Concetti Chiave
- Il tempo è un concetto complesso e indefinibile, considerato un ritaglio dell'eternità secondo S. Agostino.
- Passato e futuro suscitano emozioni diverse, mentre il presente tende a passare inosservato.
- La consapevolezza del limite temporale porta a gestire il tempo con saggezza e consapevolezza.
- Seneca sostiene che la qualità della vita è determinata da come impieghiamo il nostro tempo, non dalla sua durata.
- Il tempo è una convenzione e, se ben utilizzato, può migliorare la nostra esistenza senza essere percepito come un nemico.
Dal tempo dipende ogni cosa: noi nasciamo e moriamo in base al tempo.
Il tempo può essere ciò che siamo e ciò che facciamo, ciò che siamo stati e ciò che abbiamo fatto, ciò che saremo e ciò che faremo.
Passato e futuro sono due percezioni che a mio giudizio producono in noi più sensazioni, rispetto al presente, che in genere ci è piuttosto indifferente: il passato può evocare, attraverso la memoria, soddisfazione, felicità, oppure tristezza, rimpianto, rimorso; il futuro invece, per quanto mi riguarda, suscita fascino, oppure paura, angoscia. Tengo a precisare che queste ultime due sensazioni non vanno ricondotte al timore della morte, del cessare di esistere, ma alla coscienza di non potere vedere al di là di un certo limite, che è poi il presente, la coscienza di un futuro incerto e imperscrutabile.
Questo aspetto ce lo fa notare anche Alfonso Traina, il quale afferma: “Gli eventi che, appunto perché ancora non sono, non dipendono da noi con gli effetti negativi del timore”.
Ad ogni modo siamo, anzi dobbiamo essere anche consapevoli che la nostra permanenza in questa vita è limitata: a noi è concesso del tempo, sia esso determinato dal fato, dal caso, o da un’entità divina e sta a noi gestirlo come meglio crediamo.
Ma qual è il nostro rapporto con esso?
Concordo con Seneca, quando afferma che non è tanto la durata della vita, quanto quello che facciamo durante essa che ci qualifica. Proprio secondo lui dovremmo interessarci all’immediato, sconfiggendo al contempo la nostra paura per il futuro: “Non permettere che la vita si protenda verso l’avvenire, ma ricondurla al presente”.
Chi è saggio diviene in qualche modo padrone del tempo: lo usa a suo vantaggio e non si cura del futuro, ma usa il tempo nel presente per migliorare la sua vita.
Quindi siamo noi che in realtà non sfruttiamo il tempo nel modo migliore: il tempo non ci è nemico, sia poco o sia molto possiamo viverlo bene.
A questo proposito concludo con un’altra citazione Senechiana: “La mente salda sa che non c’è differenza tra un giorno e un secolo”: ne conviene che il tempo è una mera convenzione.
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine etimologica della parola "tempo"?
- Come influisce il tempo sulla nostra percezione del passato e del futuro?
- Qual è il consiglio di Seneca riguardo al nostro rapporto con il tempo?
- Come viene descritto il tempo in relazione alla saggezza?
La parola "tempo" deriva dal verbo greco "temno", che significa "tagliare", e secondo S. Agostino, il tempo è un ritaglio dell'eternità.
Il passato evoca sensazioni come soddisfazione o rimpianto, mentre il futuro suscita fascino o paura, non per il timore della morte, ma per l'incertezza e l'imperscrutabilità.
Seneca consiglia di concentrarsi sull'immediato e di non preoccuparsi del futuro, usando il tempo presente per migliorare la vita.
Chi è saggio diventa padrone del tempo, lo usa a suo vantaggio e vive bene il presente, poiché il tempo è considerato una mera convenzione.