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Il viaggio
Viaggio: Atto di spostarsi da un luogo all'altro compiendo un certo percorso.
Questa è la definizione che un dizionario di italiano dà per la parola viaggio, ma possiamo realmente assumerla come definizione?
Siamo certi che, oltre ad essere un semplice spostamento, il viaggio non sia altro?
Ma cos’altro?
Conoscenza?
Felicità?
Avventura?
Voglia di sentirsi liberi?
Curiosità?
Tutto parte da se stessi, dall’uomo, da colui che decide di intraprendere un viaggio, il viaggiatore.
Il viaggio è curiosità, voglia di conoscenza.
Dietro ogni viaggio compiuto c’è un viaggiatore che è alla ricerca della felicità; dietro ogni viaggiatore c’è la voglia di scoprire, di imparare, di conoscere, voglia di confrontarsi, crescere interiormente.
Quando si viaggia si ha l’opportunità di allargare le proprie conoscenze, di apprendere.
Quando si viaggia si scoprono nuovi popoli, abitudini, nuove religioni, forme artistiche e gastronomiche, nuove culture. Se dovessimo intraprendere un viaggio per i paesi arabi, dove si professa la religione islamica noteremo la differenza degli usi e costumi della popolazione del paese, dettata non solo dalle condizioni climatiche ma anche dalla religione, come per le donne che devono indossare il burka per nascondere il viso. (continua nell'allegato)
TIPOLOGIA B Redazione di un "SAGGIO BREVE" o di un "ARTICOLO DI GIORNALE"
(puoi scegliere uno degli argomenti relativi ai quattro ambiti proposti)
Sviluppa l'argomento scelto o in forma di "saggio breve" o di "articolo di giornale", utilizzando
i documenti e i dati che lo corredano. Se scegli la forma del "saggio breve", interpreta e
confronta i documenti e i dati forniti e su questa base svolgi, argomentandola, la tua
trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio. Da' al
saggio un titolo coerente con la tua trattazione e ipotizzane una destinazione editoriale (rivista
specialistica, fascicolo scolastico di ricerca e documentazione, rassegna di argomento culturale,
altro). Se lo ritieni, organizza la trattazione suddividendola in paragrafi cui potrai dare
eventualmente uno specifico titolo. Se scegli la forma dell' "articolo di giornale", individua nei
documenti e nei dati forniti uno o più elementi che ti sembrano rilevanti e costruisci su di essi il
tuo 'pezzo'. Da' all'articolo un titolo appropriato ed indica il tipo di giornale sul quale ne
ipotizzi la pubblicazione (quotidiano, rivista divulgativa, giornale scolastico, altro). Per
attualizzare l'argomento, puoi riferirti a circostanze immaginarie o reali (mostre, anniversari,
convegni o eventi di rilievo). Per entrambe le forme di scrittura non superare le quattro o
cinque colonne di metà di foglio protocollo.
IL DECALOGO DEL SAGGIO BREVE o cronaca
1) La poliedria dei documenti = Si consiglia di riportare a fianco la sintesi di ognuno dei documenti. Per esempio, il tema del
viaggio è così ripartito a) vita=nascitamorte
( cambiamento interiore) b)occhi per guardare il mondo (fermarsi a guardare) c) il viaggio
non è definitivo ed è incerto d) Futuro = progetti e scoperte ( il viaggio nella fantasia) e)
viaggiare e conoscere persone, costumi e tradizioni f) Viaggiare nei ricordi ( gli immigrati)
2) Le citazioni = si consiglia di riportare i nomi degli autori dei documenti in parentesi, così il discorso è più fluido.
3) Cura della bella copia= Non fare pastrocchi!!!!!!
4) Intestazione esatta = Prima prova, tipologia, specificare se saggio o articolo, argomento e titolo.
5) Tesi = La tesi va messa in evidenza (voglio dimostrare che…) Si consiglia di produrre una mappa
( ponetevi il problema e la risposta sarà la tesi, indicate tutti i punti dell’argomentazione
attraverso i quali sostenere la vostra tesi. I punti devono essere coerenti e coesi.)
6) Apporti critici personali= Andare oltre i documenti, citarli, interpretarli e aggiungere le vostre conoscenze di studio a
riguardo, per dimostrare la vostra capacità critica.
7) I concetti diversi= Non affollate i concetti diversi nello stesso capoverso, date respiro alle idee.
8) La grammatica= Evitare gli errori grammaticali. Controllate il lavoro. Meglio perdere, anzi, investire più tempo
nella revisione!!! La fretta non serve, scrivete più lentamente.
9) Tutti i documenti= Bisogna riportare tutti i documenti, capire il messaggio, riferirlo e discuterlo nel sistema coeso e
organico dell’argomentazione.
10) La cronaca= Ricordarsi che la cronaca vuole la 3^ persona, è oggettiva e richiede le sei domante giornalistiche,
le virgolette ( vedi cronache che leggiamo in classe), e un linguaggio scarno, che predilige il presente indicativo.
Buon Lavoro di memorizzazione ( La prof)
2. AMBITO SOCIO ECONOMICO
ARGOMENTO: Il viaggio: esperienza dell’altro, formazione interiore, divertimento e
divagazione, in una parola, metafora della vita.
«La felicità, che il lettore lo sappia, ha molte facce. Viaggiare, probabilmente, è una di queste.
Affidi i fiori a chi sappia badarvi, e incominci. O ricominci. Nessun viaggio è definitivo».
J. SARAMAGO, Viaggio in Portogallo, Torino, 1999
«Che cosa non è un viaggio? Per poco che si dia un’estensione figurata a questo termine – e
non ci si è mai trattenuti dal farlo – il viaggio coincide con la vita, né più né meno: essa è forse
altra cosa che un passaggio dalla nascita alla morte? Lo spostamento nello spazio è il primo
segno… Il viaggio nello spazio simboleggia il passaggio del tempo, lo spostamento fisico, a sua
volta, il cambiamento interiore; tutto è viaggio».
T. TODOROV, Le morali della storia, Torino, 1995
«Oggi più che mai vivere significa viaggiare; la condizione spirituale dell' uomo come
viaggiatore, di cui parla la teologia, è anche una situazione concreta per masse sempre più
vaste di persone. Sempre più incerto, nelle vertiginose trasformazioni del vivere, appare il
ritorno materiale e sentimentale a se stessi; l' Ulisse odierno non assomiglia a quello omerico
o joyciano, che alla fine ritorna a casa, bensì piuttosto a quello dantesco che si perde nell'
illimitato».
C. MAGRIS, Tra i cinesi che sognano Ulisse, CORRIERE DELLA SERA, 12/12/2003
«Il bambino che amerà viaggiare comincia a sei anni a guardare i mappamondi e le carte
geografiche. Inginocchiato nella sua stanza, indifferente a qualsiasi richiamo della madre e del
padre, segna col dito la strada lunghissima che lo conduce per mare e per terra da Roma a
Pechino, da Mosca a Città del Capo, lungo gli andirivieni dei continenti e l’azzurro scuro e
chiaro degli oceani. Sfoglia le carte: si innamora del nome di Bogotà o di Valparaiso, immagina
di violare foreste tropicali e deserti, di scalare l’Everest e il Kilimangiàro, come gli eroi dei suoi
libri d’avventura. Così l’infinito del mondo diventa famigliare e a portata di mano… Il ragazzo
impara che, quando viaggiamo, compiamo sempre due viaggi. Nel primo, il più fantastico, egli
legge la guida dell’Austria o della Svezia o dell’Irlanda: città, fiumi, pianure, foreste, opere
d’arte, notizie storiche ed economiche. E studia il viaggio futuro. Nulla è più divertente che
progettarlo: perché il ragazzo muta gli itinerari della guida, stabilisce nuovi rapporti, insegue
luoghi sconosciuti, giunge in Austria dalla Baviera o dalla Boemia, evita città o regioni che non
ama, stabilisce la durata dei percorsi, distingue mattine, pomeriggi e sere. Le ore sono piene di
cose: in una piazza di Vienna si fermerà, chissà perché, quattro ore. Il tempo viene governato
da una gioiosa pedanteria. Quando inizia il viaggio, il ragazzo si accorge che la realtà non ha
nulla o poco da fare coi suoi progetti fantastici. Il paese che immaginava giallo è verde: quello
che pensava rosso è celeste. I due viaggi, quello fantastico e quello reale, quello delle guide e
quello del mondo, ora si accordano, ora si combattono».
P. CITATI, Le guide delle meraviglie, LA REPUBBLICA, 28/12/2004
«In definitiva, che modo di viaggiare è questo? Fare un giro per questa città di Miranda do
Douro, questa Cattedrale, questo sacrestano, questo cappello a cilindro e questa pecora,
dopodiché segnare una croce sulla mappa, rimettersi in marcia e dire, come il barbiere mentre
scuote l’asciugamano: «Avanti un altro». Viaggiare dovrebbe essere tutt’altro, fermarsi più a
lungo e girare di meno, forse si dovrebbe addirittura istituire la professione del viaggiatore,
solo per chi ha tanta vocazione, è di gran lunga in errore chi crede che sarebbe un lavoro di
poca responsabilità, ogni chilometro non vale meno di un anno di vita. Alle prese con questo
filosofare, il viaggiatore finisce per addormentarsi, e quando al mattino si sveglia, ecco davanti
agli occhi la pietra gialla, è il destino delle pietre, sempre nello stesso posto, a meno che non
venga il pittore e se le porti via nel cuore».
J. SARAMAGO, Viaggio in Portogallo, Torino, 1999
«Il viaggiatore aveva un pregiudizio favorevole nei confronti di popoli di contrade lontane e
cercava di descriverli ai suoi compatrioti;… ora l’uomo moderno è incalzato. Il turista farà