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Tecnica: l'energia nucleare
Storia: Pearl Harbor e i kamikaze giapponesi
Geografica: il Giappone
Inglese: Hiroshima e Nagasaki
Italiano: Giovanni Verga
Musica: Pietro Mascagni (La cavalleria Rusticana)
Arte: Post impressionismo (Vang Gogh)
Francese: la mia presentazione
Ed. Fisica: il calcio (dalla nascita ad oggi)
L’ENERGIA NUCLEARE
Per energia nucleare s’intendono tutti quei fenomeni in cui
si ha la produzione di energia in seguito a trasformazione
nei nuclei atomici. L’energia atomica si può distinguere in
reazioni di fissione nucleare e reazioni di fusione
nucleare. Nelle reazioni di fissione, nuclei di atomi con alto
numero atomico (detti pesanti) si dividono producendo
nuclei con numero atomico minore e liberando una parte di
energia. Questo processo è usato per produrre energia
nelle centrali nucleari. Un esempio naturale di questo
processo è la radioattività. Nelle reazioni di fusione invece,
atomi con nuclei con basso numero atomico si fondono
dando origine a nuclei più pesanti che rilasciano una
notevole quantità di energia. In natura le reazioni di fusione
sono quelle che producono l’energia proveniente dalle
stelle. pag. 5 - ED. TECNICA
L’ENERGIA NUCLEARE
Quali sono i vantaggi?
Le centrali nucleari non emettono anidride carbonica ed ossidi di
azoto e di zolfo, principali cause del buco dell’ozono;
La produzione di energia nucleare riduce l’importazione di petrolio e
quindi la dipendenza delle economie dal petrolio;
Le principali riserve petrolifere sono concentrate in pochi paesi ad
elevata instabilità politica, l’uso del nucleare riduce la dipendenza
occidentale dal petrolio mediorientale.
Quali sono gli svantaggi?
Il principale svantaggio del nucleare è la pericolosità in caso di incidente.
L’epilogo di Chernobyl e di Sendai hanno causato conseguenze globali e,
ancora oggi, non si conosce il reale impatto sulla salute.
Le scorie radioattive devono essere stoccate per migliaia di anni. In Italia,
nel 2003 si fermò in protesta un’intera regione per impedire la
realizzazione di un deposito geologico di scorie.
Il costo reale del nucleare. Il nucleare comporta costi elevati fin dalla
realizzazione degli impianti. Vanno poi ad aggiungersi i costi per garantire
la sicurezza dagli attentati terroristici e i costi per smantellare la centrale
nucleare al termine della sua attività
La localizzazione degli impianti nucleari. Le comunità locali sono restie ad
accettare un deposito di scorie o una centrale nucleare vicino casa.
pag. 6 - ED. TECNICA
HIROSHIMA and NAGASAKI
August 6th, 1945, hours 8.15:
an atomic bomb unhooked
(was launched) on Hiroshima
destroys the town and causes
140.000 dead In this picture we see the destruction of
two cities, Hiroshima and Nagasaki,
August 6, 1945 that were destroyed by two
nuclear bombs, the first in the world,
dropped by U.S. planes. The effect was
devastating to buildings and death for the
population. In the city of Hiroshima
140,000 people died immediately and
many more died from nuclear radiation. A
few days later, Japan surrendered to the
Allies and the Second World War ended.
pag. 7 - INGLESE
IL GIAPPONE Capitale Tokio
Ordinamento Monarchia Costituzionale
Moneta Yen
Lingua Giapponese
Religioni Shintoista e Buddista
Il Giappone è composto da un arcipelago di circa 3.000 isole. Quattro, le più importanti della
nazione sono: Hokkaido, Honshu, Shikoku e Kyushu.
Secondo la teoria della tettonica a zolle, la "zolla pacifica" e la "zolla euroasiatica” sono in
continuo movimento e il loro contatto ha provocato l'innalzamento di catene montuose elevate e la
nascita di molti vulcani.
Questi scontri sotterranei sono frutto di forti attività sismiche (terremoti) che da sempre
caratterizzano il Giappone. Molti terremoti sono localizzati nelle profondità marine con
conseguenze spesso disastrose per le città costiere. Le onde sismiche propagate nell'Oceano
creano onde altissime, anche più di 30 metri. Sono i terrificanti Tsunami, l'ultimo dei quali si è
abbattuto a nei pressi della città di Sendai pochi mesi fa.
pag. 8 - GEOGRAFIA
IL GIAPPONE Il clima
La catena montuosa divide il Giappone in due zone climatiche principali: una
dalla parte del Pacifico e l'altra dalla parte del Mar del Giappone. Le regioni
settentrionali e occidentali risentono dell'influsso delle correnti d'aria. Si dice
che il Giappone abbia in realtà 5 stagioni: subito dopo la primavera e prima
dell'inizio dell'estate c'è infatti il "periodo delle piogge". Da metà giugno a
metà luglio quasi tutti i giorni piove infatti abbondantemente.
L’economia
Le condizioni naturali del Giappone non sono favorevoli allo sviluppo dell'economia. Il
sottosuolo è privo di risorse minerarie ed energetiche e l'agricoltura deve fare i conti con un
territorio molto frammentato. Eppure il Giappone, pur uscendo distrutto dalla seconda guerra
mondiale, è diventato la seconda potenza mondiale dal punto di vista economico. Questo grazie
agli aiuti giunti dagli Stati Uniti d'America per la ricostruzione e al grande spirito di sacrificio di
tutti i giapponesi.
PRIMARIO-L’agricoltura è concentrata nella parte centrale del Giappone che è caratteriz-zato
da un clima mite e quindi adatto a coltivazioni intensive per tutto l'anno. I prodotti agricoli più
coltivati sono: il riso, patate, frumento, e orzo. La regione montuosa è il centro dell'allevamento
dei bachi da seta e della frutticoltura (sopratutto meli). Sull'altopiano vulcanico si trovano i
principali allevamenti di bovini da carne. Importante è anche la pesca, un'attività in cui il
Giappone è al primo posto a livello mondiale.
SECONDARIO-L'industria giapponese è molto solida ed è concentrata nella cosiddetta
megalopoli di Tokaido. Molto sviluppata la produzione nel settore automobilistico (Honda,
Toyota, Nissan e Mitsubishi) e dell’elettronica (Sony, Panasonic e Hitachi).
La vegetazione TERZIARIO- Il settore occupa la maggior parte della popolazione: i punti di forza sono la ricerca
scientifica, le attività commerciali, la finanza e quelle portuali.
Nell'ultimo decennio, l’economia ha registrato molte difficoltà dovute all’emergere di nuovi paesi
concorrenti a livello mondiale e dal fallimento di alcune importanti banche.
pag. 9 - GEOGRAFIA
PEARL HARBOR
LE CAUSE
Nella primavera del 1940 la Germania aveva annientato Francia e Paesi
Bassi e la Gran Bretagna era sull’orlo del crollo. Per il Giappone questo
significava non avere più ostacoli nel Sud Est dell’Asia.
Da quei territori il Giappone avrebbe preso le materie prime che gli Stati
Uniti bloccavano da anni e avrebbe potuto rinforzarsi. Dal 1935, i rapporti
con gli USA peggiorarono e questo provocò enormi danni all’economia
giapponese.
Nel 1941 gli Usa applicarono l’embargo totale verso il Giappone. Tokyo
annullò i preparativi per una guerra contro l’Urss e decise di concentrare
tutti gli sforzi verso Sud. Non rimaneva che forzare il blocco e attaccare
gli USA. L’Ammiraglio Yamamoto
stava sviluppando un piano audace
quanto temerario: colpire la flotta
americana a Pearl Harbor prima che
potesse interferire nella conquista
dell’Asia per poi aprire, da posizioni
di forza, negoziati con gli USA.
Il piano fu approvato.
pag. 10 - STORIA
PEARL HARBOR
I FATTI
Il 7 dicembre 1941, alle ore 21, una flotta poderosa, navigava nel Pacifico verso Pearl Harbor, una piccola
insenatura in un’isola delle Hawaii, dove si trova una delle più importanti basi navali militari degli Stati Uniti.
L’obiettivo della flotta imperiale era proprio questa base. Alle prime luci dell’alba dalle portaerei giapponesi,
decollò la prima ondata. Si alzarono in volo circa 180 aerei. Per gli americani fu un inferno che durò circa
mezz’ora. Tanto impiegarono i giapponesi per annientare la flotta in rada e gran parte degli aerei, prima
ancora che decollassero. L’inferno riprende poco dopo, quando arriva su Pearl Harbor la seconda ondata
giapponese con circa 170 velivoli che scendono sulle rovine di Pearl Harbor, sugli aeroporti, su ciò che
resta della flotta americana ad eccezione delle portaerei Usa, quel giorno lontane dall’isola. Dei 350 aerei
impiegati il Giappone ne perde solamente 39. In poco più di due ore tutto è distrutto. La battaglia finisce ma
la guerra del Pacifico è solo iniziata. pag. 11 - STORIA
PEARL HARBOR
I 3 DUBBI TERRIBILI
1 - Gli americani potevano evitare la guerra del Pacifico?
Sì, Tokyo cercò di trovare sino all’ultimo una soluzione politica che fu rifiutata dal governo
americano.
2 - Il disastro di Pearl Harbor era prevedibile?
Sì, i servizi segreti Usa sapevano che i giapponesi si preparavano alla guerra e tutte le basi,
eccetto Pearl Harbor, erano state allertate. I messaggi in
codice dei giapponesi furono intercettati e decifrati subito.
3 - Per i giapponesi Pearl Harbor fu una vera vittoria?
Come commentò Yamamoto, l’assenza delle portaerei e la
mancata distruzione dei depositi e dei cantieri vanificava gran
parte della missione. E ancora, le corazzate affondate erano
antiquate e inadatte ai nuovi compiti. Il loro sacrificio servì solo
a giustificare di fronte al popolo statunitense la guerra contro il
Giappone. pag. 12 - STORIA
KAMIKAZE GIAPPONESI
Il nome Kamikaze (vento divino) fu attribuito in ricordo
della tempesta, così chiamata, che spazzò via la flotta
d’invasione di Kublai Khan. Oggi il termine è usato per
indicare i piloti suicidi giapponesi che, alla guida di aerei
carichi di esplosivo, si schiantavano contro le navi alleate
nel Pacifico. Questi piloti erano inquadrati in quattro
Unità d’attacco speciale costituite dal comando
dell’aeronautica giapponese nel tentativo di fermare
l’avanzata degli alleati. Alla fine della seconda guerra
mondiale il Giappone aveva sacrificato circa 3.900 piloti.
Secondo un dato ufficiale, di fonte giapponese, le
missioni affondarono 81 navi e ne danneggiarono 195,
ovvero circa l’80% delle perdite USA durante le fasi finali
della guerra nel Pacifico.
pag. 13 - STORIA
IL POST IMPRESSIONISMO
La camera di Vang Gog
Il dipinto intitolato Camera da letto, è uno dei tanti
famosissimi quadri del grande pittore
impressionista Olandese Vincent Van Gogh, che
realizzò all’ incirca nel 1888. Attualmente si trova
presso il Museo di Amsterdam.
Descrizione
La tecnica usata da Van Gogh in questa opera, è la tecnica dei
colori ad olio su un supporto di tela.
Il soggetto rappresenta la stanza da letto dell’Artista Van Gogh il
quale, in quel periodo, risiedeva presso Arles, una cittadina nel
Sud della Francia. Sia la cittadina sia questa cameretta, erano
particolarmente amate da Van Gogh.
pag. 14 - ED. ARTISTICA
PIETRO MASCAGNI
Nasce a Livorno, il 7 dicembre 1863 e muore nel 1945. E’ stato un
compositore e direttore d'orchestra italiano.
Mascagni visse a cavallo tra l’Ottocento e Novecento e il successo
formidabile ottenuto nel 1890 col suo primo capolavoro, Cavalleria
rusticana, non fu tuttavia lo stesso per le opere seguenti, seppure
sempre di notevole qualità. Egli compose la musica di quindici opere,
un'operetta e di molti brani sia per orchestra che vocali, canzoni,
romanze e musica per solo pianoforte.
LA CAVALLERIA RUSTICANA
Tratta dalla novella di Giovanni Verga, dallo stesso titolo, la prima
rappresentazione della Cavalleria rusticana, fu il 17 maggio del 1890, e debuttò
al Teatro Costanzi di Roma. Fu un successo inaudito, con Mascagni che venne
richiamato sul palco dagli applausi del pubblico per quattro volte, e vinse il Primo
Premio del concorso. In quello stesso anno, in séguito al tutto esaurito delle
repliche al Teatro Costanzi, l'opera fu rappresentata in tutta Italia, oltre che a
Berlino, a Budapest e a Londra. Il successo si ripeté in ogni teatro, in ogni
località, nella quale venne da allora rappresentata.
pag. 15 - MUSICA
GIOVANNI VERGA
Nasce a il 2 settembre 1840 da una famiglia di piccoli
proprietari terrieri.
Compie i primi studi presso Antonio Abate, patriota
entusiasta che gli trasmette la sua passione per i
romanzi storico - patriottici e per la narrativa
d'appendice: i suoi romanzi giovanili riflettono gli ideali
risorgimentali dello scrittore. Col passare degli anni
Verga decise di dedicarsi totalmente al mestiere di
scrittore. Così abbandona gli studi in legge (1869) e si
trasferisce a Firenze, allora capitale del regno. Tre anni
dopo si stabilisce a Milano. Tra il 1866-1875 Verga
raggiunse il successo con una serie di romanzi che
narrano vicende