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Sintesi
Filosofia-Carl Gustav Jung: Il libro rosso
Storia dell'arte-Jackson Pollock e l'Action Painting
Letteratura-Il Decadentismo
English Literature-Lewis Carroll:Alice's Adventures in Wonderland
Estratto del documento

L’IMMAGINAZIONE ATTIVA

Dopo aver presentato la struttura dell’inconscio collettivo è necessario mostrare

il procedimento attraverso il quale è possibile la mediazione fra io e inconscio

definito immaginazione attiva e che consta di quattro fasi principali :

1-SVUOTAMENTO DELLA MENTE

Si tratta di una condizione di partenza comune a molte tradizioni meditative

che, in linea generale, corrisponde al mantenere la concentrazione

sull’immagine che si sta prendendo a riferimento o sullo stato affettivo, l’umore,

da cui un evento psichico può scaturire. In questa fase è importante evitare ogni

interferenza con il mondo esterno e lasciarsi scivolare ogni tendenza propria alla

distrazione.

2-LASCIARE ACCADERE L’EVENTO PSICHICO

Se la prima condizione è soddisfatta, nel corso del tempo si potrà apprezzare

una modificazione che dà il senso dell’evento psichico. Jung diceva che

mantenere l’attenzione profonda sull’immagine, per così dire, la ingravida (dal

tedesco betrachten, che rende l’idea di una gravidanza animale). Se il punto di

partenza è un’immagine già formata (ad esempio, una figura di un sogno), si

noterà una sua qualche variazione; se, invece, si è partiti da uno stato affettivo, ci

potrà essere magari una modificazione di questo stato o, a partire da ciò, la

formazione di un’immagine visiva, acustica o sensoriale. E’ sempre importante

continuare a tenere l’attenzione desta perché il processo non interrompa la sua

fluidità.

3-OGGETTIVAZIONE

Le immagini dell’inconscio, perché si possa stabilire con esse un confronto reale,

hanno bisogno del nostro aiuto per personificarsi. Prestare loro un corpo

materiale, di parole, forme plastiche, colori, musica o altro, è un atto di

devozione che consente di rapportarsi alle figure della psiche come realtà

distinte dal nostro Io. Saremo così portati a prenderle più sul serio senza ridurle

a nostro capriccio; e, per altro verso, come nel pensiero magico di culture

arcaiche è attestato, se ne ricaverà anche una difesa dai rischi di possessione.

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Condizioni, entrambe, indispensabili perché un vero dialogo alla pari tra le

componenti psichiche della personalità prenda fiducia.

4-IL CONFRONTO ETICO CON L’INCONSCIO

Quando l’evento immaginale si è configurato -dice Jung- l’Io dovrà prendere

posizione al suo interno ed influire sul suo esito; ciò dà pieno risalto alla valenza

attiva del procedimento. Nel confronto con la realtà interiore, l’Io deve avere lo

stesso atteggiamento d’impegno che avrebbe di fronte ad un problema che nel

mondo gli si ponga concretamente. Altrimenti sarebbe solo finzione: un’evidente

pseudo-relazione con l’inconscio psichico. Di tale distinzione fondamentale, per

come ci si relaziona rispetto alla realtà delle immagini interne, era ben

consapevole la tradizione alchemica, cui Jung fa esplicito riferimento nella

formulazione del proprio procedimento. L’alchimia, infatti, distingueva con

chiarezza la Phantasia, fruire passivo del fantasticare, dalla Vera imaginatio,

l’impegno etico nel chiedere e dar risposta alle immagini che si manifestano

Con l’immaginazione attiva la psicologia del profondo assume l’eredità del

compito che fu degli alchimisti di riattivare la funzione spirituale di relazione

con il fondamento inconscio della natura umana.

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Ambito Artistico

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JACKSON POLLOCK

<< il pittore americano più grande, morboso ed estremo>>

Horizon

Jacskon Pollock (Cody, 28 gennaio 1912 – Long Island, 11 agosto 1956) , nacque

in un ranch in Wyoming , nel nord degli Stati Uniti, quinto figlio di una famiglia

irlandese, trascorse la giovinezza nelle regioni sud-ovest seguendo l’attività del

padre.In Arizona e in California dove visse in quegli anni , entrò in contatto con

i nativi americani , i cui modi espressivi rimasero impressi nel suo

immaginario.Il suo carattere irruento si manifestò presto; nel 1927, quando

aveva 15 anni e andava ancora a scuola era già dedito all’alcol e presto fu

espulso per una lite.Trasferitosi alla Manual Arts School(Istituto superiore di

artigianato) di Los Angeles, fu allontanato per aver aderito ai dei moti di

protesta studenteschi.Nel 1930 andò a New York e frequentò all’Art Students

League (Lega degli studenti d’arte) i corsi del maestro regionalista Thomas Hart

Benton da cui apprese l’uso del colore.Grazie a lui conobbe inoltre i lavori dei

moralisti messicani Diego Rivera , Josè Clemente Orozco e David Alfaro

Siqueiros che si esprimevano in opere di grandi dimensioni realizzate con colori

sintetici , spari e lacche industriali , scelte tecniche che segnarono l’attività a

venire di Pollock. Durante il periodo successivo alla crisi del 1929 , segnato dalla

morte del padre e dall'arsione al programma federale per il sostegno delle arti,

Pollock conobbe le diverse facce di New York , sperimentò la vita ai margini

vivendo di espedienti .Sfibrato dall’alcolismo trascorse un periodo di instabilità

e il senso di tristezza lo indusse ad elaborare nuovi mezzi espressivi .L’incontro

nel 1937 con il critico John Graham fu decisivo, affascinato dal suo lavoro

all’inizio degli anni quaranta lo incluse in una mostra collettiva di giovani talenti

che lo mise in luce davanti a collezionisti e galleristi fra questi vi era Peggy

Guggenheim .Nel 1942 Pollock esordì nella galleria Guggenheim “Arts of this

Century” e gli fu garantito un contratto annuale che prevedeva un lauto

stipendio ; in questo periodo caratterizzato dalla stabilità economica il pittore si

concentrò ad approfondire l’automatismo psichico , retaggio delle esperienze

surrealiste .Da subito la critica e i giornali si interessarono a Pollock che divenne

l’uomo copertina delle più accreditate testate il MoMA firmava per la prima

volta l’acquisto di una sua opera . Nel 1948 ottenne la consacrazione

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internazionale partecipando alla XXIV Biennale di Venezia .Nel 1947 , dopo la

partenza di Peggy Guggenheim per l’Europa , la sua gallerista di riferimento

divenne Betty Persons. Nonostante la risposta positiva del pubblico , non

mancarono critiche alla sua arte e attacchi frequenti all’Espressionismo astratto

che contribuirono ad accendere l’insofferenza dell’artista al sistema e

riportandolo nel tunnel dell’alcolismo.Il suo lavoro si fece sempre più saltuario,

per poi arrestarsi del tutto. Provato dalle cure mediche e da attacchi d’ira

alternati da profonde depressioni , il pittore si allontanò dalla sua compagna Lee

Krasner .Infine la sera dell’11 agosto 1956 Jackson Pollock concluse la sua

disturbata esistenza schiantandosi con la macchina contro un albero dopo una

serata di eccessi.

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ACTION PAINTING: LA PITTURA D’ISTINTO

L'action painting (letteralmente "pittura d’azione") è uno stile di pittura nella

quale il colore viene fatto gocciolare spontaneamente, lanciato o macchiato sulle

tele, invece che applicato con attenzione.

Lo stile si diffuse negli anni quaranta e nei sessanta, ed è strettamente associato

con l'espressionismo astratto (alcuni critici hanno in effetti usato le espressioni

action painting ed espressionismo astratto in modo intercambiabile). Il termine

venne coniato dal critico statunitense Harold Rosenberg nel 1952, e segnalava

un maggior cambiamento nella prospettiva estetica dei pittori e dei critici della

Scuola di New York.

È essenziale per capire questo movimento, comprendere anche in che contesto

storico si fosse realizzato. Un prodotto dell'insorgenza artistica postbellica, si

sviluppò in un'era dove la meccanica quantistica e la Psicanalisi stavano

cominciando a fiorire e cambiare l'intera comprensione del mondo e la

coscienza di sé della civiltà occidentale.

La precedente arte di Kandinskij e Mondrian aveva cercato di distogliersi dal

ritrarre oggetti e invece cercò di pizzicare e stuzzicare le emozioni dello

spettatore. L'Action Art si appropriò di questo tentativo e lo sviluppò, usando le

idee di Freud sul subconscio come fondamento principale. I dipinti degli Action

Artists non volevano ritrarre nessun oggetto qualunque e allo stesso modo non

venivano creati per stimolare l'emozione. Al contrario venivano creati per

toccare gli osservatori nel profondo del loro subconscio. Questo venne realizzato

dall'artista dipingendo “inconsciamente”.

Questa attività spontanea era l'azione del pittore, denominata dripping. :il

pittore lascia sgocciolare il colore sulle tele, spesso semplicemente danzandoci

intorno, o anche stando in piedi sulle tele, e lasciando semplicemente cadere il

colore dove il subconscio mentale vuole, quindi lasciando che la parte inconscia

della psiche si esprima. Jackson Pollock quando creava i suoi dipinti, permetteva

a sé stesso di cadere in uno stato di trance nel quale nessun atto conscio doveva

manifestarsi; così se aveva l'impulso istintivo di gettare la sigaretta a terra, lo

faceva, sia che davanti ai suoi piedi ci fosse un marciapiede, sia una tela. Cosa

provavano a ritrarre gli Action Painter era questo: un'azione spontanea

completamente eseguita senza pensarci. Quindi si pensa all'atto di cui si può

riconoscere le manifestazioni come atto inconscio.La “action painting” non

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mostra né esprime una realtà oggettiva o soggettiva, ma libera una tensione che

in grande quantità si è accumulata nell’artista. È azione non ideata e non

progettata nei modi di esecuzione e negli effetti finali. Esprime il malessere

dell'artista in una società del benessere dove tutto è progettato; è reazione

violenta dell’artista-intellettuale contro l’artista-tecnico.

Blue Poles : Number 11-National Gallery of Australia , Canberra

Number One-Museum of Contemporary Art, Los Angeles

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Jack “The Dripper” Pollock in azione

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Ambito Letterario

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Le rose di Eliogabalo, Lawrence Alma-Tadema

Il Decadentismo

Il 26 Maggio 1883 sul periodico parigino “Le Chat Noir” Paul Verlaine

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