nina128
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Concetti Chiave

  • Luigi Meneghello's "Libera nos a Malo" explores the social and cultural aspects of his hometown, emphasizing childhood memories and the local culture.
  • The author's portrayal of friendship groups in Malo resonates with modern social dynamics, highlighting similarities in group formations based on age and gender.
  • Meneghello views dialects as an authentic means of expression, contrasting with the standardized Italian language, a sentiment not shared in the author's neighborhood.
  • He laments the erosion of communal values and solidarity over time, a sentiment echoed by the author regarding their own community's disconnectedness.
  • Meneghello discusses the shift in work values, from hands-on craftsmanship to intellectual pursuits, noting a loss of seriousness in modern work attitudes.

Traccia:
Ripercorrendo le tematiche del Libera nos a Malo di Luigi Meneghello (1963), componi creativamente un personale tuo Libera nos a…
Svolgimento:
“Libera nos a Malo” è un romanzo autobiografico, un diario in cui Luigi Meneghello parla del suo paese, Malo, nei suoi aspetti sociali e culturali. Il libro può essere diviso in due parti, la prima riguarda tutti i ricordi d’infanzia, la scuola, gli amici, i pomeriggi passati a giocare, la seconda invece è un resoconto della cultura del paese veneto e quindi tratta della lingua, del rapporto con i compaesani e del lavoro.
Entrambe le sezioni possono essere confrontate con la società moderna, e in alcune tematiche mi sono completamente riconosciuta.
L’autore descrive la sua compagnia di amici, le cui queste caratteristiche, a distanza di anni, non sono cambiate. Così come a Malo, queste sono formate in base all’età e al sesso, anche nel mio quartiere succede in quel modo. Esistono gruppi di bambini piccoli e gruppi di ragazze, che assomigliano a “le grande” di Malo, le quali si ritrovano al parco per chiacchierare e a volte escludono qualcuna togliendole il saluto, proprio come accade nel romanzo. Meneghello descrive il suo gruppo di amici quasi come fosse un atomo: c’è un nucleo che corrisponde ai capigruppo, e poi piccole particelle, che lui chiama “iloti”, bambini poco influenti, a cui viene chiesto di fare tutto ciò che viene stabilito. La mia compagnia è composta allo stesso modo, in base ai ruoli scelti per ognuno, e tutti fanno riferimento al capo, che propone le sue idee e prende le decisioni.
Il tema in cui meno mi sono rispecchiata è quello della lingua. Secondo Meneghello il dialetto è il mezzo per esprimere la realtà, l’essenza di ciò che ci circonda, mentre l’italiano è solo una convenzione. Per questo motivo quando i bambini di malo imparavano una nuova parola italiana a scuola e la ripetevano agli adulti, questi non capivano e continuavano ad esprimersi nel loro dialetto. Per quanto riguarda il mio quartiere ciò non è così, il vicinato non condivide un dialetto che bisogna “salvaguardare” dalla lingua ufficiale.
L’autore in un capitolo esprime tutta la sua amarezza per i valori che con il passare del tempo sono cambiati. Una volta era importante il rapporto con i compaesani e non c’era una netta divisione tra vita privata e vita pubblica, ora Meneghello nota che non esiste quasi più la solidarietà tra vicini, e neppure confidenza, e virtù come la laboriosità sono andate perse. Questo è vero, perché mi è capitato di pensare che, se fossi vissuta qualche decennio fa, avrei conosciuto tutti gli abitanti del mio quartiere, mentre ora riconosco a malapena i loro volti, non so la loro storia personale, come succedeva ultimamente a Malo.
Nel paese di Meneghello il lavoro era fondamentale: uomini e donne faticavano tutto il giorno non solo per guadagnare il salario, quanto più per la soddisfazione dell’aver raggiunto un obiettivo e per aver costruito qualcosa con le proprie mani. Adesso non bisogna preoccuparsi del costruire un oggetto, perché tutto arriva già pronto dalle fabbriche delle grandi città e non si eseguono più mansioni che richiedono il fabbricare qualcosa, si punta invece ai lavori intellettuali e il lavoro come operaio non viene tenuto in conto. Questo aspetto della concezione del lavoro si può notare nella società contemporanea: il lavoro, sostiene Meneghello, è ormai divenuto un divertimento e pochi lo prendono sul serio.
Così, per certi aspetti ho potuto comparare Malo alla mia realtà, ma a differenza dell’autore ritengo che il progresso della società moderna non sia un male, purché vengano tenute presenti le proprie radici.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le principali tematiche affrontate nel romanzo "Libera nos a Malo" di Luigi Meneghello?
  2. Il romanzo esplora i ricordi d'infanzia, la scuola, gli amici, e la cultura del paese veneto, trattando temi come la lingua, il rapporto con i compaesani e il lavoro.

  3. Come viene descritta la compagnia di amici nel libro e come si confronta con la realtà moderna?
  4. Meneghello descrive la compagnia come un atomo con un nucleo di capigruppo e particelle di "iloti". Anche oggi, le compagnie si formano in base all'età e al sesso, con ruoli simili.

  5. Qual è il ruolo del dialetto secondo Meneghello e come si differenzia dalla realtà attuale?
  6. Meneghello vede il dialetto come l'essenza della realtà, mentre l'italiano è una convenzione. Oggi, il dialetto non ha lo stesso ruolo predominante nel vicinato.

  7. Cosa esprime Meneghello riguardo ai cambiamenti nei valori sociali?
  8. Meneghello esprime amarezza per la perdita di solidarietà e confidenza tra vicini, e la scomparsa di virtù come la laboriosità, che erano importanti nel passato.

  9. Come viene percepito il lavoro nel romanzo rispetto alla società contemporanea?
  10. Nel romanzo, il lavoro era fondamentale per la soddisfazione personale, mentre oggi è visto più come un divertimento e si privilegiano i lavori intellettuali rispetto a quelli manuali.

Domande e risposte

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