Fabrizio Del Dongo
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Concetti Chiave

  • Il confronto tra l'epidemia di Covid-19 e la peste nei Promessi Sposi evidenzia simili comportamenti umani e reazioni sociali, nonostante le diverse epoche.
  • Entrambi i periodi di crisi hanno visto episodi di accaparramento di beni essenziali, con il panico che ha portato a situazioni di assalto ai negozi.
  • La ricerca del "paziente zero" e le misure di isolamento sono stati comuni a entrambe le epidemie, ma spesso inefficaci inizialmente.
  • Le autorità hanno implementato misure restrittive per contenere il contagio, come cordoni sanitari e zone rosse, ma talvolta con tempistiche tardive.
  • Figure di soccorso e cura, come medici e infermieri durante il Covid-19, rispecchiano l'impegno del padre cappuccino nei Promessi Sposi nel gestire il lazzaretto.

Epidemia Covid-19 e peste de I Promessi Sposi

Mettere a confronto l’epidemia di Covid-19 che ha interessato tutto il mondo nel biennio 2020/2022 con la peste del XVII secolo, descritta dal Manzoni nei Promessi Sposi può essere un compito molto difficile che richiede delle ovvie forzature. Infatti, a prima vista, sembrerebbe che possibile mettere a confronto un problema sanitario dei tempi moderni con tutte le scoperte scientifiche in campo medico e le relative applicazioni tecnologiche con un’epidemia scoppiata quattrocento anni prima, quando non esistevano rimedi validi e le condizioni igieniche molto precarie.

In realtà, a ben riflettere i temi di questa triste attualità hanno molti punti in comune con quanto descritto dal Manzoni o immaginato nella sua fantasia.

In modo particolare, possiamo pensare al comportamento della gente, alla ricerca della prima persona da cui è partito il contagio, dai provvedimenti presi dalle autorità per limitare il contagio, alle difficoltà incontrate da coloro incaricati di assistere contagiati. Insomma, credo che non si esageri se si afferma che il Covid non è altro che una peste moderna: esistono i vaccini, le medicine, i medici specializzati, i macchinari (penso alle terapie intensive), ma il comportamento umano di fronte ad un’epidemia è sempre lo stesso.
Il XII capitolo del romanzo descrive l’assalto al forno delle Grucce.

Nel giorno di S. Martino del 1628, la popolazione milanese, preoccupata per una possibile carenza di viveri, saccheggia una delle più famose botteghe della città in cui si fabbricava il pane. La scintilla è data dalla revoca dei prezzi calmierati del giorno precedente: la folla è adirata perché così i prezzi potranno salire alle stelle e il cibo mancare. All’inizio della diffusione del virus “moderno” (marzo/aprile 2020) tutti abbiamo sentito parlare o visto gli “assalti” della gente ai supermercati perché convinti che un determinato alimento (farina, pasta, olio od altri) non sarebbero stati più disponibili in un futuro molto vicino. Non ci sono stati episodi di violenza come nel Seicento, ma la molla scatenante e le conseguenze sono le stesse. L’accaparramento ingiustificato dei generi alimentari ha creato in molti incertezza o comportamenti non dettati dalla razionalità.
Nel capitolo XXXI la peste viene descritta ampiamente e l’autore ci fa sapere che i cronisti dell’epoca si preoccupavano di individuare l’origine contagio e soprattutto chi avesse trasmesso per primo la malattia nella capitale lombarda. È così che viene individuato un soldato, Antonio Lovato, che era stato visto entrare in città con un fagotto di vestiti appartenuti ai Lanzichenecchi, i soldati tedeschi che in quel periodo avevano varcato le Alpi e messa la Lombardia a ferro e fuoco. Lo scrittore ci informa anche che l’autorità fece isolare la famiglia del soldato e tutti i suoi averi furono distrutti col fuoco, una misura che però non ebbe alcun effetto utile perché la peste dilagò ovunque con grande violenza. Con il Covid la situazione si è presentata nello stesso modo: appena scoppiati i primi casi (siamo verso la fine del febbraio 2020), si scopre che la cittadina dui Codogno è il focolaio e addirittura si individua il cosiddetto “paziente zero”, un uomo arrivato dalla Germania verso la fine del mese di gennaio. Le misure prese dall’autorità sanitaria, più o meno severe, in realtà, almeno all’inizio, non ebbero alcun effetto.

In entrambe le situazioni il contagio si diffonde molto rapidamente; nel romanzo, si parla di una sorta di cordone sanitario intorno alle città lombarde per impedire che le persone provenienti da zone contagiate vi avessero accesso. All’epoca del Covid, si è parlato di “zone rosse” e più tardi di confinamento nelle proprie case, soprattutto per i più anziani e per i più fragili. Col tempo le misure di prevenzione diventarono sempre più numerose fino a limitare le attività commerciali e la libertà di movimento dei cittadini, con delle norme che oggi ci sembrano assurde. Nonostante questo, la popolazione, nel XXI come del XVII secolo sottostimò la virulenza della malattia se non addirittura ne negò l’esistenza (caso dei no vax e delle teorie complottiste). Al tempo della peste manzoniana le autorità pubbliche si dimostrarono piuttosto negligenti nell’applicare le minime misure di prevenzione; infatti la normativa (chiamata allora “grida”) che imponeva la creazione di un cordone sanitario fu emanata solo quando la peste aveva invaso Milano. La stessa cosa è successa nel 2020 quando l’allora Primo Ministrò decretò il 30 gennaio lo stato di emergenza, ma le prime misure furono prese soltanto nel mese di marzo, cioè più di trenta giorni più tardi.

Nei Promessi Sposi, abbiamo la figura di Felice Casati, un padre cappuccino che ha il ruolo di gestire e controllare il lazzaretto, Egli dispone di poteri finanziari e da dimostrazione di carità cristiana nei confronti di coloro che sono colpiti dal morbo. Nello svolgimento delle sue funzioni, Manzoni scrive che rimproverava, puniva, ma era anche capace di confortare e di asciugare le lacrime. Egli lavorava sul campo a stretto contatto con gli ammalati, senza un attimo di sosta, come hanno fatto tanti medici e infermieri di cui un esempio molto significativo ci fu dato due anni fa da una foto che ritraeva un’operatrice sanitaria che era crollata dalla stanchezza sulla tastiera di un computer per i turni massacranti a cui era sottoposta.
Potremmo trovare tante altre somiglianze fra le due epidemie, comunque tutte derivate dal comportamento umano, sempre lo stesso, nonostante quattrocento anni di differenza.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le differenze tra l'epidemia di Covid-19 e la peste descritta nei Promessi Sposi?
  2. Le principali differenze sono le scoperte scientifiche e le applicazioni tecnologiche nel campo medico che sono presenti nell'epidemia di Covid-19, mentre nella peste del XVII secolo non esistevano rimedi validi e le condizioni igieniche erano precarie.

  3. Come viene descritto il comportamento della gente durante l'epidemia di Covid-19?
  4. Durante l'epidemia di Covid-19, la gente ha mostrato comportamenti simili a quelli descritti nel romanzo, come gli "assalti" ai supermercati per accaparrarsi generi alimentari e la ricerca dell'origine del contagio.

  5. Quali misure sono state prese dalle autorità per limitare il contagio durante l'epidemia di Covid-19?
  6. Durante l'epidemia di Covid-19, sono state prese misure come la creazione di "zone rosse", il confinamento nelle proprie case e la limitazione delle attività commerciali e della libertà di movimento dei cittadini.

  7. Come viene descritta la diffusione del contagio durante l'epidemia di Covid-19?
  8. Durante l'epidemia di Covid-19, il contagio si è diffuso rapidamente, così come descritto nel romanzo, e sono state prese misure come la creazione di un cordone sanitario intorno alle città per impedire l'accesso alle persone provenienti da zone contagiate.

  9. Quali sono le figure che si occupano dell'assistenza durante l'epidemia di Covid-19?
  10. Durante l'epidemia di Covid-19, ci sono stati medici e infermieri che hanno lavorato a stretto contatto con i malati, come descritto nel romanzo con la figura del padre cappuccino Felice Casati.

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