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Introduzione Avatar, tesina
La seguente tesina di terza media descrive Avatar. La tesina permette i seguenti collegamenti interdisciplinari: in Scienze la biotecnologia e l’ingegneria genetica, in Geografia l’Africa equatoriale e la foresta pluviale, in Storia il colonialismo, in Arte l'arte africana, in Musica la musica etnica, in Inglese the Native Americans, in Letteratura il romanticismo, in Spagnolo los incas y la naturaleza, in Tecnologia la bioenergia e in Educazione fisica le paralimpiadi.
Collegamenti
Avatar, tesina
Scienze - La biotecnologia e l’ingegneria genetica.
Geografia - L’Africa equatoriale e la foresta pluviale.
Storia - Il colonialismo.
Arte - L'arte africana.
Musica - La musica etnica.
Inglese - The native americans.
Letteratura - Romanticismo.
Spagnolo - Los incas y la naturaleza.
Tecnologia - Bioenergia.
Educazione fisica - Le paralimpiadi.
Ben presto il vecchio colonialismo si trasformò in imperialismo che si concretizzò
attraverso la conquista militare, la dominazione politica delle colonie e un nuovo
tipo di sfruttamento economico: trarre dalle colonie materie prime e rivendere loro i
prodotti lavorati.
In Africa, che era ancora un continente “libero” si gettarono tutte insieme, le nazioni
imperialiste.
Molte di queste occupazioni furono crudeli, come quella del Congo da parte del re
del Belgio, Leopoldo II che obbligò al lavoro forzato nelle miniere uomini, donne e
bambini facendo morire gran parte della popolazione. Non meno criminoso fu il
comportamento dei tedeschi in Namibia, dove l’intero popolo Herero fu sterminato.
Negli ultimi anni dell’Ottocento anche gli Stati Uniti si impadronirono di numerose
isole dei Caraibi e anche del Pacifico tra cui le Hawaii e la Filippine.
Dalla parte opposta dell’Oceano Pacifico, il Giappone conquisto territori in Asia e nel
Pacifico.
Lo sfruttamento da parte dei popoli “civilizzati” in Africa continua ancora oggi, per
esempio per l’estrazione del COLTAN: è un minerale che si presenta come una
sabbia nera, debolmente radioattiva, formata da colombite e tantalio. La storia del
Coltan si nasconde nei nostri cellulari e computer, in quanto è usato per
aumentarne la potenza. L'80% delle riserve mondiali di coltan si trovano in Africa e
l'80% di queste sono in Congo: ecco perché la storia del coltan si lega in maniera
indissolubile alla Repubblica Democratica del Congo, unico paese al mondo a
possedere riserve di tantalio immediatamente utilizzabili.
Il coltan congolese è estratto da estemporanei minatori che scavano, anche a mani
nude, per estrarre questa preziosa sabbia e quindi portarla a spalla fino ai centri di
raccolta, manodopera offerta per nulla, lavoro minorile, autorità locali che
dovrebbero combattere il contrabbando e lo sfruttamento e che invece ignorano i
morti e i soprusi; è una storia che parla anche del disastro ambientale avvenuto in
due parchi naturali meravigliosi e che ha ridotto - secondo una denuncia del WWF,
nel Parco nazionale di Kahuzi-Biega e nella riserva naturale di Okapi- la popolazione
di elefanti quasi a zero rispetto ai circa 3.600 esistenti.
Noi ragazzi dovremmo essere informati di tutto questo per essere consapevoli a
quello che c’ è dietro ad ogni cellulare per non chiederne sempre di nuovi
GEOGRAFIA
L’AFRICA EQUATORIALE E LA FORESTA PLUVIALE
Viene chiamata Africa Equatoriale il territorio chiuso e compatto che si trova lungo
l’Equatore si affaccia sull’Atlantico, Comprende il Camerum, la Guinea Equatoriale, il
Gabon, il Congo, lo Zaire, la Repubblica Centroafricana, Kenya, Uganda, Ruanda,
Burundi e Tanzania.
Il territorio è costituito quasi completamente dal bacino del fiume Congo, che con i
suoi numerosi affluenti ricchi d’acqua, scorre nel centro della regione. Il Congo,
lungo 4200 km è il secondo fiume in Africa dopo il Nilo.
La regione è interessata da estesi tavolati con alcuni rilievi importanti: fra questi
quelli di origine vulcanica del Camerum che raggiungono anche i 4000 m.
Questa parte dell’Africa è attraversata dall’Equatore e le temperature sono ovunque
molto alte. Le precipitazioni sono abbondanti, il clima è tropicale umido.
La foresta pluviale copre la maggior parte del territorio e possiede risorse molto
importanti dal punto di vista economico, tra cui soprattutto il legname.
Nel sottosuolo, inoltre, sono presenti ricchi giacimenti di minerali.
La foresta pluviale è sempreverde perché non esiste l’alternanza delle stagioni:
mentre alcune foglie muoiono e cadono, altre spuntano in un ciclo continuo. Il verde
prevale in ogni periodo dell’anno e la vegetazione è sempre rigogliosa. La foresta
appare come una barriera quasi impenetrabile: sembra un unico organismo, fitto e
intricato.
Nella foresta pluviale sono state contate fino a 10.000 specie vegetali differenti ed è
l’habitat ideale per la vita di una ricca fauna: prevalgono gli insetti, gli uccelli e i
mammiferi di piccole dimensioni perché la vegetazione ostacola il movimento dei
grandi animali, che preferiscono gli spazi aperti come la Savana. L’ambiente quindi
non è tra i più accoglienti perché i numerosi insetti e microrganismi trasmettono
malattie molto gravi come la malaria e la febbre gialla. La foresta fornisce comunque
le risorse necessarie alla vita di società umane con un basso livello di sviluppo
economico. Le tribù che ancora abitano le aree intatte mantengono un rapporto di
equilibrio con la natura ed evitano di distruggere l’ambiente. Tra i più importanti
gruppi etnici c’è quello dei Pigmei e dei Bantù, ogni gruppo ha elaborato nel corso
del tempo differenti usi e costumi, credenze spirituali e forme d’arte. Le danze
rituali, le acconciature, i tatuaggi sula pelle, i gioielli hanno un preciso significato.
Spesso indicano il superamento di un rito di iniziazione come, per esempio, quello
che consente a un giovane di essere ammesso tra gli adulti della tribù.
ARTE AFRICANA
L’inizio del Novecento l’arte europea conosce quella africana. Si trattava
soprattutto di statuette e maschere provenienti dalle colonie europee in Africa.
Le popolazioni africane erano in gran parte nomadi e quindi producevano un tipo di
artigianato di piccole dimensioni fatto con legno, paglia e stoffa. In certe colture
africane, però si usava anche il metallo fuso, come nella civiltà nigeriana dove si
costruivano sculture essenziali e con una marcata verticalità.
Particolarmente importanti sono le maschere che hanno un ruolo molto importante,
perché sono il mezzo attraverso il quale l’uomo può mettersi in contatto con le forze
della natura e con le divinità.
Gli artisti europei furono subito attratti da un’arte così diversa che divenne
ispiratrice per le loro ricerche artistiche. Picasso, per esempio, seppe cogliere
nell’arte africana l’espressione di un diverso rapporto tra uomo e natura dato dalla
semplicità delle forme. E’ la forza di quest’arte “primitiva” che troviamo nelle forme
stilizzate delle Demoiselle d’Avignon.
MUSICA
MUSICA ETNICA
Il canto e la danza occupano un posto di grande rilievo nella tradizione popolare
africana. Canto, ballo e pratica strumentale formano un insieme musicale che
sottolinea aspetti della vita quotidiana e sociale.
La musica tradizionale ha innanzitutto un grande valore religioso, in quanto è il
mezzo che permette all’uomo di entrare in contatto con le forze della natura e le
divinità.
È possibile identificare due grandi aree stilistiche: la prima comprende l'Africa
settentrionale; la seconda la grande foresta equatoriale e tutta l'Africa australe.
Mentre la prima zona ha subito notevoli influssi dalla cultura islamica, la seconda
rappresenta la culla dell'autentica musica africana. I caratteri fondamentali di
quest'ultima si possono riassumere nella diffusione della pratica collettiva del canto,
nell'uso di cori misti, nel gusto per i grandi complessi strumentali. I vari repertori di
canti e danze vengono trasmessi oralmente e sono un patrimonio collettivo delle
comunità.
Spesso l'interesse per il ritmo prevale su altri aspetti quali la melodia o l'armonia. A
questo proposito viene associato alla musica africana l'uso dei tamburi, ma anche
l'utilizzo in funzione ritmica di una vasta gamma di strumenti come sonagli, gong,
campane e simili. Più in funzione ritmica che in funzione melodica vengono spesso
adoperati anche strumenti melodici quali xilofoni, liuti, flauti e arpe. I moduli ritmici
tendono a essere brevi e ripetitivi. L'uso degli strumenti musicali, poi, può assumere
valenze o significati differenti in relazione all'etnia oltre che, appunto, alla
circostanza e al contesto. Vi è dunque una grande varietà di musiche: ninne-nanne,
musiche da lavoro, per il raccolto, per il gioco, per danze, per matrimoni, nascite,
per cerimonie rituali (come sepolture o riti di pubertà), musiche di
accompagnamento a processioni e così via.
Un altro esempio di musica legata alle cerimonie religiose e ai cicli naturali della
Terra è la musica dei NATIVI NORDAMERICANI. Quasi tutte le cerimonie degli indiani
americani sono accompagnate dalla musica condotta al suono dei tamburi che
rappresentano il "battito del cuore della madre Terra" ma anche altri strumenti
venivano usati, come flauti, tubi e sonagli. Gli strumenti usati nelle cerimonie
vengono ancora oggi ritenuti sacri dalla popolazione della tribù perché essi vengono
usati solamente per la comunicazione con i poteri superiori dell'Universo. Questi
strumenti, sia i tamburi che gli altri, vengono creati e mantenuti con molto rispetto
usando rituali particolari. La pelle dei tamburi indiani vengono strutturati con una
cornice di legno creata scavando una intera sezione di albero giovane che darà una
particolare intonazione al tamburo oppure usando contenitori di argilla o metallo
parzialmente riempiti di acqua e coperti con pelle animale, tamburi che verranno
suonati mediante l'uso di un batacchio o bastone con una sfera terminale fatta di
materiali vari ricoperta di solito di pelle che darà la giusta battuta. I sonagli possono
essere costruiti con oggetti cavi di vario genere come zucche, bastoni forati, gusci di
tartaruga pieni di ciottoli o semi particolari, oppure vengono usati ancora oggi
zoccoli di cervo o conchiglie messe assieme.
INGLESE
THE NATIVE AMERICANS
La prima grande colonizzazione fu quella delle Americhe, ed io vorrei parlarvi
proprio dei Nativi Americani che ho studiato in inglese con il prof. Ganci e che il film
di Avatar mi ha subito ricordato, in quanto il popolo di Pandora come i Nativi aveva
un legame speciale con la natura;
Native Americans are the people who were in North America, Central America,
South America, and the Caribbean Islands when Europeans arrived. Christopher
Columbus was travelling west, so he thought he was going to India. This is why he
called the people “Indians”.
Many thousands of years ago, during the Ice Age, Indians travelled from Asia to
Alaska. Slowly they settled in different parts of the USA and formed into tribes.
The indians became very good farmers. They grew crops and were the first to raise
turkey, llama and guinea pigs. They developed cotton, rubber and tobacco and they
discovered medical plants.
The Europeans wanted to cultivate new farmlands and they fought the Native
Indians for the land. The Europeans had horses and guns, while the Indians only had
bows and arrows. European settlements grew and soon there were many more
Europeans than Indians. The Government sent soldiers and forced the Indians to live
on small areas of land called reservations.
The Natives had a special relationship with nature; infact they thought that a Great
Spirit created the Earth and it was present in everything. They respected animals
and nature because they view them as sacro and very important for their life.
I think that Indians were the first and real ecologists .
Traduzione:
I Nativi Americani sono il popolo che viveva nel Nord, Centro e Sud America e nelle
isole Caraibiche quando arrivarono gli Europei.
Cristoforo Colombo stava viaggiando verso Ovest e per questo pensava di stare
andando in India. Questo è il perché furono chiamati “INDIANI”.
Molte migliaia di anni fa, durante l’Era Glaciale gli Indiani viaggiarono dall’Asia
all’Alaska. Lentamente si stabilirono in differenti parti degli Stati Uniti e formarono
le tribù.
Divennero bravi agricoltori, si occupavano del raccolto e furono i primi ad allevare
tacchini, lama e porcellini d’india. Svilupparono la coltivazione del cotone e
scoprirono piante medicinali.
Gli europei volevano avere nuovi terreni da coltivare e per questo hanno
combattuto contro i Nativi, ma essi avevano le armi mentre gli Indiani avevano solo
frecce ed arco.
Gli insediamenti europei crebbero e presto ci furono più europei che indiani. Il
governo mandò i soldati e costrinse i Nativi a vivere in piccole aree, chiamate
riserve.
I Nativi avevano una relazione speciale con la natura, infatti essi credevano che un