Raskolnikov
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Concetti Chiave

  • L'estetica è una branca della filosofia dedicata a definire la bellezza, esaminando criteri che vanno oltre il piacere personale.
  • La distinzione tra bellezza e piacere è spesso confusa, ma il bello è legato a criteri schematici e analisi ponderata.
  • La bellezza è associata a conoscenza, armonia e comprensione, ma ciò che è piacevole non è sempre universalmente bello.
  • La bellezza universale non dovrebbe essere soggetta all'opinione personale, per evitare un soggettivismo anarchico.
  • Nonostante i cambiamenti dei tempi, alcuni continuano a valorizzare la bellezza classica, resistendo all'incertezza moderna.
CONSIDERAZIONI PERSONALI SUL CONCETTO DI BELLEZZA

L'identità concettuale del bello ha da sempre solleticato la riflessione degli uomini, tant'è che nei secoli si è sviluppata una vera e propria branca della filosofia (l'estetica) che si pone come scopo principale quello di dare una definizione della bellezza.
Ciononostante, la parola stessa che sta ad oggetto della "disputa" è spesso fraintesa, anche dalla saggezza proverbiale. Per esempio nel celebre detto: "Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace", vi è la mancanza di una sottile linea di demarcazione tra l'effettiva bellezza ed il piacere (sia esso fisico che localizzato sul piano emotivo).

Concettualmente il bello corrisponde a dei criteri schematici che poco hanno a che vedere con il livello emotivo. E' frutto di analisi ponderata, portata avanti da esperti del settore. L'estetica spazia, infatti, dalla natura alla musica, all'arte e persino alla figura umana stessa.
La bellezza è prima di tutto conoscenza, armonia e soprattutto comprensione. Al bello spesso corrisponde il piacere, il trasporto. La realtà sensoriale partecipa attivamente del godimento dell'anima e della carne: ciò che è piacevole non corrisponde a canoni schematici, non è universalmente riconosciuto. Riallacciandosi alla saggezza popolare a cui prima si è accennato, è possibile dire che in realtà ciò che bello E' bello, a ciò che piace non sempre lo è.
Fondamentalmente la bellezza come idea universale non può essere soggetta all'opinione personale. Il soggettivismo portato alle estreme conseguenze altro non è che un primo fondamento dell'anarchismo. Se ci ispirassimo pienamente a quel famoso proverbio, se non ponessimo dei paletti dettati dai nostri costumi, dall'etica e dal relativismo storico, perderemmo ogni parvenza d'identità. Cosa si sarebbe senza il divieto che incarna in sé il senso più profondo di libertà, di ribellione?
In ogni caso i tempi cambieranno ancora e vi saranno altri che indignati urleranno: "O tempora, o mores!", domandandosi se per davvero la bellezza non abbia pero la propria vera identità.
Intanto fortunatamente alcuni continuano imperterriti a comprendere e compiacersi della classica bellezza, forse illusi in un mondo che sempre più sfuma nell'incertezza.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la differenza tra bellezza e piacere secondo il testo?
  2. Il testo sottolinea che la bellezza è legata a criteri schematici e analisi ponderata, mentre il piacere è più soggettivo e non sempre corrisponde a canoni universali.

  3. Come viene vista la bellezza nel contesto dell'estetica?
  4. L'estetica considera la bellezza come conoscenza, armonia e comprensione, spaziando dalla natura all'arte e alla figura umana, e non è soggetta all'opinione personale.

  5. Qual è il rischio del soggettivismo estremo riguardo alla bellezza?
  6. Il testo avverte che il soggettivismo estremo può portare all'anarchismo, facendo perdere l'identità e il senso di libertà che deriva dal rispetto di norme e costumi condivisi.

Domande e risposte

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