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Angelo Giannetta Tema per l’esame di 3° media ITALIANO lunedi 15/06/2009
Il Razzismo
Il razzismo è una convinzione dell’uomo secondo il quale la specie umana sia divisa in
razze. Ci sono razze che si credono superiori ad altre, come furono quelle durante le
dittature di Hitler e Mussolini, che sfruttano, maltrattano e uccidono chi appartiene alle
razze ritenute di minore importanza.
Una forma di razzismo nelle Americhe fu quella contro gli indiani pellerossa che erano i
nativi delle Americhe. Questo sterminio indiano-americano fu citato da Adolf Hitler come
esempio pratico per la “soluzione finale”.
All’inizio nell’America coloniale settentrionale gli schiavi di origine africana erano usati a
fianco degli schiavi bianchi.
L’1 gennaio 1863, siccome negli stati industrializzati del Nordamerica non c’era più
bisogno di schiavi, il presidente repubblicano Abraham Lincoln abolì la schiavitù con la
Proclamazione di Emancipazione. Gli stati agricoli del sud si unirono a difesa della
schiavitù, perché a loro serviva la manodopera a basso costo perché il sud era arretrato e
c’erano molte piantagioni, dando inizio alla guerra di secessione americana. Gli stati del
nord uscirono vittoriosi e la schiavitù terminò.
Ma l’abolizione della schiavitù tuttavia rafforzò l’ideologia razzista e a partire dal 1870,
moltissimi stati americani introdussero leggi discriminatorie ed ebbe inizio il fenomeno
della segregazione razziale. Nella maggior parte degli stati segregazionisti le persone che
immigravano da Portogallo, Spagna, Francia meridionale, dalla Liguria, dall’Italia
meridionale, dalla Grecia, dal Nord Africa e dal Medio Oriente, furono classificati
diversamente dai «bianchi» perché il termine «bianco» stava a indicare solo gli
anglosassoni, i germanici e gli scandinavi. Ma erano soprattutto gli europei del sud, cioè
quelli appartenenti alla presunta razza mediterranea, a essere maltrattati e in molti stati
erano paragonati ai neri e privati dei diritti riservati ai soli bianchi. Così anche in America si
formavano forme esplicite di apartheid soprattutto contro gli italiani del sud.
Nel 1960, a seguito delle numerose battaglie condotte dai moltissimi movimenti per i diritti
civili, all’insurrezionalismo di Malcolm X e alla famosa marcia pacifica di Martin Luther
King, che le leggi sulla segregazione razziale dei neri negli stati del sud saranno abolite
dal governo federale, ciò avverrà con le leggi del 1964 e del 1965, e nel 1964 Martin
Luther King riceverà il Premio Nobel per la Pace. Martin Luther King fu assassinato nel
1968. Però purtroppo ancora oggi sono frequenti e numerose gli episodi di razzismo
contro i neri.
In Germania la più grande forma di razzismo si è avuta durante il governo
nazionalsocialista rivolto alla popolazione ebraica, ma anche verso gruppi etnici come
Rom, Cinti e diverse categorie sociali.
In Italia dall’unificazione nel 1861, gran parte del sistema politico e culturale si orientò
verso posizioni razziste e anti-meridionali. Questo clima determinò tre cose:
1. Fin dall’unità fu attuata una politica di tipo coloniale nei confronti del sud.
2. Il sud fu politicamente abbandonato alla criminalità organizzata poiché essa era
considerata inestirpabile.
3. Furono trascurate le industrie e le infrastrutture del sud a favore di quelle del nord,
perché il nord era ed è tuttora la parte più ricca e sviluppata.
Il razzismo ebbe un ruolo importante nel Fascismo. Le leggi razziali fasciste erano
principalmente contro le persone di origine semitica e di religione ebraica, ma anche
contro le popolazioni delle colonie africane e contro il meticciato. Leggi che furono
responsabili della deportazione e uccisione di migliaia di uomini, donne e bambini ebrei,
zingari e appartenenti ad altre etnie, operata durante la successiva occupazione nazista.
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