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Concetti Chiave

  • The Blue Whale Challenge is an online game originating from Russia in 2013, enticing teenagers through social media into self-harm tasks over 50 days, culminating in suicide.
  • During 2016-2017, the Blue Whale Challenge resulted in 145 official suicides across nine countries, with a significant majority in Russia.
  • Teenagers, particularly vulnerable during adolescence, are drawn to the challenge's messages, often unnoticed by family due to their virtual immersion.
  • Philipp Budeikin, the alleged creator, aimed to "clean" society through suicide, and despite his arrest, others continue as "curators" overseeing participants' tasks.
  • The Werther Effect, named after Goethe's novel, highlights how media reports of suicides can trigger similar actions in others, seen historically and in the case of Marilyn Monroe.

Indice

  1. Il fenomeno della Blue Whale Challenge
  2. L'effetto Werther e i suicidi di massa
  3. L'importanza della vita e del supporto

Il fenomeno della Blue Whale Challenge

Voglio parlarvi del recente caso della “Blue Whale Challenge”. Nato in Russia nel 2013, è un Internet “game”, una sfida online come tante, ma questa ha una durata di cinquanta giorni durante i quali i partecipanti devono svolgere determinati compiti e prove in un crescendo di autolesionismo e auto afflizione che, allo scadere del periodo, culmina nel costringerli a buttarsi dall’edificio più alto nelle vicinanze. Nel 2016-2017 questo macabro gioco ha avuto un incredibile picco di successi: 145 suicidi ufficiali in nove Paesi in tutto il mondo, 130 dei quali solo in Russia. Oltre a questi terribili numeri, ci sono i tanti ragazzi tra i 10 e i 18 anni che sono stati salvati in tempo dalle forze dell’ordine o dai genitori, o che volontariamente si sono sottratti dall’arrivare in fondo. Il problema è che a esserne fatalmente attratti sono i teenagers attraverso i social network quali WhatsApp, Facebook e Reddit (anche se tutto è nato su VKontakte, il Facebook russo). Infatti, gli slogan del “rituale” sono “Questo mondo non è per noi”, “Riprenditi la tua vita” oppure “Siamo figli di una generazione morta”, appelli che mettono facilmente radici nelle teste di coloro che attraversano la fragile e delicata fase dell’adolescenza e che si chiudono moltissimo tempo nel mondo virtuale, per cui pochi dei loro parenti si accorgono di quello che sta accadendo. Il presunto inventore del gioco è il russo Philipp Budeikin, 21enne ex studente di psicologia (perché espulso dalla sua università), che sosteneva di voler “pulire” la società punendo col suicidio quelli che, a suo parere, non avevano nessun valore. È stato arrestato, ma nel frattempo, molti altri hanno assunto il ruolo di “curatori”, cioè persone a cui gli utenti devono inviare le foto che testimoniano l’effettuazione delle sfide giornaliere.

L'effetto Werther e i suicidi di massa

Nonostante tutto ciò possa sembrare nuovo e mai visto, è già accaduto. Dopo il 1774, anno di pubblicazione de “I dolori del giovane Werther” di Johann Wolfgang Goethe, si susseguirono suicidi da parte dei suoi lettori per un numero stimato di duemila, in Germania e negli altri Stati in cui fu tradotto, tanto che il protagonista ha dato il nome all’”effetto Werther”, fenomeno psicologico di massa, per cui la pubblicazione da parte dei mass media di una notizia di suicidio ne può provocare a catena una serie di altri. In Italia, l’effetto si ripropose nel 1802 dopo la pubblicazione del romanzo “Ultime lettere di Jacopo Ortis” di Ugo Foscolo, che, infatti, s’ispirò all’opera tedesca. Infine, l’effetto si ripeté nuovamente nel 1962 a Los Angeles, dove la notizia che l’attrice Marylin Monroe si era tolta la vita nella città dov’era nata e cresciuta, provocò un aumento del 40% dei suicidi.

I sociologhi spiegano il verificarsi di tutti questi episodi con il modo in cui i mezzi d’informazione comunicano l’annuncio della morte e l’identificazione del pubblico con il suicida.

L'importanza della vita e del supporto

Se qualcuno che sta leggendo riconosce i sintomi in un amico o in sé, si ricordi che la vita è una e che non è mai inutile: ognuno di noi ha uno scopo e un’abilità che lo rende speciale, parlatene con qualcuno e scoprirete che è così.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'origine della "Blue Whale Challenge"?
  2. La "Blue Whale Challenge" è nata in Russia nel 2013 come un gioco online che dura cinquanta giorni, culminando in atti di autolesionismo e suicidio.

  3. Quali sono stati gli effetti della "Blue Whale Challenge" tra il 2016 e il 2017?
  4. Tra il 2016 e il 2017, la "Blue Whale Challenge" ha portato a 145 suicidi ufficiali in nove Paesi, con 130 casi solo in Russia.

  5. Chi è il presunto inventore della "Blue Whale Challenge" e qual era il suo obiettivo?
  6. Il presunto inventore è Philipp Budeikin, un ex studente di psicologia russo, che sosteneva di voler "pulire" la società punendo col suicidio coloro che considerava privi di valore.

  7. Cos'è l'"effetto Werther" e come si collega alla "Blue Whale Challenge"?
  8. L'"effetto Werther" è un fenomeno psicologico di massa in cui la pubblicazione di notizie di suicidio può provocare una serie di altri suicidi, simile all'impatto della "Blue Whale Challenge".

  9. Quali sono le raccomandazioni per chi riconosce sintomi di autolesionismo in sé o in altri?
  10. Si consiglia di ricordare che la vita è unica e preziosa, e di parlare con qualcuno per scoprire il proprio scopo e abilità speciali.

Domande e risposte

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