giuli3001
Erectus
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Concetti Chiave

  • Il suicidio è visto come un atto di vigliaccheria nella letteratura, come illustrato da Dante nella Divina Commedia.
  • Nelle società romana e greca antiche, il suicidio era considerato legale e spesso accettabile per chi non sopportava il peso della vita.
  • Oggi, il suicidio è percepito come una fuga dai problemi piuttosto che una soluzione, richiedendo una valutazione attenta delle circostanze.
  • Il biotestamento in Italia permette ai cittadini di scegliere se sospendere le cure, collegando il tema al concetto di suicidio assistito.
  • La Chiesa cattolica considera la vita un dono sacro, opponendosi al suicidio e alle decisioni che potrebbero portare alla morte.

Suicidio: atto di vigliaccheria o coraggio?

Il suicidio è considerato l’atto autolesionistico più estremo con il quale un individuo si toglie la vita. Nella letteratura, molti sono gli autori che hanno trattato questo tema, ad esempio Dante.
Nel XII canto dell’Inferno della Divina Commedia troviamo infatti i suicidi, giudicati vigliacchi dal Sommo Poeta, il quale ritiene che, poiché hanno rifiutato e rinunciato al proprio corpo, non si meritano di riaverlo indietro.


Andando ancora indietro negli anni, e più precisamente nella storia Romana, troviamo un esempio di suicidio, ovvero quello di Lucrezia, la moglie di Collatino che, violentata da Sesto Tarquinio, non sopporta l’offesa ricevuta e si toglie la vita. Ma nella società romana, così come in quella greca, il suicidio non era considerato un peccato, anzi un’azione assolutamente “legale” se non si riusciva più a sopportare il peso della vita.
Al giorno d’oggi la situazione è completamente cambiata: il suicidio non è più considerato un atto di coraggio perché non permette all’individuo di risolvere i propri problemi, bensì di sfuggirne. Nella nostra società, il suicidio è visto come un atto di vigliaccheria, in quanto è è ritenuta l’unica soluzione in casi estremi e in cui non si sa puù come agire. Chiaramente bisogna valutare i diversi casi e non giudicare repentinamente.
Esistono infatti casi di suicidio, soprattutto giovanile, in cui l’individuo si toglie la vita perché ha dovuto affrontare poblemi troppo grandi che non riesce a sopportare, e a risolvere e il suicidio sembra essere l’unica soluzione.
L’atto resta comunque ingiustificabile, ma bisognerebbe comunque valutare la condizione sociale della persona e se, come spesso accade, qualcuno ha “consigliato” questa opzione.
Inoltre, recentemente, il Parlamento ha approvato in Italia una legge suo biotestamento, in modo che ogni cittadino abbia la possibilità di scegliere se sospendere o continuare le cure in caso di malattia grave e perdita della capacità di intendere e di volere.
Chiaramente non si tratta di suicidio assistito, che è ben altra cosa, ma i due temi sono collegati: sospendere le cure equivale quasi a un suicidio, ma è difficile stabilire se si tratti o meno di vigliaccheria, poiché in questo caso è evidente che il soggetto è non solo gravemente malato, ma anche molto sofferente.
In questi casi entra in gioco anche la religione: la Chiesa cattolica, per esempio, ha sempre difeso la vita considerandola un inestimabile dono di Dio che per nessuna ragione e in nessuna circostanza può essere sprecata.

Domande da interrogazione

  1. Come viene considerato il suicidio nella letteratura e nella storia?
  2. Nella letteratura, come nella Divina Commedia di Dante, il suicidio è visto come un atto di vigliaccheria. Nella storia romana, invece, era considerato un'azione legale e accettabile in situazioni insopportabili.

  3. Qual è la percezione moderna del suicidio nella società?
  4. Oggi il suicidio è visto come un atto di vigliaccheria, poiché rappresenta una fuga dai problemi piuttosto che una loro risoluzione. Tuttavia, si riconosce la complessità dei casi individuali, specialmente tra i giovani.

  5. Qual è il ruolo della legge sul biotestamento in Italia?
  6. La legge sul biotestamento permette ai cittadini di scegliere se sospendere o continuare le cure in caso di malattia grave, collegando il tema al suicidio, ma non trattandosi di suicidio assistito.

  7. Qual è la posizione della Chiesa cattolica riguardo al suicidio?
  8. La Chiesa cattolica considera la vita un dono inestimabile di Dio, che non può essere sprecato per nessuna ragione, opponendosi quindi al suicidio.

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