Concetti Chiave
- Tristan Bernard highlights the irony of humans labeling animal behavior as "bestiality" while true brutality is inherent in humans.
- Animals act without cruelty or malice, driven by survival instincts, unlike humans who may derive pleasure from violence.
- Humans unjustly claim dominance over nature, exploiting animals for vanity or culinary desires, treating them as trophies.
- Intelligence should not be equated with superiority, as true humanity lacks in moral values and empathy.
- Children's media often depict animals as victims of human cruelty, a sensitivity that fades as children grow and become desensitized adults.
Tristan Bernard, con una sua frase, riflette su un argomento che spesso viene ignorato: la bestialità dell’uomo e l’intelligenza degli animali.
È curioso come l’uomo tenda a definire bestialità tutto ciò che appartiene al mondo animale, quando quest’ultima appartiene totalmente agli esseri umani.
La brutalità negli animali non degenera in atti di violenza fini a se stessi. Nell’uomo invece la degenerazione arriva a fare della violenza una fonte di piacere.
Gli animali non conoscono crudeltà, se non quella che viene inflitta loro, non uccidono se non per istinto di sopravvivenza, non traggono piacere nel torturare e provocare sofferenza agli altri.
L’uomo ha preso un posto immeritato all’interno del sistema-natura, ha preteso il potere di decidere sugli altri esseri viventi, come se gli appartenessero di diritto, considerandosi una razza privilegiata.
È cosi che gli uomini si sono sentiti legittimati a tutto, anche all’indecenza: uccidere senza pietà per puro vizio, rinchiudere animali in gabbie solo per esibizionismo o per servirli a tavola come pietanze prelibate.
Tutto ciò non può essere chiamato intelligenza; saper eseguire dei conti matematici o saper scrivere un tema di italiano non definisce l’uomo una razza superiore, in quanto mancano quei valori che lo definirebbero “umano”.
Questo concetto di bestialità umana viene capito sin da piccoli, ad esempio attraverso cartoni animati in cui animali innocenti devono fuggire e salvarsi dalle atrocità inflettigli dagli uomini; poi però la sensibilità che colpisce i bambini circa questo argomento, si trasforma, crescendo, negli uomini che in quegli stessi cartoni sparavano, e in chi, come se nulla fosse, guardava in silenzio sentendosi immune da ogni colpa, non avendo fatto lui stesso il “lavoro sporco”.
Spesso si sente dire che è importante non attribuire agli animali caratteristiche umane che essi non hanno, in quanto solo solo macchine senz’anima, prive di sentimenti.
Se per anima però intendiamo la sede del giudizio, della sensibilità e della volontà, il coraggio e i sentimenti nobili, allora sì, gli animali hanno un’anima.
Domande da interrogazione
- Qual è il punto di vista di Tristan Bernard sulla bestialità umana rispetto all'intelligenza degli animali?
- Come viene percepita la superiorità umana nel sistema-natura secondo il testo?
- Cosa suggerisce il testo riguardo all'anima degli animali?
Tristan Bernard sottolinea che la vera bestialità appartiene agli esseri umani, mentre gli animali agiscono per istinto di sopravvivenza e non per crudeltà o piacere nella violenza.
L'uomo si è arrogato un posto immeritato nel sistema-natura, credendosi una razza privilegiata e legittimato a sfruttare e maltrattare gli animali per puro capriccio.
Il testo suggerisce che se l'anima è intesa come sede del giudizio, sensibilità e sentimenti nobili, allora gli animali possiedono un'anima, contrariamente a quanto spesso si crede.