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Irene Mogoro

Tesina di 3° media – anno scolastico 2008/2009

Il colonialismo

L’Europa nel 1800 visse una nuova evoluzione sul piano

industriale, successe così che nel 1873 in Europa

c’erano troppe merci e grazie alla facilità del trasporto

di esse si stavano vendendo sempre più le merci

importate che non quelle locali. Iniziò quindi una grave

crisi economica che duro sino al 1896 circa.

Si ristabilì allora il protezionismo, cioè l’instaurazione di

dazi e dogane sui prodotti importati in modo che

risultino più cari di quelli locali e quindi meno vendibili.

Questo inasprì però i rapporti fra i vari stati,

esasperando l’orgoglio di appartenere ad un certo stato

facendo nascere così il nazionalismo.

L’aumento della produzione industriale spinse gli stati

europei a trovare nuovi mercati all’infuori del vecchio

mondo dove vendere le proprie merci e trovare materie

prime a basso costo.

Così Belgio, Inghilterra, Francia, Germania, e in seguito

anche l’Italia ricorsero all’uso della violenza per crearsi

un proprio impero coloniale nelle zone più povere del

mondo, come Africa e Asia, che erano territori facili da

conquistare perché non c’erano, a parte in India e in

Cina stati gia consolidati, ma la maggior parte della

popolazione era divisa in piccole tribù deboli, arretrate e

spesso in conflitto tra loro.

I primi stati colonizzatori furono Francia e Inghilterra,

ma principalmente l’Inghilterra che si espanse in India,

in Sud-Africa e in Egitto.

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Irene Mogoro

Tesina di 3° media – anno scolastico 2008/2009

L’India era la perla, il perno economico dell’impero

britannico.

Gli Inglesi non si limitarono ad occupare tutto il

territorio indiano, ma modificarono la cultura, le

abitudini e le tradizioni della popolazione, restate

pressoché inalterate fino ad allora.

Gli Inglesi imposero la loro lingua e il loro sistema

governativo, la giustizia era nelle loro mani, avevano il

monopolio del sale e sfruttavano gli indiani nei campi.

Nel tentativo di rendere l’India più efficiente anche nel

trasporto delle merci gli inglesi costruirono reti

ferroviarie e strade.

L’India riuscì a conquistare l’indipendenza solo nel

1947. Durante questo processo il paese fu dilaniato

anche dal conflitto tra musulmani e induisti che portò

alla divisione tra India e Pakistan, questa divisione

causò lo spostamento forzato di milioni di persone da

uno stato all’altro facendo aumentare le ostilità fra i due

paesi.

Chi si distinse nella lotta per l’indipendenza fu Gandhi

detto Mahatma (cioè grande anima).

Nacque a Portbandar, in india, il 2 Ottobre del 1869.

Dopo essersi laureato in giurisprudenza a Londra si

trasferì in Sud-Africa dove restò per 21 anni.

Ad avvicinarlo alla politica fu la situazione in cui si

trovavano i suoi connazionali in India, sottomessi alle

discriminazioni Inglesi.

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Irene Mogoro

Tesina di 3° media – anno scolastico 2008/2009

Gandhi per combattere questa situazione sostenne il

suo metodo della non violenza.

Due erano i principi che reggevano la sua teoria:

 La resistenza passiva;

 La disobbedienza civile.

Nel 1915 Gandhi diventò leader del partito del

congresso, per liberare l’India.

Nel 1919 lanciò la sua prima campagna di

disobbedienza civile che gli costò anni e anni di

persecuzioni e arresti, ma ogni volta che usciva dal

carcere riprendeva la sua lotta con più forza e

decisione.

Spesso rispose agli arresti con lunghi scioperi della

fame. Il 15 Agosto del 1947 l’India conquistò

l’indipendenza.

Gandhi visse però questo momento tanto atteso con

tristezza perché era contrario alla divisione fra India e

Pakistan.

Il 30 giugno 1948 morì assassinato da un’estremista

indù.

Su Gandhi sono state scritte molte poesie dove si

descriveva la sua bontà.

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Irene Mogoro

Tesina di 3° media – anno scolastico 2008/2009

Io ne ho lette tante ma quello che mi ha colpito di più e

stato un discorso fatto su di lui in Inglese:

Mahatma Gandhi

“ This man living was a blessing to heart,

his caracter truly spotless and bright,

whit every bit of immaculate truth in it,

in a great vast and mangled world of politics,

resolved to serve the nation,

and to be a true stalwart cum true knight.

His persevering and always got up for the right cause,

To crush evil with a stong force,

And gave infinite masses of people renewed hope.

His ideas were as firm bare unprocessed bricks,

Bore tense enigmatic moments in peace,

And cet ghastly crime on heart cease,

A quick glimpse of his weatish faces

Can reveal a just and fair case.

His steps to righteouse success were never stopped,

As they got might obstacles clopped.

He pointed to right way

Kept people round the globe alvays gay.

The essence of his benevolent deeds spread far and

wide,

Preparess all humans for the onerous bout.

The ashes of his body still depict,

As to where the real freedom of India lives.”

Questo testo parla di Gandhi e dice che era una

benedizione del cuore, col suo carattere immacolato e

gioioso era sempre pronto a servire la sua nazione con

coraggio.

Era sempre dalla parte del giusto e con ogni forza

cercava di contrastare il male. Ha ridato a tanta gente

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Tesina di 3° media – anno scolastico 2008/2009

la speranza che aveva perso. Superando tanti ostacoli e

lottando e riuscito a far cessare tanti mali nel mondo.

L’unica cosa che Gandhi non è riuscito a risolvere è il

problema delle caste.

Infatti, anche se la costituzione indiana proclama

l’uguaglianza dei cittadini la religione induista è così

forte che viene seguita lo stesso.

Gli induisti credono nella reincarnazione, per cui ogni

individuo dopo la morte si reincarna in un altro essere

vivente perciò ogni persona ha infinite vite e a seconda

di come si è comportata nella vita passata, nella vita

presente appartiene ad una casta superiore o meno.

Ci sono tante caste, ma le principali sono:

 I brahamani: la casta più alta (sacerdoti)

 I katrya: (i detentori della legge)

 I vaiscya: (commercianti, artigiani…)

 I paria o intoccabili: (macellai e custodi di animali,

perché sono considerati lavori impuri).

Le persone appartenenti ad una casta non si possono

sposare con una persona di casta superiore. Le caste

sono, infatti, chiuse e vi si appartiene per nascita.

Questo significa che non è possibile l’ascesa da una

casta all’altra.

In Europa invece fin dalla fine del 700 si è imposto il

principio illuministico che gli uomini sono tutti uguali

perché tutti dotati dell’uso della ragione.

Questo principio si è affermato dopo la rivoluzione

francese, scoppiata in Francia nel 1789 con il moto

“libertè, fraternìté, egalité”.

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Tesina di 3° media – anno scolastico 2008/2009

En Europe depuis la fin du 700, le principe de l’

illuminisme s’ est imposé at dit que touts les hommes

sont egaux, purre que done’s de la raisoin.

Ce principe s’est affermè apres la revolutìon françoise,

eclatée en France en 1789 avec le dicton <<liberté,

fraternité, égalité>>.

Questo periodo è stato immortalato da molte opere in

cui il popolo combatte per la libertà.

Famoso è a questo proposito un dipinto di Eugene

Delacroix, considerato il principale esponente del

movimento romantico nel suo paese, “la libertà che

guida il popolo” è la sua opera più importante.

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E’ tra le prime composizioni politiche della pittura

moderna, e ha segnato il momento in cui la pittura ha

cessato di rivolgersi ai modelli dell’antichità e ha

cominciato a partecipare alla vita contemporanea.

L’autore, pur non combattendo aveva aderito ai moti

del 1730 che determinarono la caduta di Carlo X e la

nascita della monarchia di Luigi Filippo.

In una lettera indirizzata al fratello Delacroix aveva

scritto così: <<Ho cominciato un tema moderno, una

barricata…. Se non ho vinto per la patria almeno

dipingerò per essa..>>.

Sul dipinto “la libertà che guida il popolo” Delacroix ha

rappresentato l’episodio dei moti parigini con elementi

realistici e simbolici.

Nella scena il pittore ha rappresentato le categorie

sociali appartenenti al popolo, e ogni classe brandisce

l’arma che ha potuto trovare.

In primo piano ci sono i cadaveri dei soldati

rappresentati con crudo realismo. Sullo sfondo invece si

vedono le torri della cattedrale Parigina di Notre Dame.

La libertà è impressionata da una figura femminile che

impugna con una mano il fucile e con l’altra la bandiera

tricolore della rivoluzione.

Ritornando all’India volevo parlare della sua parte

geografica. L’India è uno dei giganti del mondo.

La terra dei monsoni, ed è proprio a causa di questi che

l’anno Indiano risulta diviso in due stagioni: quella

secca e quella delle piogge.

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Dove le precipitazioni sono più abbondanti cresce una

fitta giungla, mentre nelle zone più secche troviamo la

savana, quindi la steppa.

Fra l’India e il Pakistan troviamo anche un deserto

caldo, quello del Thar.

Da sempre il riso ha rappresentato per l’India una base

alimentare, però è anche una grande produttrice di

miglio, sorgo e frumento. I grassi alimentari derivano da

arachidi e sesamo.

A causa del disboscamento l’India ha dimezzato le sue

foreste, anche se restano ancora grandi fornitrici di

legname.

Essa dispone anche di materie prime come il carbone,

petrolio e gas naturale.

Fra i minerali prevale il ferro anche se non mancano sali

minerali, zinco, magnesio, titanio, ecc…

Presso i maggiori giacimenti di carbone sorgono le

principali acciaierie.

Molto importanti sono le industrie che producono

locomotive, vagoni ferroviari e trasformatori. Oggi

l’India è considerato un paese emergente.

Le imprese occidentali trasferiscono in India le loro

attività, perché c’è una grossa disponibilità di

manodopera a basso costo.

In oltre la rupia sta diventando sempre più forte del

dollaro, e ogni anno il paese sforna decine di migliaia di

ingegneri che si confrontano non solo con lavori

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puramente esecutivi, ma anche con aspetti innovativi e

creativi.

A Bangalore, cuore pulsante dell’industria tecnologica

indiana, che sta vivendo un continuo sviluppo, ci sono

centinaia di multinazionali che si contendono gli

ingegneri più bravi, offrendo loro non solo soldi, ma

anche incarichi stimolanti e interessanti, e

responsabilità crescenti.

Ogni giorno, malgrado la crisi economica globale, in

India l’industria del software e il terziario sono in

continuo sviluppo, soprattutto in città come Bangalore,

Calcutta, Dheli, Mumbai.

Quello dell’elettronica e dell’informatica è il settore più

in crescita in India. Infatti, il governo ha messo la

promozione dell’hi-tech tra le priorità nazionali.

Gli stanziamenti per la formazione del settore sono

sempre maggiori, e il ministro dell’information

technology ha dichiarato che entro tre o quattro anni, si

vogliono attivare in tutto il paese almeno diecimila

punti internet.

Attualmente in India il 40% dei centri abitati non

dispone, né di infrastrutture stradali, ne di linee

telefoniche. Il 70% di indiani dipende dall’agricoltura. Il

38% è analfabeta.

Riuscirà allora la più grande democrazia del mondo a

trasformare il boom del software in un benessere

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