Concetti Chiave
- L'estetica è una branca della filosofia dedicata a definire la bellezza, esaminando criteri che vanno oltre il piacere personale.
- La distinzione tra bellezza e piacere è spesso confusa, ma il bello è legato a criteri schematici e analisi ponderata.
- La bellezza è associata a conoscenza, armonia e comprensione, ma ciò che è piacevole non è sempre universalmente bello.
- La bellezza universale non dovrebbe essere soggetta all'opinione personale, per evitare un soggettivismo anarchico.
- Nonostante i cambiamenti dei tempi, alcuni continuano a valorizzare la bellezza classica, resistendo all'incertezza moderna.
L'identità concettuale del bello ha da sempre solleticato la riflessione degli uomini, tant'è che nei secoli si è sviluppata una vera e propria branca della filosofia (l'estetica) che si pone come scopo principale quello di dare una definizione della bellezza.
Ciononostante, la parola stessa che sta ad oggetto della "disputa" è spesso fraintesa, anche dalla saggezza proverbiale. Per esempio nel celebre detto: "Non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace", vi è la mancanza di una sottile linea di demarcazione tra l'effettiva bellezza ed il piacere (sia esso fisico che localizzato sul piano emotivo).
La bellezza è prima di tutto conoscenza, armonia e soprattutto comprensione. Al bello spesso corrisponde il piacere, il trasporto. La realtà sensoriale partecipa attivamente del godimento dell'anima e della carne: ciò che è piacevole non corrisponde a canoni schematici, non è universalmente riconosciuto. Riallacciandosi alla saggezza popolare a cui prima si è accennato, è possibile dire che in realtà ciò che bello E' bello, a ciò che piace non sempre lo è.
Fondamentalmente la bellezza come idea universale non può essere soggetta all'opinione personale. Il soggettivismo portato alle estreme conseguenze altro non è che un primo fondamento dell'anarchismo. Se ci ispirassimo pienamente a quel famoso proverbio, se non ponessimo dei paletti dettati dai nostri costumi, dall'etica e dal relativismo storico, perderemmo ogni parvenza d'identità. Cosa si sarebbe senza il divieto che incarna in sé il senso più profondo di libertà, di ribellione?
In ogni caso i tempi cambieranno ancora e vi saranno altri che indignati urleranno: "O tempora, o mores!", domandandosi se per davvero la bellezza non abbia pero la propria vera identità.
Intanto fortunatamente alcuni continuano imperterriti a comprendere e compiacersi della classica bellezza, forse illusi in un mondo che sempre più sfuma nell'incertezza.
Domande da interrogazione
- Qual è la differenza tra bellezza e piacere secondo il testo?
- Come viene vista la bellezza nel contesto dell'estetica?
- Qual è il rischio del soggettivismo estremo riguardo alla bellezza?
Il testo sottolinea che la bellezza è legata a criteri schematici e analisi ponderata, mentre il piacere è più soggettivo e non sempre corrisponde a canoni universali.
L'estetica considera la bellezza come conoscenza, armonia e comprensione, spaziando dalla natura all'arte e alla figura umana, e non è soggetta all'opinione personale.
Il testo avverte che il soggettivismo estremo può portare all'anarchismo, facendo perdere l'identità e il senso di libertà che deriva dal rispetto di norme e costumi condivisi.