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furono distrutti; lo schieramento dei carri armati, dispersi tra la fanteria, era perdente nei confronti della
concentrazione dei mezzi corazzati tedeschi. Gli ordini dati alla fanteria furono di contrattaccare senza
ritirarsi, ma la maggior parte dei soldati sovietici cadde combattendo o fu catturata.
Prime vittorie tedesche
Per l'invasione, l'esercito tedesco era stato organizzato in tre gruppi armati – Nord, Centro e Sud – che
puntarono rispettivamente verso Leningrado (attuale San Pietroburgo), Mosca e Kiev. Hitler e i suoi generali
concordavano sul fatto che il problema principale era bloccare l'Armata Rossa e sconfiggerla prima che
potesse ripiegare verso l'interno del paese. I(l grosso dell'esercito si mosse verso Mosca). I tedeschi
prevedevano di vincere in dieci settimane: era un punto essenziale, in quanto l'inverno russo avrebbe
bloccato le operazioni, mentre l'impegno bellico nei Balcani aveva già causato un ritardo di tre settimane.
Mussolini decise di collaborare all'operazione Barbarossa con l'invio di un Corpo di spedizione italiano in
Russia (CSIR) composto di 62.000 uomini che i tedeschi schierarono in Ucraina. Sul fronte opposto furono
Churchill a offrire ai sovietici un'alleanza e Roosevelt gli aiuti consentiti dalla Legge. All’inizio d’agosto, i
tedeschi ,erano ormai prossimi a Mosca.
I russi avevano sacrificato moltissimi soldati e armamenti per difendere la capitale. Hitler , non era
soddisfatto e ordinò al Gruppo Centro di spostare il grosso degli armamenti a nord e a sud per aiutare gli altri
due gruppi d'invasione, fermando in questo modo l'avanzata verso Mosca.
L'avanzata verso Mosca
Il Gruppo Centro riprese le azioni il 2 ottobre, catturando in due settimane 663.000 militari nemici. Le piogge
autunnali trasformarono tutto il terreno in fango e bloccarono l'avanzata per quasi un mese. A metà
novembre arrivò il freddo e il terreno gelò. Hitler e il comandante del Gruppo Centro, il feldmaresciallo Fëdor
von Bock, decisero, nonostante l'inverno, di concludere la campagna del 1941 con la conquista di Mosca.
Verso la seconda metà di novembre Bock mosse verso Mosca, arrivando a 32 km dalla città. La temperatura
era bassissima, la neve copriva le strade, macchine e uomini non erano attrezzati ad affrontare un freddo
così intenso. Il 5 dicembre i generali tedeschi ammisero il blocco totale dell'avanzata. Carri armati e camion
erano congelati, le truppe demoralizzate.
La controffensiva sovietica
Stalin, in accordo con il maresciallo Georgij Wukov, aveva trattenuto a Mosca le riserve, tra cui molti giovani,
ma anche veterani. Il 6 dicembre i sovietici contrattaccarono e, dopo pochi giorni, le avanguardie corazzate
tedesche si ritirarono, lasciando sul terreno una quantità di veicoli e armamenti resi inutilizzabili dal gelo.
Su ordine di Stalin, il contrattacco di Mosca dette il via a una controffensiva sull'intero fronte. I tedeschi non
avevano costruito linee di difesa sulla retroguardia e Hitler ordinò alle truppe di non retrocedere. I russi
annientarono molte divisioni, ma i tedeschi resistettero abbastanza per superare l'inverno e mantenere
l'assedio di Leningrado, minacciando Mosca e occupando l'Ucraina.
Per la prima volta dal 1939 falliva un piano tedesco di annientamento del nemico. L'obiettivo di assicurarsi
grandi quantitativi di viveri e materie prime dalla Russia sconfitta non si realizzò, perché le ferrovie erano
state distrutte dai sovietici in ritirata, e altrettanto era stato fatto con le colture, il bestiame e ogni altra risorsa.
L'aiuto in materie prime concesse dagli americani, trasportate da convogli britannici che subirono perdite
pesanti nei porti settentrionali della Russia, assicurò ai sovietici radar, radio e altri equipaggiamenti
sofisticati.
Terza fase: ribaltamento degli equilibri
Alla fine del mese di dicembre 1941, Roosevelt, Churchill e i rispettivi consiglieri si riunirono a Washington.
Tutti concordarono sulla necessità di sconfiggere prima la Germania e, avendo l'Inghilterra i mezzi necessari
per combattere in Europa, dovevano essere i britannici a condurre le operazioni, mentre la guerra con il
Giappone avrebbe impegnato quasi esclusivamente gli americani. Il 1° gennaio 1942 Stati Uniti, Gran
Bretagna, Unione Sovietica e altri 23 paesi firmarono la Dichiarazione delle Nazioni Unite, impegnandosi a
non perseguire paci separate. Nazioni Unite divenne il nome ufficiale della coalizione anti Asse, ma il termine
più usato per indicare queste potenze rimase quello utilizzato già nella prima guerra mondiale: Alleati.
Agli inizi del 1942 gli Stati Uniti non potevano ancora prendere parte a molte delle azioni che avevano luogo
in Europa.
Europa
A questo punto il grande interrogativo era se l'Unione Sovietica sarebbe stata in grado di sopportare una
seconda offensiva tedesca; i russi premevano sugli Stati Uniti e sulla Gran Bretagna affinché si
adoperassero per alleggerire la pressione sul territorio sovietico, aprendo il cosiddetto "secondo fronte" in
Occidente. Il generale George Marshall, capo di stato maggiore dell'esercito americano, era convinto che il
modo migliore per aiutare i russi e porre termine alla guerra sarebbe stato quello di allestire una
concentrazione di forze in Inghilterra, e sferrare l'attacco attraverso la Manica. Le operazioni avrebbero
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dovuto iniziare nella primavera del 1943, o prima ancora, se l'Unione Sovietica fosse stata sull'orlo del
collasso. Gli inglesi però non volevano aprire altri fronti prima di aver vinto in Africa settentrionale, e non
credevano alla possibilità di raccogliere in Inghilterra un esercito abbastanza forte per attraversare la Manica
entro il 1943.
Rommel nel mese di giugno entrò a Tobruk, sfondò in Egitto. A questo punto gli americani convennero che
era necessario rimandare l'attacco attraverso la Manica e si prepararono per l'invasione dell'Africa
settentrionale francese.
L'offensiva angloamericana in Nord Africa
Tra la primavera e l'estate del 1942 la situazione nell'Africa settentrionale volgeva a favore dell'Asse. Il 31
agosto Rommel e l'Afrikakorps sferrarono un attacco lungo il fianco sud del fronte britannico , ma furono
respinti il 7 settembre. La controffensiva alleata, guidata dal generale britannico Montgomery, fu lanciata il 23
ottobre; l'8 novembre, dopo durissimi scontri, Rommel diede l'ordine di ritirata alle truppe. Dopo alcuni mesi
di resistenza, respinte dalle forze inglesi e francesi fino in Tunisia, le divisioni italo-tedesche si arresero il 13
maggio 1943.
Il fronte russo: estate 1942
Alle vittorie invernali sovietiche era succeduta una serie di sconfitte nella primavera del 1942, costate
all'URSS più di mezzo milione di prigionieri. Anche i tedeschi avevano commesso un grande errore
fermando la produzione della maggior parte degli armamenti e delle munizioni destinati all'esercito per
potenziare la produzione industriale per l'aeronautica e la marina militare, nello sforzo di sconfiggere
finalmente la Gran Bretagna. Hitler aveva comunque sufficienti truppe e armamenti per costringere l'Unione
Sovietica a sacrificare il grosso delle sue truppe nel tentativo di difendere i bacini minerari del Donbass e i
giacimenti petroliferi del Caucaso.
La campagna tedesca verso il Caucaso
Le offensive cominciarono il 28 giugno 1942 e in meno di quattro settimane i tedeschi furono a est del fiume
Don. Stalin e i suoi generali, convinti che i tedeschi avrebbero puntato per la seconda volta su Mosca,
avevano trattenuto le riserve e ordinato all'esercito del sud di ritirarsi.
Hitler, incoraggiato dalla facilità dell'avanzata, ordinò di continuare l'avanzata verso Stalingrado, di
raggiungere il basso Don e prendere i giacimenti petroliferi di Majkop, Grozny e Baku.
L'assedio di Stalingrado
L'Unione Sovietica toccò il suo momento peggiore alla fine del luglio 1942. Il 28 luglio Stalin pronunciò il suo
famoso "Neanche un passo indietro!" e chiese alle truppe di combattere una guerra "patriottica" per la
Russia. La battaglia di Stalingrado era cominciata.
Il 19 novembre, l'avanguardia corazzata sovietica entrò in contatto con i rumeni a ovest e a sud di
Stalingrado. Hitler ordinò al comandante della VI Armata, di resistere, promettendogli imminente appoggio
aereo. Il tentativo di far giungere rifornimenti fallì e la VI Armata, che, condannata alla distruzione, voleva
tentare di rompere l'accerchiamento, ne fu impedita da un ordine di Hitler. Von Paulus si arrese il 31 gennaio
1943. La battaglia di Stalingrado costò 200.000 uomini ai tedeschi, costretti a ritirarsi dal Caucaso e a
retrocedere fino quasi al punto da dove era partita l'offensiva dell'estate 1942.
Nella tragica ritirata sotto l'attacco sovietico venne coinvolta anche l'Armata italiana in Russia (ARMIR), sette
divisioni che si erano aggiunte a quelle che già componevano il CSIR, portando gli effettivi a 230.000 soldati.
L'ARMIR, insieme alle armate tedesche, rumene e ungheresi, fu annientata.
Guadalcanal
Nell'estate del 1942 Stalingrado e il Caucaso erano apparentemente sul punto di cadere nelle mani di Hitler,
e Rommel non era lontano dal canale di Suez. I giapponesi avevano occupato Guadalcanal .
Gli americani sbarcarono a Guadalcanal il 7 agosto 1942. La reazione del Giappone fu pronta e violenta: le
perdite in navi e aerei furono pesanti per entrambe le parti, ma i giapponesi ne uscirono sconfitti, dopo più di
quattro mesi di scontri.
La battaglia di Kursk
Come preludio del rinviato attacco attraverso la Manica, gli angloamericani decisero di scatenare
un'offensiva aerea contro la Germania.
Hitler, pur sapendo di non essere in grado di affrontare un'altra offensiva, il 5 luglio dette il via alla battaglia di
Kursk, attaccando da nord e da sud il fronte, in prossimità di Kursk. Nel più grande scontro tra forze
corazzate della guerra, i sovietici opposero una strenua resistenza. Hitler sospese le operazioni perché gli
angloamericani erano appena sbarcati in Sicilia. Dopo Kursk, l'iniziativa strategica nell'Europa orientale
passò definitivamente all'armata sovietica. 7
La campagna d'Italia
Dopo avere occupato nel giugno del 1943 Pantelleria e Lampedusa, il 10 luglio tre divisioni americane, una
canadese e tre inglesi sbarcarono in Sicilia, battendo quattro divisioni italiane e due tedesche e superando, il
17 agosto, l'ultima resistenza dell'Asse. Mussolini era stato rovesciato il 25 luglio: il nuovo governo italiano,
presieduto da Pietro Badoglio, aveva avviato i negoziati firmando il 3 settembre un armistizio segreto, reso
pubblico l'8 settembre. I tedeschi, occuparono militarmente l'Italia centrosettentrionale, mentre il governo
italiano fuggiva nel Meridione, riparando presso gli Alleati e abbandonando a se stesso l'esercito, privo di
ordini chiari. Mussolini fu liberato dai tedeschi e trasferito al nord, dove diede vita alla Repubblica di Salò.
Il 3 settembre truppe dell'VIII Armata, attraversavano lo stretto di Messina. Il 9 settembre la V Armata
americana, sbarcava nei pressi di Salerno; il 12 ottobre gli angloamericani avevano già stabilito una solida
linea attraverso la penisola, dal fiume Volturno, a nord di Napoli, fino a Termoli, sulla costa adriatica. Per la
fine dell'anno la resistenza tedesca aveva fermato gli Alleati a circa 100 km a sud di Roma. Lo sbarco ad
Anzio, il 22 gennaio del 1944, non permise all'esercito alleato di fare molti progressi, perché i tedeschi si
erano attestati lungo il fiume Liri e a Cassino, lungo la cosiddetta linea Gustav, che attraversava l'Appennino
fra Termoli e Gaeta.
Strategia alleata contro il Giappone e progressi nel Pacifico
La strategia della guerra contro il Giappone fu sviluppata per stadi nel corso del 1943
Le principali operazioni ebbero come teatro il Pacifico sud-occidentale, dove le truppe americane e quelle del
corpo di spedizione australiano e neozelandese, avanzarono lungo le isole Salomone. Gli australiani e gli
americani, costrinsero i giapponesi a ritirarsi lungo la costa orientale della Nuova Guinea. L'obiettivo fissato
nel 1942, era la conquista di Rabaul, centro principale della Nuova Guinea.La guarnigione giapponese di