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Saggio breve sulla globalizzazione di 1.341 parole in 6 pagine con schema, foto e divisione in capitoli.
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LA GLOBALIZZAZIONE
LE ORIGINI DELLA GLOBALIZZAZIONE (dal 1760 – 80 d.C. ai nostri giorni)
Alla fine del XVIII secolo, si verificò una “rivoluzione” destinata a dare il via a profonde
trasformazioni, i cui effetti si fanno sentire ancora oggi.
La rivoluzione industriale, nata in Gran Bretagna tra il 1760 e il 1780, innescò una lunga
catena di invenzioni tecnologiche e di innovazioni nelle attività economiche.
Con la rivoluzione industriale si diffusero, rispetto al passato, modi diversi di creare città,
industrie e sistemi di trasporto e di comunicazione.
Dagli sviluppi, negli ultimi due secoli, di queste tendenze ha preso avvio la società
moderna.
Le conseguenze la rivoluzione industriale si diffuse a partire dai primi decenni del
XIX secolo nel continente europeo e poi negli Stati Uniti e in altre parti del mondo: da quel
momento lo sviluppo economico è stato ininterrotto, anche se alcune parti del mondo ne
sono rimaste escluse.
La popolazione ha cominciato a crescere, concentrandosi sempre di più nelle città. Ne è
derivato un continuo progresso, i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti noi. La tappa finale
è costituita, infatti, dalla creazione dei sistemi globali, dal commercio alle comunicazioni e
ai trasporti, che giorno dopo giorno stanno cambiando la nostra vita.
L’ultima fase del processo iniziato con la rivoluzione industriale della fine del XVIII secolo è
dunque quella della GLOBALIZZAZIONE.
Rivoluzione industriale (1760 – 1780) Oggi
CHE COS’ È LA GLOBALIZZAZIONE?
Con il termine globalizzazione si definisce “il fenomeno di apertura delle economie
risultante dagli scambi commerciali e dai movimenti di capitale, dalla circolazione delle
persone e delle idee, dalla diffusione delle informazioni, delle conoscenze e delle
tecniche”. L’espressione “apertura delle economie” significa la creazione di un unico
spazio economico mondiale senza frontiere, nel quale:
I capitali investiti nell’agricoltura, nell’industria e nelle attività dei servizi non vengono
impiegati esclusivamente all’interno degli stati investitori, ma anche nei paesi ritenuti
più convenienti: dunque, grazie a decisioni prese in un paese lontano, si creano
attività, si impiegano lavoratori, risorse naturali e materie prime in un altro paese.
Oltre ai capitali investiti, si parla anche di prodotti realizzati in un paese e che
vengono commercializzati in altri, grazie alla riduzione delle barriere doganali e al
superamento di limitazioni e divieti che esistevano in passato.
Gli inizi della storia della globalizzazione non sono recenti, tuttavia, negli ultimi decenni,
questo processo si è diffuso rapidamente, al punto che oggi si è formato un mercato
globale, nel quale i produttori offrono le proprie merci e i propri servizi ai consumatori di
più Paesi. Pertanto, la crescita o la diminuzione della domanda all’interno di uno o più
paesi inseriti nel mercato globale influenzano lo stato di salute dell’intera economia
mondiale.
Tra i fattori che hanno contribuito alla formazione di un mercato globale vanno considerati:
La progressiva diminuzione di tempi e costi dei trasporti di merci e persone;
Lo sviluppo dei sistemi di comunicazione telematici e mass-mediatici
interplanetari.
Oltre alla globalizzazione economica si può parlare di globalizzazione ambientale che si
manifesta, ad esempio, con l’effetto serra, che porta all’innalzamento della temperatura
media dell’atmosfera e a squilibri climatici o con la globale preoccupazione da
inquinamento nucleare per i recenti incidenti in Giappone (Marzo 2011 terremoto e
tsunami e in seguito il raffreddamento di alcuni sistemi della centrale nucleare ed
esplosioni che hanno portato alla dispersione di grandi quantità di radioattività).
La globalizzazione comprende anche le malattie, come per esempio l’influenza aviaria o la
“sindrome della mucca pazza”, che si sono diffuse a livello mondiale a causa del
moltiplicarsi dei viaggi e dei mezzi di trasporto che collegano i continenti.
PRINCIPALI PROTAGONISTI DELLA GLOBALIZZAZIONE
I principali protagonisti della globalizzazione sono le imprese multinazionali. Esse vengono
definite multinazionali per le dimensioni: il termine fu coniato nel 1960 da un economista
inglese per identificare quelle imprese che organizzano e coordinano la propria attività
economica attraverso diversi confini nazionali. L’integrazione dei mercati e progresso delle
telecomunicazioni e dei trasporti hanno permesso alle imprese di investire i propri capitali
in paesi anche molto lontani, svolgendo alcune parti del ciclo produttivo lì dove risultano
più vantaggiose, per esempio dove il lavoro costa meno o la legislazione e i controlli
pubblici sono meno rigidi.
Per questi motivi le multinazionali sono spesso accusate di sfruttare il lavoro umano e di
non tutelare l’ambiente in cui operano. FENOMENO SFRUTTAMENTO DEL LAVORO
MINORILE che secondo le stime delle Nazioni Unite, i bambini che lavorano sarebbero più
di 160 milioni. Spesso i lavori che svolgono sono pericolosi e prevedono l’uso di sostanze
nocive. Il datore di lavoro può maltrattarli, sfruttarli e segregarli, rendendoli di fatto degli
schiavi. Il numero di adolescenti e bambini che lavorano sta aumentando anche nei paesi
sviluppati: in Italia si ipotizza che il fenomeno coinvolga almeno 300.000 bambini, ma non
esistono cifre ufficiali perché la maggior parte dei ragazzi sottoposti al lavoro minorile è
composta da immigrati che svolgono lavori irregolari.
CAUSE DELLA GLOBALIZZAZIONE
La principale causa della globalizzazione è di ordine economico, ed è stata il vertiginoso
aumento della produzione di beni e degli scambi commerciali, favorito dalla riduzione dei
costi di trasporto e soprattutto dall’enorme sviluppo dei sistemi di comunicazione, in
particolare telefonia, televisione, telematica, reti internet;
La seconda causa della globalizzazione è di ordine politico, ed è stata la fine del mondo
bipolare, denominato per quasi quarant’anni dalla tensione tra USA e URSS, basato sulla
proprietà statale dei mezzi di produzione.
EFFETTI DELLA GLOBALIZZAZIONE
Negli ultimi trent’anni la maggior parte dei governi dei paesi sviluppati ha perseguito una
politica di liberismo economico caratterizzato da: privatizzazione delle aziende statali;
minori interventi dello Stato nell’attività economica; ridimensionamento delle politiche del
Welfare State (Stato sociale); abbassamento delle imposte. In generale queste politiche
hanno favorito la globalizzazione. In sintesi si può affermare che i principali effetti della
globalizzazione sono:
Una progressiva limitazione della capacità di controllo degli stati sull’economia;
La crescita del potere di iniziativa delle multinazionali;
La crescita economica di alcuni paesi in via di sviluppo, a cominciare da Cina e
India.
Molte imprese multinazionali, europee e nordamericane, hanno ritenuto più vantaggioso
spostare i propri impianti produttivi in paesi dove i costi di produzione risultano più bassi
(minore costo della manodopera, minori controlli di legge). Questo fenomeno noto come
“delocalizzazione”, ha determinato da un lato la deindustrializzazione dei paesi sviluppati;
dall’altro, ha concorso alla grandissima crescita economica di alcuni paesi in via di
sviluppo, che hanno visto potenziare il proprio apparato industriale e aumentare i propri
livelli occupazionali.
Attualmente, anche per effetto di questi fenomeni, dal punto di vista dello sviluppo
economico e dallo sviluppo umano i paesi della terra possono essere divisi nei seguenti
cinque gruppi:
1. PAESI ALTAMENTE SVILUPPATI: comprende Unione Europea, Stati Uniti,
Canada, Giappone, Australia e Nuova Zelanda;
2. BRIC: comprende Brasile, Russia, India e Cina
3. NIC (Newly Industialized Countries): paesi di nuova industrializzazione