10 min. di lettura
Vota

Concetti Chiave

  • La "soluzione finale" pianificata dai nazisti mirava all'eliminazione sistematica del popolo ebraico, considerato inferiore da Hitler per preservare la purezza della razza ariana.
  • Le leggi di Norimberga del 1935 segnarono l'inizio della discriminazione legale contro gli ebrei in Germania, escludendoli dalla vita politica e sociale.
  • I campi di concentramento e di sterminio furono il fulcro del genocidio, dove milioni di ebrei furono uccisi in condizioni disumane, privati di ogni diritto e dignità.
  • Durante la guerra, l'accelerazione della "soluzione finale" portò a esecuzioni di massa e ulteriori atrocità, mentre i campi di concentramento venivano liberati dagli Alleati che documentarono l'orrore.
  • Il Giorno della Memoria e le testimonianze dei sopravvissuti sono cruciali per ricordare l'Olocausto e prevenire future atrocità, nonostante alcuni continuino a negare l'evidenza storica.

TRACCIA: «Il sottosegretario Josef Bühler, l’uomo più potente in Polonia dopo il governatore generale, si sgomentò all’idea che si evacuassero ebrei da occidente verso oriente, poiché ciò avrebbe significato un aumento del numero di ebrei in Polonia, e propose quindi che questi trasferimenti fossero rinviati e che “la soluzione finale iniziasse dal Governatorato generale, dove non esistevano problemi di trasporto.” I funzionari del ministero degli esteri presentarono un memoriale, preparato con ogni cura, in cui erano espressi “i desideri e le idee” del loro dicastero in merito alla “soluzione totale della questione ebraica in Europa,” ma nessuno dette gran peso a quel documento.
La cosa più importante, come giustamente osservò Eichmann, era che i rappresentanti dei vari servizi civili non si limitavano ad esprimere pareri, ma avanzavano proposte concrete. La seduta non durò più di un’ora, un’ora e mezzo, dopo di che ci fu un brindisi e tutti andarono a cena – “una festicciola in famiglia” per favorire i necessari contatti personali. Per Eichmann, che non si era mai trovato in mezzo a tanti “grandi personaggi,” fu un avvenimento memorabile; egli era di gran lunga inferiore, sia come grado che come posizione sociale, a tutti i presenti. Aveva spedito gli inviti e aveva preparato alcune statistiche (piene di incredibili errori) per il discorso introduttivo di Heydrich – bisognava uccidere undici milioni di ebrei, che non era cosa da poco – e fu lui a stilare i verbali. In pratica funse da segretario, ed è per questo che, quando i grandi se ne furono andati, gli fu concesso di sedere accanto al caminetto in compagnia del suo capo Müller e di Heydrich, “e fu la prima volta che vidi Heydrich fumare e bere.” Non parlarono di “affari”, ma si godettero “un po’ di riposo” dopo tanto lavoro, soddisfattissimi e – soprattutto Heydrich – molto su di tono» (Hannah ARENDT, La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme, Feltrinelli, Milano 1964, dal Capitolo settimo: La conferenza di Wannsee, ovvero Ponzio Pilato). Il candidato, prendendo spunto dal testo di Hannah Arendt, si soffermi sullo sterminio degli ebrei pianificato e realizzato dai nazisti durante la seconda guerra mondiale.

Il testo è tratto dall’opera di Hannah Arendt intitolata La banalità del male. Il male può mai essere banale? Secondo me no, ma purtroppo la storia ci insegna che alcuni potenti hanno considerato il male come una cosa normale, semplice e naturale: appunto banale. È il caso tristemente noto di Adolf Hitler che aveva in mente, tra i suoi folli progetti, la completa distruzione di un popolo: quello ebraico. Cosa l’abbia portato a concepire un piano così tremendo è noto a tutti. Hitler voleva salvaguardare la purezza della razza ariana eliminando dalla faccia della terra tutti quelli che erano considerati inferiori e inutili: in primis gli Ebrei e poi tutti i disabili, i gay e gli oppositori politici. Tutto questo in nome di una superiorità della razza mai scientificamente dimostrata. Ma questo folle piano ha portato alla morte di milioni di persone, soprattutto ebree. E chi si è macchiato di questo crimine sembra non essersene reso conto, tanto che, durante i processi, la maggior parte dei comandanti tedeschi ha semplicemente dichiarato di avere semplicemente eseguito degli ordini. Ma procediamo con ordine. Le idee di salvaguardia della razza ariana erano già state formulate da Hitler nel Mein Kampf, il libro che scrisse durante la sua prigionia (il futuro Fuhrer della Germania fu incarcerato in seguito al fallimento del colpo di stato di Monaco del 1923). Dopo la scarcerazione, Hitler fu protagonista di una veloce ascesa al potere. Nel 1935 emanò le leggi di Norimberga, con le quali gli Ebrei venivano esclusi dalla vita politica. Inoltre, con queste leggi si vietava il matrimonio tra Ebrei e ariani appunto per salvaguardare la purezza del sangue tedesco. Furono costruiti i primi campi di concentramento, nei quali trovarono la morte milioni di Ebrei. Nel novembre del 1938 ci fu la terribile “notte dei cristalli”: i Tedeschi, per vendicare la morte di un diplomatico tedesco da parte di un ebreo, distrussero tutte le vetrine dei negozi ebrei e le finestre delle case e degli uffici e deportarono molte persone nei campi di concentramento. L’esempio delle leggi di Norimberga fu seguito anche da Mussolini che, nel 1938, emanò le “leggi per la difesa della razza” con le quali gli Ebrei italiani venivano allontanati dall’amministrazione pubblica, dalla scuola, dall’esercito e dalla vita civile. La cosa più triste di tutti questi avvenimenti è stato il fatto che chi si è reso colpevole di questo terribile genocidio non si sia stato preso da alcun rimorso di coscienza. Mentre milioni di famiglie venivano divise e milioni di persone morivano a causa dello sfruttamento a cui venivano sottoposti nei campi di concentramento, Hitler e la sua schiera continuavano a svolgere una vita normale in ville di lusso. Un’oasi felice la loro, a dispetto di tanto pianto e dolore che li avvolgeva. Gli Ebrei venivano allontanati con la forza dalle loro case e stipati in vagoni merci per essere portati nei lager. Erano trattati come animali, stipati l’uno sull’altro senza acqua o cibo e in condizioni igienico-sanitarie pessime. I più fortunati venivano portati nei campi di concentramento, dove avrebbero avuto una maggiore speranza di sopravvivenza, anche se sottoposti a dure fatiche. I meno fortunati, invece, arrivavano ai campi di sterminio e lì la morte era assicurata e avveniva nei modi peggiori: o nelle camere a gas o nei forni crematori. La prima selezione avveniva già all’arrivo di queste persone ai campi: chi scendeva a destra veniva salvato, chi a sinistra veniva gettato nelle camere a gas. Le prime vittime erano le donne e i bambini. Gli Ebrei venivano marchiati e diventavano semplicemente un numero. Non erano più persone, ma bestie da soma e numeri. Non avevano alcun diritto e non potevano fare alcuna richiesta, neanche avere del pane. I più deboli non hanno resistito alla vista di questo scempio: hanno trovato la morte perché debilitati o sono addirittura impazziti. La situazione per gli Ebrei peggiorò nel 1945. La Germania stava perdendo la guerra su tutti i fronti, stavano arrivando gli Alleati e i Russi. La “soluzione finale” (l’eliminazione sistematica degli Ebrei) fu più veloce: si cominciarono ad ammazzare sempre più Ebrei tramite fucilazioni di massa. Insomma, fu un vero e proprio genocidio. Gli Alleati che per primi arrivarono nei campi di concentramento stentarono a credere che fosse avvenuto tutto questo disastro. Filmarono con le loro telecamere le immagini di quello scempio. Mostrarono addirittura lampadari fatti con la pelle degli Ebrei. E videro anche persone ridotte a pelle e ossa dalla fame oppure altri individui con gravi problemi di salute perché usati come cavie per gli esperimenti. Il mondo cominciò ad aprire gli occhi su quanto avvenuto. I comandanti tedeschi, che continuavano a non avere compreso la gravità delle loro azioni, vennero assicurati alla giustizia. Ma chi diede giustizia agli Ebrei? Chi asciugò le loro lacrime? Chi poté ridare loro la dignità? Solo i più forti, i più fortunati, una volta terminata la guerra, sono riusciti a riprendere in mano la loro vita. Sono quelli che, se ancora in vita oggi, vanno nelle scuole a raccontare alle nuove generazioni quanto avvenuto affinché un genocidio del genere non si ripeta più. Anche lo Stato Italiano ha istituito il Giorno della Memoria, che si celebra ogni 27 gennaio appunto per ricordare ciò che è stato fatto al popolo ebraico. La cosa sconvolgente è che anche oggi, nonostante le immagini, i documentari e le testimonianze di autori illustri quali Primo Levi (che compose Se questo è un uomo) o Anna Frank (di cui fu ritrovato il celebre diario), ci sono persone che negano che ci sia stato questa terribile distruzione di massa. La Memoria storica, dunque, assume un’enorme importanza. La storia deve essere nostra maestra di vita, bisogna ricordare per non dimenticare e comprendere che, nonostante le differenze del colore della pelle o di cultura, siamo comunque tutti uomini degni di rispetto e con il diritto alla vita.

Domande da interrogazione

  1. Qual era il ruolo di Josef Bühler nella pianificazione della "soluzione finale"?
  2. Josef Bühler, sottosegretario e figura potente in Polonia, propose di rinviare i trasferimenti di ebrei verso est per iniziare la "soluzione finale" nel Governatorato generale, dove non c'erano problemi di trasporto.

  3. Come si svolse la conferenza di Wannsee secondo il testo di Hannah Arendt?
  4. La conferenza di Wannsee durò circa un'ora e mezza, durante la quale i rappresentanti dei vari servizi civili avanzarono proposte concrete per la "soluzione totale della questione ebraica in Europa", seguita da un brindisi e una cena informale.

  5. Qual era la percezione di Eichmann riguardo alla conferenza di Wannsee?
  6. Eichmann considerò la conferenza un evento memorabile, essendo in presenza di "grandi personaggi", e svolse il ruolo di segretario, stilando i verbali e preparando statistiche per il discorso introduttivo di Heydrich.

  7. Quali furono le conseguenze delle leggi di Norimberga e delle leggi razziali italiane?
  8. Le leggi di Norimberga e le leggi razziali italiane portarono all'esclusione degli ebrei dalla vita politica e civile, vietando matrimoni misti e allontanandoli da scuole, esercito e amministrazione pubblica.

  9. Qual è l'importanza della Memoria storica secondo il testo?
  10. La Memoria storica è fondamentale per evitare che genocidi simili si ripetano, educando le nuove generazioni sull'importanza del rispetto e del diritto alla vita, nonostante le differenze culturali o di colore della pelle.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community