Concetti Chiave
- La "crisi del Trecento" è caratterizzata da un improvviso declino dopo un periodo di crescita demografica e agricola, causato da cambiamenti climatici e sfruttamento eccessivo delle terre.
- Il raffreddamento climatico, insieme a umidità e piovosità, e la crescita demografica portarono a una crisi agricola, con prezzi dei prodotti impazziti e gravi carestie in tutta Europa.
- Le epidemie, tra cui la peste bubbonica e polmonare, si diffusero rapidamente, peggiorando ulteriormente la situazione sanitaria e demografica del continente.
- I fallimenti commerciali e finanziari, come quelli dei banchieri Bardi e Peruzzi, aggravarono la crisi economica, segnando un periodo di instabilità economica e sociale.
- La guerra dei Cent'anni e le rivolte popolari, come quella dei Ciompi a Firenze, contribuirono al clima di tensione e crisi morale che caratterizzò il secolo.
La crisi del Trecento
●A partire dalla seconda metà del 1200 fino al 1400 il Medioevo si ritrova ad attraversare una crisi detta “crisi del Trecento” perché investì l’intero secolo. Essa fu improvvisa dato che tra il 1000 ed il 1200 si è assistiti ad un notevole incremento demografico causato da un miglioramento delle condizioni climatiche, delle condizioni igienico-sanitarie e delle nuove tecnologie in campo agricolo.
La crisi comincia a sentirsi quando non è più possibile mettere a coltura tutte le terre al fine di ricavarne nutrimento per l’intera popolazione, il cui numero, intanto, era cresciuto smisuratamente. Proprio per questo, il Trecento viene definito l’epoca dei “prezzi impazziti” da un anno all’altro a seconda dei raccolti e della cattiva coltivazione del terreno dovuta al cambiamento climatico e al troppo utilizzo dello stesso terreno, che non veniva lasciato neanche un po’ a maggese, come invece prevedevano le tecniche di rotazione biennale e triennale. Le temperature scendono di un grado, ma non solo a causa dell’azione umana, ma anche per una vera e propria fase ciclica della terra, dove, nelle grandi città, i fiumi gelavano(Tamigi ad esempio). La gente così si trovava a fare i conti con gravi carestie irrisolvibili, poiché colpirono tutta l’Europa. Le cause della crisi del Trecento, furono dunque quattro:
-il raffreddamento del clima di circa un grado, caratterizzato anche dall’umidità e dalla piovosità, che andò a danneggiare l’agricoltura ancor di più.
-la crisi agricola, causata non solo dal clima, ma anche dall’aumento demografico, le scarse tecnologie medievali e l’aumento dei prezzi dei prodotti agricoli.
-la salute individuale, tanto che le fonti storiche cominciano a parlare di carestie, da cui si passa alle epidemie come la tubercolosi, la febbre, il vaiolo ed in particolare la peste, che condizionano la vita.
-i fallimenti commerciali e finanziari, concatenati tra loro, notati dagli storici grazie a documenti su cui si afferma un totale fallimento dei banchieri, di alcuni mercanti importanti e notai. Si ricordano in particolare i fallimenti dei Bardi e dei Peruzzi, i quali dopo aver finanziato una guerra non ricevono indietro il denaro andando in banca rotta.
La peste e la guerra batteriologica
●In più scoppia la peste, sparita da molto tempo. Essa non era un fenomeno nuovo infatti, già da molto tempo se ne conoscevano due tipologie: quella bubbonica e quella polmonare. Entrambi i tipi sono causati dal batterio Yersinia pestis, che normalmente ha come ospite le pulci parassite dei roditori, ratti, alcune specie di scoiattoli, cani della prateria. In qualche caso le pulci possono infettare anche gli animali domestici come i gatti. Normalmente, Yersinia circola tra queste specie senza causare alti tassi di mortalità, e quindi questi animali sono sostanzialmente delle riserve infettive di lungo termine. Occasionalmente, un’epidemia può uccidere anche grandi quantità di roditori e le pulci, in cerca di nuovi ospiti, si trasmettono anche agli esseri umani, diffondendo la malattia. In questi anni, la peste scoppiò per la prima volta a Genova, quando i Mongoli decidono di attaccare uno dei magazzini detti fondachi, dove pernottavano i marinai, mano a mano diventati vere e proprie città. Il fondaco attaccato prendeva il nome di Coffa.
I guerrieri, non riuscendo ad oltrepassarlo, decisero di catapultare al suo interno dei corpi di soldati morti a causa della peste e da qui nacque la guerra batteriologica che fece sì che tutta l’Europa venisse infettata, dato che chi credeva di non aver ancora contratto il morbo scappava altrove, diffondendo la malattia. Tale peste viene descritta da Boccaccio nel Decameron, ma essa non fu l’ultima in Europa: poco dopo, nel 1361, tornò quasi più violenta ed ancora nel 1371 e nel 1399 ve ne furono altre. Più o meno fino al 1420 ogni quindici anni vi fu un’epidemia. Sappiamo orientativamente quante siano state le vittime grazie ai libri delle chiese dove venivano riportate celebrazioni funebri, matrimoni e nascite della città o del comune.
Guerre e rivolte nel Trecento
●Altro elemento scatenante della crisi è la guerra, sempre presente nel Medioevo. Nel Trecento le guerre hanno un carattere più distruttivo per i cittadini, basti pensare alla Guerra dei Cent’anni che investì l’intero secolo. Un intero secolo di crisi significa dire una quantità di difficoltà indescrivibili per l’uomo nell’affrontare la vita quotidiana. Ma devastanti furono anche le varie rivolte contadine e operaie, come a Firenze, dove i Ciompi insorgono a fine secolo, e gli scontri tra impero e papato che determinarono una crisi anche morale. Tre papi vennero eletti contemporaneamente e stava ai cittadini decidere dalla parte di chi volessero stare.
Domande da interrogazione
- Quali furono le cause principali della crisi del Trecento?
- Come influì il cambiamento climatico sull'agricoltura durante il Trecento?
- In che modo la peste contribuì alla crisi del Trecento?
- Quali furono le conseguenze economiche della crisi del Trecento?
- Quali eventi bellici aggravarono la crisi del Trecento?
Le cause principali furono il raffreddamento del clima, la crisi agricola, il deterioramento della salute individuale e i fallimenti commerciali e finanziari.
Il raffreddamento del clima di circa un grado, accompagnato da umidità e piovosità, danneggiò ulteriormente l'agricoltura, già sotto pressione per l'aumento demografico e le scarse tecnologie.
La peste, riemersa a Genova, si diffuse rapidamente in Europa a causa della guerra batteriologica e delle migrazioni, causando numerose epidemie e un alto tasso di mortalità.
La crisi portò a fallimenti commerciali e finanziari, con il crollo di banchieri e mercanti importanti, come i Bardi e i Peruzzi, che non riuscirono a recuperare i fondi prestati per guerre.
La Guerra dei Cent'anni e le rivolte contadine e operaie, come quella dei Ciompi a Firenze, insieme agli scontri tra impero e papato, contribuirono a un clima di instabilità e crisi morale.