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Sintesi
Storia: la Seconda guerra mondiale

Italiano: Primo Levi

Matematica: la ricerca operativa

Economia: il risanamento economico nel dopoguerra

Inglese: Battle of britain

Diritto
: le leggi razziali fasciste
Estratto del documento

La guerra-lampo praticata dalla Germania nei confronti della Polonia fu efficace

e in soli 17 giorni cedette al dominio tedesco. Dopo un inverno privo di

combattimenti, improvvisamente nell’aprile del 1940 le truppe tedesche

invasero Danimarca e Norvegia, conquistandole.

La Francia si aspettava un attacco sulla sua linea militare più forte, la linea

Maginot, ma la Germania penetrò in Olanda e in Belgio (che si erano dichiarati

neutrali) riuscendo così a colpire i francesi alle spalle evitando un attacco

frontale. La strategia ebbe successo e la Francia, sconfitta, chiese l’armistizio il

17 giugno 1940.

Nel frattempo era entrata nel conflitto anche l’Italia. Mussolini, infatti, riteneva

che fosse giunto il momento di realizzare i suoi obiettivi di espansione: la

conquista di Nizza, della Corsica, della Tunisia, di Malta, convinto che la guerra

combattuta al fianco della Germania sarebbe stata non solo breve, ma anche

facile. La caduta dei francesi non demoralizzò la Gran Bretagna la quale,

guidata da Winston Churchill e aiutata da nuove invenzioni tra cui il radar,

realizzò una grande resistenza che fece capire chiaramente la durata e la

difficoltà della guerra che stavano affrontando. Parallelamente alla battaglia

d’Inghilterra, l’Italia il 28 ottobre 1940 iniziò l’attacco alla Grecia, ma lo fece in

maniera molto superficiale e con un esercito poco preparato. Mentre il

malcontento del popolo aumentava, la Germania accorse in aiuto dell’esercito

italiano e in poco tempo riuscì a conquistare sia la Grecia sia la Jugoslavia.

Il 1941 fu l’anno in cui la guerra divenne a tutti gli effetti mondiale,

coinvolgendo Russia e USA.

Wehrmacht

Il 22 giugno 1941 la invase l’URSS distruggendo gran parte

dell’esercito sovietico, ma non riuscì a conquistare la capitale prima

dell’inverno segnando così la prima sconfitta psicologica per la Germania, che

vide vacillare il mito della sua invincibilità per la prima volta. Intanto i rapporti

tra Stati Uniti e Giappone diventavano sempre più tesi. L’ammiraglio Yamamoto

guidò le sue flotte aeree verso le Hawaii e il 7 dicembre 1941 bombardarono a

sorpresa la base navale americana di Pearl Harbor, distruggendo gran parte

delle navi lì presenti e catapultando, di fatto, gli USA nella seconda guerra

mondiale. LA SVOLTA DELLA GUERRA: 1942-1945

Nel giugno del 1942 i giapponesi furono gravemente sconfitti dagli americani

nella battaglia di Midway. Hitler puntava alla conquista di Stalingrado per

sferrare un attacco decisivo alla Russia, ma proprio qui iniziò il ripiegamento

della Germania. L’Armata Rossa vinse sui tedeschi in una battaglia che costò

più di 2 milioni di morti alle due nazioni coinvolte. Intanto ebbe un ruolo

decisivo nella guerra anche il discorso delle armi: in quel momento le ricerche

statunitensi in campo nucleare erano più avanzate di quelle tedesche. Nel

giugno 1942 Franklin Delano Roosevelt, presidente degli USA, autorizzò la

progetto Manhattan,

realizzazione del per la costruzione di una bomba atomica.

4

In Italia in seguito ai ripetuti bombardamenti nemici il mito di Mussolini crollò e

il malcontento del popolo crebbe considerevolmente, anche a causa di un

esercito che ormai faceva vedere tutte le sue lacune. Il 10 luglio 1943 gli

americani sbarcarono in Sicilia, e rapidamente raggiunsero Roma. Tra il 24 e il

25 luglio Vittorio Emanuele III fece arrestare Mussolini e incaricò Pietro

Badoglio di formare un nuovo governo. La Wehrmacht però rafforzò la sua

permanenza in Italia e reagì liberando il duce, che fondò a nord la Repubblica

Sociale Italiana (RSI), spaccando, di fatto, la penisola in due parti, mentre

nella parte meridionale invece si formò il Regno del Sud anglo-americano. Il re

scappò a Brindisi mettendo in salvo la sua famiglia. L’11 ottobre 1943 Badoglio

dichiarò guerra alla Germania, diventando così “cobelligerante”.

Lo sbarco in Italia rappresentava il preludio dell’attacco dell’Europa tedesca;

alla conferenza di Teheran Roosevelt, Churchill e Stalin si riunirono

decidendo l’apertura di un secondo fronte in Francia. Overlord

Nella notte tra il 6 e il 7 giugno 1944 ebbe inizio così l’operazione ,

meglio noto come sbarco in Normandia. Il 24 agosto fu liberata Parigi; nel

febbraio del 1945 si tenne la conferenza di Yalta nella quale fu deciso il

futuro dell’Europa. L’ultimo atto della guerra iniziò a marzo, quando gli anglo-

americani varcarono il Reno e attaccarono insieme ai sovietici Berlino. Hitler,

rinchiuso nel suo rifugio, si tolse la vita insieme alla famiglia. Il 7 Maggio la

Germania firmò la resa incondizionata. Gli anglo-americani nel frattempo erano

passati all’offensiva anche in Italia, dove il 24 aprile 1945 sfondarono la linea

gotica, sull’Appennino tosco-emiliano. Il giorno dopo i partigiani liberarono gran

parte delle città dell’Italia settentrionale, nel giorno che poi diventerà la festa

della Liberazione dal Fascismo. Mussolini, fuggito in Svizzera, fu catturato

dai partigiani e fucilato. Il 29 aprile le truppe tedesche in Italia si arresero.

LA CONCLUSIONE DELLA GUERRA

Il cosiddetto “Fungo Atomico” provocato dall’esplosione 5

della bomba atomica lanciata su Hiroshima

Restava ancora da vincere la guerra contro il Giappone, che aveva una tenacia

kamikaze,

ai livelli di quella tedesca, e che spinse alcuni piloti, chiamati a

precipitarsi con i loro aerei sugli obiettivi.

Gli americani intensificarono i bombardamenti contro le città giapponesi, e in

particolare contro Tokyo, nella quale morirono in 2 giorni 80mila abitanti. Il 19

febbraio 1945 sbarcarono a Iwo Jima e a Okinawa, dove incontrarono una

fortissima resistenza dei giapponesi che causarono perdite altissime ai soldati

americani. Era chiaro il fatto che, se essi fossero sbarcati in Giappone,

avrebbero incontrato una ancor più forte resistenza, quindi decisero di

impiegare la bomba atomica, che però non avevano ancora sperimentato.

Nella conferenza di Potsdam del luglio 1945 i grandi capi dei paesi alleati si

riunirono nuovamente, per decidere le zone di occupazione nelle quali sarebbe

stata divisa la Germania. Intanto gli USA sperimentarono la bomba atomica con

successo ad Alamogordo, nel Nuovo Messico.

Il 6 agosto un aeroplano statunitense sganciò una bomba atomica su

Hiroshima, provocando 80mila morti, in parte uccisi dallo scoppio e

dall’incendio che ne era seguito e in parte dalle radiazioni. Il 9 agosto fu

sganciata una seconda bomba su Nagasaki, dove i morti furono 40mila. Il 14

agosto il Giappone annunciò la resa: la seconda guerra mondiale era finita.

LE CONSEGUENZE DELLA GUERRA

Il lancio delle bombe atomiche lasciò una questione di legittimità aperta, tutti si

interrogavano infatti se ci fosse stato il reale bisogno di impiegare un’arma di

una potenza così inaudita.

I danni più gravi, comunque, li subì la razza ebraica, vittima di un genocidio

programmato da parte della Germania. A Hitler e al Nazismo, infatti, va

attribuita interamente la responsabilità dell’Olocausto, ovvero dello sterminio

lager

degli ebrei. Lo sterminio di massa avvenne in alcuni che furono così

campi di sterminio,

definiti dove oltre a ebrei vennero anche uccisi zingari e

prigionieri di guerra. Si può ipotizzare che nei campi di concentramento

costruiti dai tedeschi, soprattutto in quelli di Auschwitz e di Treblinka, siano

morti dai 4 ai 6 milioni di prigionieri, in parte per gli stenti e per la fame, in

parte uccisi nelle camere a gas.

Un’altra pagina dolorosa della guerra furono le stragi di civili che rivelano tutto

l’orrore di una guerra combattuta anche contro intere popolazioni. In Italia le

più atroci furono compiute nelle Fosse Ardeatine, dove il 24 marzo 1944

furono trucidati 335 civili, e a Marzabotto, dove furono trucidati 1800 civili.

Foibe

Nelle dell’Istria furono gettati e uccisi migliaia di italiani, incolpati di

essere fascisti. 6

Primo Levi nacque a Torino il 31 luglio 1919 da una famiglia ebrea. Interessato

fin da piccolo alla chimica, nel 1937 s’iscrisse al corso di chimica presso

l’università di Torino. Ottenuta la laurea, fu assunto da una fabbrica di

medicinali svizzera. Nel 1942 entrò nel partito d’azione clandestino e, dopo la

caduta del governo l’8 settembre 1943, Levi si unì a un gruppo partigiano

valdostano. Ma il 13 dicembre fu arrestato e rinchiuso nel campo di

concentramento di Fossoli. 7

Da qui, nel 1944, fu inviato ad Auschwitz, dove visse fino al gennaio del

1945, quando il campo fu liberato dall’armata rossa. Levi riuscì a sopravvivere

perché si ammalò di scarlattina e fu quindi trasferito in un campo sovietico

dove lavorò come infermiere.

Nel giugno 1945 iniziò il suo viaggio di rimpatrio in Italia, che durò ben 4 mesi.

L'esperienza nel campo di concentramento lo sconvolse fisicamente e

psicologicamente, tanto che segnò la sua vita fino alla morte. Rientrato in

Italia, lavorò presso una fabbrica di vernici e intanto scrisse quello che poi

Se questo è un uomo

diventerà un classico della letteratura, , che però ebbe

scarso successo di vendita. Nel 1956 propose il suo libro all’editore Einaudi, che

decise di pubblicarlo. Da quel giorno ebbe un enorme successo, con numerose

ristampe e traduzioni nelle lingue più importanti. Nel 1962 iniziò la

La Tregua,

composizione del romanzo diario del viaggio di ritorno dal lager. Nel

Storie Naturali,

1967 pubblicò la raccolta che comprendeva vari racconti a

Vizio di forma Il

sfondo tecnologico, in seguito ne raccolse altri in (1971) e in

sistema periodico (1975). In seguito pubblicò numerose altre pubblicazioni tra

Se non ora quando? Ad ora incerta I

cui (1982), la raccolta (1984) e il libro

sommersi e i salvati (1986).

L'11 aprile del 1987 Primo Levi morì cadendo dalla tromba delle scale della

propria casa di Torino, dando adito al sospetto che si trattasse di un suicidio.

Questa ipotesi appare avvalorata dalla difficile situazione personale di Levi, che

si era fatto carico della madre e della suocera malate.

Il pensiero e il ricordo del lager avrebbero, inoltre, continuato a tormentare

l’autore anche decenni dopo la liberazione, sicché egli sarebbe in un qualche

modo una vittima ritardata della detenzione ad Auschwitz. Il suicidio di Levi

rimane comunque un'ipotesi contestata da molti, poiché lo scrittore non aveva

dimostrato in alcun modo l'intenzione di uccidersi e anzi aveva dei piani in

corso per l'immediato futuro.

Primo Levi abbandonò la fede ebraica dopo la terribile esperienza del lager:

"Devo dire che l'esperienza di Auschwitz è stata tale per me da spazzare

qualsiasi resto di educazione religiosa che pure ho avuto. C'è Auschwitz,

dunque non può esserci Dio. Non trovo una soluzione al dilemma. La cerco, ma

non la trovo.", dichiarò in un'intervista.

L’autore racconta la sua cattura, avvenuta per opera dei fascisti il 13 dicembre

1943, e la successiva deportazione nel campo di Buna-Monowitz, dove rimase 8

fino al 1945. I ricordi si svolgono in una successione di immagini drammatiche

non-vita” non-uomini”

che documentano la “ dei “ che tentano in tutti i modi

di sopravvivere alle angherie del lager. L’opera è divisa in 17 capitoli,

ciascuno dedicato ai diversi momenti della vicenda vissuta dall’autore, dal suo

arresto fino alla liberazione.

I PERSONAGGI

Il protagonista è lo scrittore stesso, tutti gli altri personaggi sono i

prigionieri del lager che Levi ricorda nella sua opera; accanto ai prigionieri

sono ricordati anche i loro carcerieri, in particolare le SS che gestivano il

campo.

IL GENERE

L’opera può essere considerata:

1. Un libro di memorie, che rievoca i fatti avvenuti nel lager;

2. Un libro-documento; scritto con lo scopo di fornire documenti per lo

studio dell’animo umano;

3. Uno studio scientifico delle assurde leggi che regolano il lager.

I TEMI

Nel romanzo s’individuano, inevitabilmente, temi legati al momento storico,

quali:

4. La Shoah e la deportazione degli ebrei nei campi di sterminio;

5. La solitudine e l’inferno della vita nei lager;

6. La competizione per la vita all’interno del campo;

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