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Geografia: Repubblica Sudafricana;
Italiano: Primo Levi (Se questo è un uomo), Uri Orlev (L’isola in via degli Uccelli);
Musica: Arnold Schonberg (Un sopravvissuto di Varsavia).
IL RAZZISMO
Il razzismo è quel complesso di manifestazioni di intolleranza espresse attraverso forme di
disprezzo, di emarginazione, di violenza fino ad arrivare al genocidio nei confronti di individui o
di gruppi appartenenti a comunità etniche diverse.
Il termine razzismo deriva dal latino generatio oppure ratio, con il significato di natura, qualità e
ismo, con il significato di "classificazione" o "categorizzazione".
Per cui il razzismo è un’ideologia che si fonda su un'arbitraria distinzione dell'uomo in razze e
giustifica, di conseguenza, la supremazia di un'etnia sulle altre e la realizza attraverso politiche
discriminatorie e persecutorie.
RAZZISMO SCIENTIFICO e DARWINISMO SOCIALE
Nel XIX secolo, infatti, cominciarono a diffondersi delle ideologie da parte di intellettuali,
filosofi e scienziati dell’epoca secondo i quali la razza umana è costituita da razze diverse,
ognuna a un grado diverso di evoluzione rispetto alle altre.
Venivano quindi ritenute alcune razze più evolute delle altre, rifacendosi, anche, alla teoria
evoluzionistica di Charles Darwin dalla quale ebbe origine una corrente di pensiero definita
DARWINISMO SOCIALE.
Charles Darwin, nel suo libro “L’origine delle Specie” (1859), sosteneva che gli esseri viventi si
evolvono nel tempo, cioè sono soggetti a cambiamenti.
A causare i cambiamenti e a renderli duraturi nel tempo è la lotta per la sopravvivenza, nella
quale alcuni individui dotati di alcune caratteristiche favorevoli sopravvivono più facilmente di
quelli che ne sono privi.
I caratteri adatti alla sopravvivenza si trasmettono geneticamente.
Si giunge così nel corso dei millenni alla comparsa di una nuova specie, questo processo fu
chiamato da Darwin selezione naturale.
La validità scientifica dell’evoluzione delle specie viventi si limitava al campo della biologia, ma
le teorie di Darwin furono applicate ai fenomeni sociali.
Secondo i sostenitori, infatti, di queste idee anche nella società umana vi è una selezione naturale
in cui i più forti sono destinati a sottoporre i più deboli. 2
Questi fecero delle classificazione delle razze applicando la classificazione propria della
zoologia anche agli esseri umani.
In questa classificazione si ammisero graduatorie che presupponevano alcune "razze" come
superiori per livello evolutivo e intellettivo rispetto alle altre.
In particolare arrivarono ad considerare la cosiddetta "razza bianca" come superiore a tutte le
altre e identificarono, all’interno della razza bianca, la razza ariana come il livello massimo
raggiunto dall'evoluzione naturale della specie umana.
Secondo tale teoria, la razza ariana sarebbe la diretta discendente del popolo indoeuropeo, che in
epoca preistorica viveva nella zona definita con l’espressione tedesca URHEIMAT (patria)
PROTO INDOEUROPEA corrispondente alla zona caucasica a nord del Mar Nero dalla quale
poi migrarono ed andarono a polare l’Europa e parte dell’Asia.
Tutta questa teoria viene definita RAZZISMO SCIENTIFICO perché si basava appunto su
fondamenti scientifici, non solo su quelli di Darwin, ma di molti altri scienziati e studiosi come
per esempio il francese Joseph de Gobineau, l’inglese Cecil Rhodes, il francese Jules Ferry.
Gobineau, autore del libro “Saggio sulla disuguaglianza delle razze umane” pubblicato nel
1853, infatti, nel suo saggio sostiene la suddivisione delle razze umane in gialla, bianca e nera e
le dispone in gerarchia secondo le caratteristiche fisiche e intellettuali, per sostenere la tesi della
superiorità dei bianchi sui gialli e sui neri.
Per Gobineau, la razza bianca (e in particolare quella ariana) è superiore a quella gialla e nera ed
è predestinata a dominare l'Europa nei secoli successivi.
Un suo seguace fu lo scrittore inglese Chamberlain.
Egli esaltò la razza ariana, considerandola pura soprattutto nel ceppo germanico e vedeva in
Richard Wagner l'apostolo di questa razza pura . 3
Disegno tratto da un testo del 1857, allora
ritenuto scientifico, che sosteneva la
teoria che i neri fossero biologicamente
intermedi tra i caucasici e lo scimpanzé.
Il razzismo scientifico e il darwinismo sociale giustificò quindi le sue due prime grandi
conseguenze:
1. le LEGGI RAZZIALI in molte parti del mondo come in Germania, in Italia e negli Sati
Uniti
2. il COLONIALISMO
1. LE LEGGI RAZZIALI
GERMANIA
Hitler stesso, nel suo libro Mein Kampf (La mia Battaglia), fece proprie le teorie del razzismo
scientifico e fondò gran parte del suo programma sull’antisemitismo.
Nel 1935 il regime nazista, infatti, promulgò due leggi che discriminavano duramente gli ebrei
tedeschi i quali furono privati di ogni diritto civile e venne loro proibito il matrimonio con i
cittadini di sangue tedesco.
Gli ebrei cominciarono ad emigrare dalla Germania ma i Nazisti decisero di vietare
l’emigrazione ebrea per evitare che i beni ebraici venissero trasferiti all’estero. Questi beni
furono tutti depredati dai Nazisti.
La persecuzione nazista degli Ebrei si evolse tragicamente con i campi di concentramento dove
venivamo deportati oltre agli Ebrei, tutti gli oppositori del regime, ancora prima dello scoppio
della Seconda Guerra Mondiale, nel corso della quale
Hitler decise di procedere alla “soluzione finale” del problema ebraico, attraverso il completo
annientamento del popolo, escogitando metodi per una fine rapida e scientifica. 4
Nei campi i prigionieri venivano asfissiati e in seguito cremati.
Alcuni lager erano attrezzati per l’assassinio di massa, come Auschwitz, in grado di eliminare
fino a diecimila persone al giorno.
Questo sterminio durò fino all’arrivo delle truppe alleate.
Oltre sei milioni di Ebrei, uomini, donne, bambini, morirono nei lager e insieme a loro altre
razze “inferiori” come gli zingari, i popoli slavi dell’Europa orientale.
Una coppia di sposi, lei tedesca e lui ebreo,
umiliata pubblicamente per le vie di Cuxhaven,
in Germania, nel 1933.
Adolf Wissel, La famiglia di contadini,
1939:
ogni quadro è un’occasione per ribadire
la supremazia e i caratteri della razza
ariana
Prigionieri trasportati nei campi di
concentramento Bambini in un campo di concentrament 5
ITALIA
Nel 1938 anche l’impero fascista promulgò leggi razziali simili a quelle naziste.
Furono lette per la prima volta il 18
settembre 1938 a Trieste da Benito
Mussolini dal balcone del Municipio
in occasione della sua visita alla
città.
La legislazione antisemita comprendeva: il divieto di matrimonio tra italiani ed ebrei, il divieto
per gli ebrei di avere alle proprie dipendenze domestici di razza ariana, il divieto per tutte le
pubbliche amministrazioni, il divieto di trasferirsi in Italia a ebrei stranieri, il divieto di svolgere
la professione di notaio e di giornalista e tutte le cosiddette professioni intellettuali, il divieto di
iscrizione dei ragazzi ebrei nelle scuole pubbliche, il divieto per le scuole medie di assumere
come libri di testo opere alla cui redazione avesse partecipato in qualche modo un ebreo. 6
Fu inoltre disposta la creazione di scuole specifiche per ragazzi ebrei.
Gli insegnanti ebrei avrebbero potuto lavorare solo in quelle scuole.
Anche l’Italia ha avuto il suo campo di concentramento nella città di Trieste
Durante l’occupazione nazista dal settembre 1943 all’aprile 1945, i tedeschi utilizzarono la
Risiera di San Sabba a Trieste - stabilimento per la pilatura del riso - come campo di prigionia e
di eliminazione di partigiani, detenuti politici ed ebrei e come luogo smistamento dei deportati
diretti in Germania e Polonia.
Venne messo in funzione anche un forno crematorio.
Foto eseguite durante la
visita alla Risiera di San
Sabba Monumento che rappresenta il fumo
che usciva dalla ciminiera
Il pian terreno dell' edificio nel cortile interno era adibito a
prigione.
I nazisti avevano costruito una cella cosiddetta della morte
in cui venivano messi i prigionieri destinati appunto alla
morte e 17 celle in ognuna delle quali venivano rinchiusi
sino a 6 prigionieri anche se lo spazio era già molto ristretto
per due persone.
Essi ricoprirono le pareti con graffiti e scritte. 7
STATI UNITI
Anche negli Stati Uniti vennero emanate delle leggi razziali che discriminavano gli schiavi
africani che venivano impiegati nelle piantagioni del sud.
La schiavitù fu abolita ma rimasero profonde differenze nel trattamento riservato ai neri rispetto
ai bianchi., vennero infatti emanate delle leggi razziali discriminatorie, come ad esempio il
divieto di celebrare matrimoni misti e unioni interraziali e l'approvazione del reato di
"mescolanza razziale", che diedero il via alla segregazione razziale.
Negli anni 60 si formarono movimenti per i diritti civili che chiedevano la fine della
segregazione.
Il leader della lotta non violenta contro il razzismo verso i neri fu Martin Luther King, un pastore
protestante che avviò la sua protesta, coinvolgendo migliaia di persone a sfilare pacificamente in
corteo nelle principali città statunitensi.
Fu ucciso nel 1968 a Memphis.
Grazie a questa lotta non violenta nel 1964 vennero abolite, dal governo federale, le leggi sulla
segregazione razziale dei neri. Martin Luther King 8
I Have a Dream è la frase con cui viene
identificato il discorso tenuto da Martin Luther
King il 28 agosto del 1963 davanti al Lincoln
Memorial di Washington al termine di una
marcia di protesta per i diritti civili. 9
2. IL COLONIALISMO
Questa propaganda razzista si diffuse nei Paesi europei e nelle Americhe e finì per diventare la
giustificazione della spartizione coloniale del mondo.
Ciascun popolo colonizzatore sosteneva che la propria nazione di provenienza fosse la migliore,
ma tutti insieme erano concordi nell’inserire tra le razze inferiori gli Asiatici, gli Africani e gli
Indiani d’America
Prima della nascita degli Stati Uniti ci fu la colonizzazione dei territori abitati dai nativi
americani i cosiddetti pellerossa.
Anche qui venne applicato il razzismo scientifico, infatti, per giustificare il genocidio delle
popolazioni pellerossa per potersi impossessare delle loro terre, i coloni europei si basavano sulla
considerazione che i nativi non fossero esseri umani, in quanto non bianchi e quindi che non
fosse necessario applicare nei loro confronti criteri "umani".
Ma il continente che subì la spartizione totale del suo territorio fu l’Africa con la Conferenza di
Berlino che si svolse tra il 1884 e il 1885.
L’Africa fu divisa in stati dai confini arbitrari, tracciati dai colonizzatori a tavolino, senza alcun
riguardo per le popolazioni che ci abitavano.
SUDAFRICA 10
Particolare storia ha il SUDAFRICA, perché i primi coloni che vi giunsero, già nella seconda
metà del 1600, furono dei contadini Olandesi che fondarono una base per il rifornimento delle
navi dirette alle Indie Orientali.
Questi primi coloni vennero detti Boeri, essi erano di fede calvinista ed erano profondamente
convinti di essere stati scelti da Dio per dominare sulle genti di colore.
I loro discendenti chiamarono se stessi Afrìkanders.
Tra la fine del 700 e gli inizi dell’800, la colonia fu conquistata dagli Inglesi e i Boeri decisero
allora di emigrare verso l’interno del paese, dove fondarono le repubbliche del Transvaal e
dell’Orange.
Queste terre erano aride e povere, ma poi vennero scoperte miniere di diamanti e giacimenti
d’oro che fu una delle cause di una guerra asprissima tra Inglesi e Boeri che si concluse con la
vittoria degli Inglesi.
Dopo la pace il Sudafrica divenne una federazione di 4 stati: 2 boeri (il Transvaal e l’Orange) e 2
inglesi (il Natal e la Provincia del Capo) che prese il nome di Unione Sudafricana.
Mentre i bianchi accumulavano enormi fortune con l’oro e i diamanti africani, le condizioni degli
africani andavano peggiorando .
Nelle zone minerarie, i lavoratori africani erano spesso rinchiusi in aree recintate da cui non
potevano uscire, collegate alle miniere da passaggi sotterranei e circondate da reti.
Quindi venivano riconosciuti pari diritti aglio inglesi e ai boeri, ma venivano discriminati gli
africani. Questa discriminazione venne chiamata Apartheid, termine afrikaans, che significa
appunto separazione.