annacheriee
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Concetti Chiave

  • Il revenge porn è un fenomeno di pornografia non consensuale, spesso usato come vendetta tramite la diffusione di contenuti intimi senza consenso.
  • Le conseguenze per le vittime sono devastanti, inclusi problemi di salute mentale e in alcuni casi suicidio, soprattutto tra gli adolescenti.
  • La legislazione italiana prevede pene severe per chi diffonde contenuti intimi senza consenso, con multe e reclusione variabili a seconda delle circostanze.
  • Casi noti come quelli di Diana di Meo e Tiziana Cantone evidenziano l'impatto sociale e legale del revenge porn, con conseguenze durature sulle vittime.
  • Per contrastare il fenomeno, è importante raccogliere prove, bloccare e segnalare i contenuti, e contattare le autorità competenti.

Tema sul revenge porn

Il termine inglese corrisponde in italiano a “vendetta pornografica” ed è un fenomeno che rientra nella sfera della pornografia non consensuale. quest’evento si verifica con la condivisione in rete di contenuti intimi senza il consenso del protagonista e spesso avviene a scopo vendicativo.
Numerose vittime, specialmente negli ultimi anni, sono state soggette a questa forma di violenza, rendendosi conto che le loro foto e video erano virali in rete senza aver mai deciso di pubblicarle. la maggior parte delle volte infatti a condividere questi contenuti sono ex-partner o ex-coniugi che dopo aver interrotto il rapporto, per vendicarsi caricano in internet immagini molto personali dell’ex.
Questo ovviamente è un caso ma esistono veramente molte varianti in cui questa forma di stupro può verificarsi. talvolta infatti la vittima viene resa incosciente tramite droga o altro e vengono simulati e registrati atti sessuali per poi essere resi pubblici.
Ovviamente da come già si può immaginare questo fenomeno ha conseguenze disastrose nella vita della vittima, specialmente se adolescente, che talvolta, immersa nell’umiliazione, si suicida.
Un esempio che incarna pienamente questo fatto è avvenuto con Diana di Meo, una ragazza di 22 anni, attuale arbitro e precedentemente modella. a lei è infatti stato hackerato il cloud personale da un individuo ancora ignoto, per poi condividere un video intimo a un ampio pubblico facendolo divenire virale. comunque nel caso si verificassero questo tipo di dinamiche è essenziale denunciare subito il fatto. Ci sono infatti varie pene per chi compie un gesto del genere, per esempio si può citare il principale articolo, il 612 del codice penale, che prevede 5 commi, il cui primo dichiara che chiunque abbia sottratto, inviato o diffuso immagini/video di contenuto sessualmente esplicito inizialmente destinati a rimanere privati (senza cioè il consenso della persona rappresentata) è punito con multa che va dai 5000 ai 15000 euro, più da 1 a 6 anni di reclusione. Il secondo comma è molto simile al primo, viene infatti detto che si applica la stessa pena a chi avendo ricevuto o acquisito in qualunque modo i video o le immagini li diffonde con lo scopo di creare danno alle persone rappresentate (cioè le vittime di revenge porn).
E' invece più specifico il terzo comma dove viene spiegato che la pena aumenta se la diffusione avviene tramite il coniuge (anche separato o divorziato) o da qualcuno che comunque ha avuto una relazione affettiva con la vittima, e se quest’ultima è in condizione di inferiorità fisica o psichica oppure è semplicemente incinta la pena aumenterà da un terzo alla metà, così riporta il quarto comma.
C’è per ultimo il quinto comma, il quale recita che il delitto è punito a querela della persona offesa. Il termine per la proposizione della querela è di sei mesi. la remissione della querela può essere soltanto processuale. Si procede tuttavia d’ufficio nei casi di cui al quarto comma, nonché quando il fatto è connesso con altro delitto per il quale si deve procedere d’ufficio. Negli anni abbiamo visto il susseguirsi di più vittime il cui numero aumenta sempre maggiormente. Dall'inizio della pandemia infatti, dove i contatti fisici sono venuti meno, la circolazione di materiale intimo tra partner è aumentata, così come il revenge porn che è salito del 70%.

Un caso di cui parlare è quello di Dalia Aly, attuale ventenne, che a 15 anni era stata contattata da un ragazzo di tre anni in più. con il tempo aveva iniziato a fidarsi fino a che non hanno avuto un rapporto sessuale tramite telefono. Questo video è stato poi mandato a una cerchia degli amici del ragazzo, senza nessun scopo vendicativo, ma nel 2018 era già diventato abbastanza virale. Dalia per colpa della sua circolazione ha passato gli ultimi anni delle superiori venendo screditata utilizzando questo pretesto anche durante le elezioni per il rappresentante d'istituto. E' stata anche bullizzata con continue battutine pure nel mentre delle lezioni, ed è stata accusata responsabile del fatto perchè secondo certi doveva aspettarselo. con il sostegno della famiglia però ha denunciato il fatto nel 2018, quando ancora non era un reato, per poi diventare tale nel 2019. Attualmente dalia combatte per difendere le vittime di revenge porn.
Parlando di un altro caso c’è quello di tiziana cantone, una donna di 33 anni che nel 2014 ebbe rapporti sessuali che vennero filmati in sei casi e diffusi dalla stessa donna su whatsapp, in particolae riscontrò un certo successo un video con una battuta della donna che divenne poi un meme apparso anche su magliette e gadget vari. tutto questo portò tiziana ad isolarsi e a rinunciare al suo lavoro, rivolgendosi al tribunale per la rimozione dei video dai siti; addirittura la situazione la portò a cambiare il proprio cognome con quello della madre, e dopo esser stata condannata a pagare 20.000 euro di spese legali per errori procedurali, tiziana ormai in stato di depressione tentò più volte il suicido, riuscendo nell’intento il 13 settembre 2016 nello scantinato a casa di una zia. la ragazza aveva nel 2015 denunciato 4 uomini accusandoli della diffusione dei video, ma non fu trovata nessuna prova della diffusione su internet da parte loro e lei stessa modificò poi le dichiarazioni scagionando gli uomini.
Per far sì che questi eventi accadano il meno possibile o comunque per prevenirli e contrastarli è importante innanzitutto essere prudenti. Se ciò però non dovesse bastare screenshotta per raccogliere prove, blocca e segnala i gruppi/profili e contatta la polizia postale.

Domande da interrogazione

  1. Che cos'è il revenge porn e come si manifesta?
  2. Il revenge porn, o "vendetta pornografica", è la condivisione di contenuti intimi senza consenso, spesso per vendetta, e può includere vari metodi di diffusione non consensuale.

  3. Quali sono le conseguenze legali per chi commette revenge porn in Italia?
  4. In Italia, chi diffonde contenuti intimi senza consenso può essere punito con multe da 5000 a 15000 euro e reclusione da 1 a 6 anni, con pene più severe se coinvolti ex-partner o se la vittima è in condizioni di vulnerabilità.

  5. Quali sono alcuni esempi noti di casi di revenge porn?
  6. Esempi noti includono Diana di Meo, vittima di hacking del cloud personale, e Dalia Aly, il cui video intimo è stato diffuso senza scopo vendicativo, ma è diventato virale, causando bullismo e screditamento.

  7. Quali sono le misure preventive e di contrasto al revenge porn?
  8. È importante essere prudenti, raccogliere prove tramite screenshot, bloccare e segnalare profili o gruppi, e contattare la polizia postale per prevenire e contrastare il revenge porn.

  9. Come è cambiata la situazione del revenge porn durante la pandemia?
  10. Durante la pandemia, la circolazione di materiale intimo tra partner è aumentata, portando a un incremento del 70% dei casi di revenge porn.

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