5 min. di lettura
Vota 4 / 5

Concetti Chiave

  • L'aumento della violenza tra i giovani si manifesta attraverso episodi di bullismo, con ragazzi che prendono di mira i coetanei più deboli.
  • I dati sono allarmanti: il 78% degli studenti delle scuole elementari e medie ha subito prevaricazioni da parte dei coetanei.
  • Questi comportamenti violenti spesso rimangono impuniti, incoraggiando ulteriormente i bulli a continuare.
  • Il fenomeno del bullismo non solo colpisce le vittime, ma danneggia anche l'istituzione scolastica, portando a vandalismi e spaccio di droga.
  • I bulli dovrebbero essere educati attraverso lavori socialmente utili, per imparare il rispetto verso i più deboli, invece di essere puniti con misure tradizionali.

La violenza, nelle sue diverse forme, oggi, purtroppo si sta dilagando sempre di più. Sono in aumento i casi di omicidio, di risse, scontri verbali… Fino a poco tempo fa sembrava che a esercitare la violenza fossero solo gli adulti. Invece, purtroppo, negli ultimi tempi la violenza riguarda anche i più giovani (sia maschi che femmine), che sfogano la loro rabbia o il loro disappunto prendendosela con i coetanei più deboli. È questo l’enorme problema del bullismo. Il giornalista Francesco Alberoni, in un articolo pubblicato dal Corriere della Sera il 3-12-2006 intitolato Il bullismo si elimina in una scuola competitiva, spiega che «fra i ragazzi si sono sempre formati gruppi che mirano al potere, a imporsi sulla massa degli altri. Di solito si raccolgono attorno a un capo particolarmente intraprendente o arrogante o violento. È questo il bullo». I membri che ruotano attorno al bullo si sentono autorizzati a essere arroganti e sprezzanti e a schiavizzare il più debole. I dati di questo terribile fenomeno sono disarmanti. A riportarne le preoccupanti cifre è Raffaello Masci, in un articolo pubblicato da La Stampa il 17-11-2006 intitolato Nonnismo a scuola per 8 studenti su 10. Il giornalista afferma che ben il 78% dei ragazzi che frequentano le scuole elementari e medie sono state vittima della prevaricazione dei loro coetanei, avvenuta anche tramite minacce verbali o risse. Nella maggior parte dei casi, questi comportamenti restano impuniti, tant’è che il 56% dei ragazzi intervistati afferma che «nella vita è molto meglio essere furbi e svegli, piuttosto che disciplinati e diligenti». Questo tipo di comportamento viene utilizzato sempre più spesso e si manifesta soprattutto all’interno delle scuole. Perché? Proprio come affermato da Masci, la maggior parte delle volte questi ragazzi rimangono impuniti. Nell’atto delle loro violenza, i ragazzi spettatori di tali gesti non fanno niente per aiutare il più debole e nemmeno gli insegnanti sono in grado di punirli giustamente denunciando, quando necessario, l’accaduto ai genitori. Ecco che i bulli si sentono ancora più autorizzati a mettere in pratica il loro errato comportamento ai danni del più debole. Emblematico è quanto avvenuto nel caso di un ragazzo torinese down picchiato dai bulli. In base a quanto riporta Marina Corradi, in un articolo pubblicato da Avvenire il 14-11-2006 intitolato Quella meschina prodezza esibita su Internet, gli aggressori di questo ragazzo, per far mostra della loro bravata, hanno addirittura pubblicato il video della violenza su internet. Non hanno avuto paura di poter essere riconosciuti e non hanno nemmeno temuto la reazione o il giudizio dei genitori e degli insegnanti. Quel che ancora appare sconcertante è che, nel video in questione, vi sono anche altri venti alunni che, invece di intervenire per fermare la violenza, hanno cominciato a ridere, legittimando ancor di più quanto si stava compiendo. Gli stessi bulli non hanno preso coscienza di quanto avevano appena compiuto. Infatti hanno affermato che l’avevano fatto per gioco. I comportamenti dei bulli non si ripercuotono solo sui loro compagni, ma anche sull’istituzione scolastica. È capitato, infatti, che molte scuole sono state allagate, incendiate, infestate da insetti o topi, bombardate o derubate. Nel peggiore dei casi, nelle scuole si è arrivato anche a spacciare droga e fumo. Ruggero Guarini, in un articolo pubblicato dal Corriere della Sera il 3-12-2006 intitolato La crisi d’autorità in classe è figlia del ’68, afferma che i giovani che compiono questi atti hanno preso esempio da quanto precedentemente attuato dai loro padri nel ’68. Anche in questo periodo, infatti, ci sono state contestazioni giovanili e atti di superiorità all’interno delle scuole. I professori non potevano nulla contro quanto attuato dai giovani ribelli che, con i loro comportamenti, avevano trasformato la scuola in una fiera e in un bazar. Cosa fare, dunque, per arginare questo fenomeno? Sono d’accordo con quanto affermato da Alberoni nell’articolo sopra citato. Il bullo non va ammonito, perché si fa vanto del richiamo verbale; non va nemmeno espulso, perché dal punto di vista sociale potrebbe essere dannoso. Vanno, invece, puntiti come hanno fatto alcuni magistrati: li hanno mandati a lavorare presso strutture sociali che hanno insegnato al bullo che bisogna aiutare il più debole e non avere la meglio su di lui. Concordo anche con Davide Rondoni che, in un articolo pubblicato da Il tempo il 15-11-2006 intitolato Scuola, ipocrita chi si scandalizza, afferma che « Occorre voler bene. Cioè occorre, per sé e per i propri figli, desiderare la libertà. Quella vera, che fa amare con ardore e tenerezza la vita».

Domande da interrogazione

  1. Qual è il problema principale discusso nel testo?
  2. Il testo discute principalmente il problema del bullismo tra i giovani, evidenziando come la violenza si stia diffondendo anche tra i più giovani, sia maschi che femmine.

  3. Come si manifesta il bullismo nelle scuole secondo il testo?
  4. Il bullismo si manifesta attraverso prevaricazioni, minacce verbali, risse e atti di violenza fisica, spesso non puniti adeguatamente, come riportato da vari giornalisti citati nel testo.

  5. Quali sono le conseguenze del bullismo sugli studenti e sull'istituzione scolastica?
  6. Le conseguenze includono danni fisici e psicologici agli studenti vittime, e atti di vandalismo e criminalità nelle scuole, come incendi e spaccio di droga.

  7. Quali soluzioni vengono proposte per affrontare il bullismo?
  8. Viene suggerito di non ammonire o espellere i bulli, ma di coinvolgerli in lavori sociali per insegnare loro a supportare i più deboli, come proposto da alcuni magistrati e giornalisti.

  9. Qual è l'opinione di Davide Rondoni riguardo alla soluzione del problema?
  10. Davide Rondoni sostiene che è necessario desiderare la vera libertà per sé e per i propri figli, che implica amare la vita con ardore e tenerezza, come parte della soluzione al problema del bullismo.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community