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Il Mondo Dei Giovani
La gioventù è quel periodo che comprende l’adolescenza, l’infanzia e, per
alcuni, l’età adulta.
Per molti è un periodo in cui si tende a ribellarsi alle regole, per altri si fanno le
prime esperienze amorose, si cambia, dal pensiero fanciullesco con il pensiero
di ragazzo, si gioca con i propri amici, con la presenza costante dei genitori,
s’impara ad andare in bicicletta e a guidare il motorino e poi.. la macchina.
La gioventù,non si dimentica facilmente perchè, è la parte più importante della
nostra vita in cui ci formiamo e sviluppiamo un senso critico.
Le prime agenzie di formazione sono: la famiglia per prima e, in un secondo
momento, la scuola.
Vorrei trattare maggiormente la seconda agenzia formativa, in altre parole la
scuola: essa forma l’ individuo ed insegna le materie principali di base. Il primo
corso scolastico che frequentiamo è la scuola materna dove il bambino conosce
altri suoi coetanei, che sono esterni alla sua cerchia familiare. Questo corso
educa il bambino nel comportamento con gli altri e inizia ad attribuire delle
forme di autorità a persone che sono più grandi di lui e che non sono i suoi
parenti.
Subito dopo, il bambino continua il suo percorso formativo all’interno della
scuola elementare, dove acquisisce le prime vere basi scolastiche, cioè: impara
a leggere e a scrivere, impara a fare conti e soprattutto, col passare degli anni,
impara a parlare in pubblico di argomenti insegnati a scuola e a raccontare
esperienze personali.
Conclusi i 5 anni di formazione all’interno della scuola elementare, il bambino
vive un periodo di transito tra la fanciullezza e l’adolescenza. In questo periodo
il bambino frequenta un nuovo corso di formazione: la scuola media.
Questo corso di formazione tende a potenziare nel bambino-ragazzo le sue
conoscenze acquisite nella scuola elementare. Terminati i 3 anni di scuola
media il ragazzo deve scegliere il corso di studi più idoneo per le sue capacità e
i suoi eventuali programmi per il futuro. Così il ragazzo potrà scegliere tra
scuole tecniche, professionali e licei.
All’interno di questi nuovi istituti scolastici l’adolescente sarà a contatto con il
sistema formativo integrato. Questo è un intervento sociale e politico che
dovrebbe essere proposto all’interno di una rete territoriale di servizi
extrascolastici per fronteggiare la disintegrazione del sistema socioculturale.
Queste agenzie educative hanno un doppio scopo: quello di completare le
relazioni affettive e comunicative che provengono dalla famiglia e quello di
ampliare la socializzazione di provenienza scolastica. Il sistema formativo
integrato si propone di rafforzare la socializzazione e l’acculturazione. Per la
socializzazione, bisogna utilizzare spazi aperti a più classi e aule didattiche
decentrate (fare scuola anche al di fuori dell’istituto scolastico), unendo anche i
ragazzi in coppia o in piccoli gruppi con lo scopo di un’esperienza di
ampliamento e integrazione ma anche di un’esperienza di vita di gruppo
scolastico. Le classi aperte permetterebbero l’acculturazione, cioè
l’apprendimento di molteplici tipi di linguaggio, nel campo storico-geografico
permetterebbe di acculturare i bambini non solo attraverso i libri, ma anche
con metodi diretti. Nel campo matematico-scientifico permetterebbe un’elevata
pratica empirica sperimentale attraverso la sperimentazione con lo scopo di
sviluppare la formazione del pensiero logico. Infine nel campo espressivo -
artistico,la rivalutazione di questi linguaggi non verbali che sono stati
sottovalutati.
Chi ha parlato del sistema formativo integrato è stato Don Lorenzo Milani:
grazie a lui ci sono stati i Decreti Delegati del 1974 in cui anche i genitori
potevano venir a far parte delle decisioni scolastiche e egli non era d’accordo
sulla selezione degli studenti che si compiva attraverso la bocciatura e che
ovviamente andava a sfavore dei ragazzi più poveri, privilegiando i ragazzi che
sicuramente appartenevano a una classe più agiata. In più non era d’accordo
con lo svolgimento degli esami, non condivideva il modo di insegnare né
tantomeno il fatto che molti ragazzi dopo essere stati bocciati,abbandonavano
la scuola e nessuno li richiamava e, infine, non accettava che venivano fatte
delle classi di “serie B” dove vi erano i ragazzi di classi meno agiate. Proprio
per questo Don Milani è stato accusato di agnosticismo politico, dato che non
credeva nelle istituzioni e le vedeva quasi sull’orlo della dissoluzione. Il
pedagogista Don Milani è stato studiato dal prete Ernesto Balducci che nel
saggio ATTUALITA’ INATTUALITA’ DI LORENZO MILANI, ha dichiarato che la
scuola di Barbiana non era un modello da imitare, ma semplicemente un
messaggio, un appello che mirava alla creazione di una scuola che andava
incontro ai ragazzi. Don Milani in conclusione è stato un pedagogista
innovatore, proprio perché aveva un sogno: quello di migliorare l’istituzione
scolastica italiana. Questo sogno si è avverato grazie anche al movimento del
’68 che ha preso il nome proprio dal periodo in cui si è svolto. Questo
movimento è caratterizzato da gruppi di individui relativamente disomogenei
sia per ideali politici che per posizione all’interno della società: studenti
(soprattutto universitari), operai e gruppi etnici minoritari. I sessantottini
volevano cambiare le istituzioni prendendo spunto dall’insegnamento del prete
di Barbiana, anche se molte sue idee furono fraintese e espresse in modo
contrario di quello che Don Milani voleva esprimere realmente.
Questo movimento si è sviluppato nella seconda metà degli anni ’60
soprattutto in America per due motivi: la scolarizzazione di massa e lo
spostamento progressivo nel mondo del lavoro. Molte scuole erano colme di
ragazzi che volevano incrementare la loro cultura e formare un’idea critica
personale per discostarsi dal pensiero dei loro genitori. I giovani contestarono
moltissimo la scuola soprattutto per i suoi limiti e cercarono di migliorare la
società in cui vivevano. Questo movimento portò molte innovazioni nel campo
dell’abbigliamento, nel campo dell’acconciatura, nella musica (infatti, nacque il
Rock) che testimoniava la contestazione attraverso la musica. Molto importante
è stato anche un’innovazione all’interno della letteratura con Jack Kerouac che
ha realizzato la Beat Generation, nel suo libro “Sulla strada” il mito
dell’autostop. Molti manifestarono in piazza contro la guerra in Vietnam e
trionfarono il socialismo marxista, l’idea della pace e della non violenza, gli
insegnamenti cristiani ma soprattutto l’insegnamento di Martin Luther King che
in quegli stessi anni lottava contro il razzismo.
In un romanzo scritto nell’800 da Giovanni Verga intitolato “i Malavoglia”,
vediamo la figura di ‘Ntoni come un ragazzo ribelle, quasi simile ai ragazzi
sessantottini per il suo carattere indomito e anche contestatore, infatti, nel VI
viene presentato ‘Ntoni nella sua contraddittorietà, rassomigliante molto a
quella dei ragazzi di oggi. Egli è visto come un fannullone e allo stesso tempo
come un ragazzo di buon cuore, con impulsi di rivolta e generosità,con il
desiderio di essere altrove e nello stesso tempo di ricercare le proprie radici.
Nel capitolo X ‘Ntoni è contrapposto al carattere di Alessi, anche nella ricerca
della sua “amata”: ‘Ntoni sceglie Barbara Zuppidda, la ragazza contesa dai
“pesci grossi” del paese, infatti egli tende ad uniformarsi al modello del
personaggio romantico e identifica il trionfo sentimentale con il successo
sociale. Alessi, invece, appare sempre volto verso l’interno della famiglia,
infatti, sceglie Nunziata che fa da madre ai fratellini e che caratterialmente è
con lui in sintonia. ‘Ntoni è l’eroe problematico del romanzo. Nel XV capitolo,
‘Ntoni viene condannato a cinque anni di prigione e finisce dopo che ha
scontato la pena. Il tema della partenza chiude il capitolo e ‘Ntoni dinveta una
figura simbolica nelle pagine finali. L’addio di ‘Ntoni, così ricco di significati
simbolici è la rinuncia, amara e malinconica di un sogno romantico.
Lo scrittore, Giovanni Verga, con questo romanzo più che descrivere il mondo
giovanile, ha voluto parlare del mondo del lavoro, allora, molto difficile. Il
romanzo racconta la storia di una famiglia di pescatori che vive e lavora ad Aci
Trezza, un piccolo paese vicino Catania. La famiglia è nota e rispettata da tutti
e poteva considerarsi economicamente agiata grazie ai proventi e alla pesca
con la barca chiamata la “Provvidenza”. La catena delle disgrazie inizia con
l’acquisto a credito di un carico di lupini da trasportare in barca. Purtroppo una
tempesta fa affondare la nave. Muore così Bastiano figlio del capo famiglia
Padron Ntoni, marito di Maruzza e padre di cinque figli:’Ntoni, Mena, Lia, Luca,
Alessi. Verga, con questo romanzo, ha voluto esprimere “l’ideale dell’ostrica”.
Questo ideale si basa sulla convinzione che, per coloro che appartengono alla
fascia dei deboli, è necessario rimanere aggrappati ai valori della famiglia, al
lavoro, alle tradizioni, per evitare che il mondo, cioè il "pesce vorace", li divori.
Verga è un o dei maggiori esponenti del Verismo: un movimento artistico-
letterario che si ispirò al Naturalismo francese e al Positivismo e teorizzava la
fedeltà rigorosa al vero dei fatti e dei personaggi. Nel Verismo, l’artista doveva
attenersi solo a dire il vero e doveva trarre la materia della propria opera da
avvenimenti realmente accaduti e preferibilmente contemporanei.
Contrapposto a Verga, è stato Karl Marx che non solo ha contestato le
condizioni materiali di vita dei lavoratori, ma ha anche criticato il capitalismo
che molti giustificano.
Marx parla soprattutto di alienazione(espropriazione dell’essere)che è in stretta
connessione con le condizioni economiche e sociali del lavoro degli operai delle
industrie. Marx, affronta le problematiche dei rapporti lavorativi che si
stabiliscono nella società capitalistica tra operai e padrone. Nel lavoro e nel
mondo di produzione viene evidenziata la vera alienazione dell’uomo.
Alienazione proprio perché all’operaio non appartiene né il progetto, né l’idea.
L’uomo lavorando la natura, la umanizza e contemporaneamente, l’uomo si
naturalizza . secondo Marx le persone che non riescono ad avere un lavoro
proprio sono persone cui manca qualcosa di importante. La disoccupazione è
un’esperienza dolorosa perché fa sentire l’uomo profondamente inutile,
irrealizzato. Marx vuole spiegare questo fenomeno soprattutto nella società
capitalista moderna, una società più avanzata, come quella inglese: questa
società rende l’individuo, uno schiavo del proprio padrone perché è trattato
come una merce nelle mani del capitalista. Questa situazione ha conseguenze
terribili sul piano umano e sociale perché l’operaio diventa simile ad un animale
e perde la propria dignità. Tutto ciò porta all’alienazione. La causa del
meccanismo dell’alienazione risiede nella proprietà privata dei mezzi di
produzione: il proprietario della fabbrica sarà in qualche modo anche il
proprietario degli stessi operai. Per porre rimedio a questa situazione non c’è
altro da fare che abolire la proprietà privata e instaurare il comunismo.
Tornando al discorso dei giovani, credo che sia molto importante dover parlare
delle psicopatologie dell’età evolutiva. Fra gli aspetti psicopatologici dell’età
evolutiva, riscontriamo il ritardo mentale, i disturbi della comunicazione e
dell’apprendimento, i disturbi della sfera alimentare, l’obesità infantile, la
depressione, l’ansietà e le fobie e infine, l’autismo.
Il ritardo mentale va considerato come una condizione di vita e non come una
patologia. Esso può essere determinato sia da fattori biologici sia da fattori
psicologici e ambientali. In alcuni casi, il ritardo mentale può derivare da
entrambi i fattori, cioè, gli effetti negativi di un danno organico possono essere
danneggiati ulteriormente da un ambiente che non adatto allo sviluppo