzata per le aziende di grandi dimensioni che operano per progetti
realizzando “per commessa” prodotti singoli complessi (Esempio:navi,
aerei,ecc)
Attua una divisione del lavoro basata su un duplice criterio organizzativo (per
funzione e per progetto), attuando una divisione su due linee;
A progetto ultimato, l’unità organizzativa si sciogli e i suoi membri vengono
destinati a nuovi incarichi.
I vantaggi sono da individuare:
Nella flessibilità di questo modello, che consente di gestire le risorse umane in
base alle necessità;
Nell’ addestramento al coordinamento e alla cooperazione;
Nella capacità di promuovere la formazione del personale;
Nelle economie di scala che consente di realizzare.
Gli svantaggi riguardano soprattutto la difficoltà e la complessità della sua gestione,
nonché dalla possibile conflittualità tra responsabili di funzione e di progetto.
La continua evoluzione dei mercati sta inoltre inducendo le imprese a raggiungere
nuovi orientamenti in materia di organizzazione. Sono espressioni di tale processo la
“lean organization” e la “learning organization”. La prima mira a ridurre il numero
dei livelli gerarchici, aumentare la responsabilizzazione delle persone e la loro
autonomia decisionale. La seconda invece ha lo scopo di promuovere in tutta la
struttura un processo di continuo apprendimento, basato sulla formazione e sulla
capacità dell’azienda e delle persone di capire i cambiamenti in atto e di produrre
innovazione.
Anche nelle imprese bancarie la funzione del personale emerge immediatamente,
particolarmente nel settore del marketing bancario.
Il marketing bancario può essere definito come la complessa attività rivolta a
soddisfare i bisogni e le esigenze dei clienti attraverso la progettazione, la
realizzazione e la distribuzione di prodotti e di servizi bancari, individuati mediante un
attento studio della domanda, ma anche stimolati con adeguate azioni di promozione
e di pubblicità. Entra quindi in funzione il marketing mix, lo strumento per l’attuazione
di tali strategie e per raggiungere gli obbiettivi prefissati nei programmi aziendali. Esso
riguarda le decisioni relative ai seguenti fattori, noti come le 5 P del marketing mix:
PRODOTTO/ SERVIZIO;
PREZZO;
PUNTI DI VENDITA;
PROMOZIONE;
PERSONALE.
Il personale ha un ruolo decisamente maggiore rispetto a quello che esso investe
nelle aziende di ogni altro tipo. Ciò che la banca “vende” infatti non è in genere il
singolo prodotto o servizio in se e per se, ma un pacchetto “integrato” nel quale al
prodotto si accompagna una serie di attività di consulenza e di assistenza, prestate dal
personale bancario.
Da qui l’importanza della formazione del personale, intesa come azione permanente
rivolta a far acquisire agli operatori del settore una mentalità chiaramente orientata al
mercato. Del resto, il crescente impiego delle tecnologie informatiche fa si che in
banca il personale sia sempre meno adibito ad attività amministrative e burocratiche e
sempre più impegnato in compiti di collocamento dei prodotti e in attività di assistenza
e consulenza alla clientela.
LA LETTERATURA INDUSTRIALE
A lla fine dell’Ottocento l’Europa conobbe un periodo di sviluppo economico
impetuoso e generalizzato. Le nuove scoperte scientifico-tecnologiche, la nascita
di città sempre più estese, e, di conseguenza, la vita sempre più veloce e
frenetica, sconvolsero totalmente i modi di vedere e di vivere la vita quotidiana, e i
rapporti fra uomo e natura.
Tutto questo darà vita a due atteggiamenti fra loro contrapposti nei confronti del
progresso, che saranno alla base delle poetiche del Naturalismo (che avrà un
atteggiamento positivo e fiducioso nei confronti della scienza) e, successivamente, del
decadentismo che , al contrario, rivendicherà quelle “corrispondence” tra uomo e
natura, ormai impossibili.
Così mentre i positivisti esaltano il progresso e il metodo scientifico, gli altri
movimenti come il Verismo e il decadentismo contestano invece il degrado e il
malessere psicologico che ha comportato l’affermarsi del progresso. Il progresso è solo
esteriore poiché in realtà logora l’uomo al suo interno, quindi l’umanità progredisce
per le conquiste scientifiche e tecnologiche, ma l’uomo singolo è sempre
dolorosamente infelice e malato.
Successivamente questo pensiero pessimista viene ripreso nel secondo
dopoguerra, mentre l’Italia si avvia a diventare un Paese moderno e avanzato. Infatti
le conseguenze del Boom economico che si verifica sono di enorme portata, non solo
sulle condizioni materiali della vita degli italiani, ma sull’insiemi dei rapporti sociali, sui
comportamenti e sulla mentalità. Tali riflessi toccano inevitabilmente la vita culturale e
in particolare la letteratura, che non può
restare estranea, in un modo o nell’altro,
alle trasformazioni del contesto in cui
nasce.
Questa letteratura deve cogliere le