Concetti Chiave
- Il Trecento segnò una crisi in Europa dovuta a carestie, epidemie come la peste e guerre, causando un calo della popolazione e tensioni sociali.
- Roberto d'Angiò, noto per la sua cultura e diplomazia, governò Napoli ma la sua morte portò a un periodo di declino economico.
- Dopo Roberto, Napoli affrontò anarchia e conflitti dinastici, con Giovanna I e Giovanna II incapaci di mantenere la stabilità.
- Alfonso d'Aragona, detto il Magnanimo, riuscì a unire le corone di Napoli e Sicilia, ma non risolse i problemi feudali del Mezzogiorno.
- Nonostante le tensioni politiche, Alfonso promosse Napoli come centro artistico e culturale, consolidando il suo prestigio.

Indice
Il Trecento: un secolo difficile, tra crisi e cambiamento
Nel Trecento la fase di crescita iniziata nell'anno 1000 si interruppe ed è proprio per questo motivo che si parla di crisi del Trecento, dovuta principalmente a:
- Carestie = La più grave avvenne tra il 1315 e il 1317 in tutta Europa, probabilmente a causa di un cambiamento climatico che abbasso le temperature e allo stesso tempo accentuò la piovosità portando danni alle coltivazioni.
- Epidemie = La principale fu l'epidemia di peste che ebbe il suo picco tra il 1347 e il 1349.
- Guerre = Attraversarono tutto questo secolo.
Questi furono i fattori che provocarono un calo della popolazione e una pesante situazione di crisi che accentuò il contrasto tra la popolazione ricca e quella povera.
L'arrivo della peste fu un fattore assolutamente sconvolgente. Per la popolazione perché si diffusero una serie di paure e superstizioni. Si moltiplicarono, quindi, le processioni e i pellegrinaggi e in tutta Europa si diffusero i flagellanti, ossia dei fedeli che andavano nelle piazze e si facevano frustare a sangue, sperando di poter evitare il contagio. Sin dal primo momento della diffusione dell'epidemia di peste, si andò a cercare un colpevole che potesse aver scatenato l'IRA di Dio e per questo motivo venne tacciata di contagio la popolazione ebraica.
La figura di Roberto d’Angiò
Roberto d'Angiò visse tra il 1277 e il 1343, era figlio di Carlo II d’Angiò e della Regina Maria di Ungheria. Fu:
- Sovrano del Regno di Napoli
- Conte di Provenza
- Re titolare di Gerusalemme proprio fino alla morte
Essendo venuto a mancare senza eredi legittimi al trono subentrò la nipote Giovanna. Durante la guerra del vespro, quando aveva circa l'età di 11 anni, venne preso come ostaggio assieme ai fratelli Luigi e Raimondo Berengario dal Re Alfonso III di Aragona. Dopo la morte di Carlo Martello, suo fratello divenne erede al trono di Sicilia e successivamente al trattato di Anagni. A Roma sposò la sorella di Giacomo II Violante, figlia del re di Aragona Pietro III e della Regina Costanza II. Dopo la morte di Papa Benedetto 11 Roberto d'Angiò fu eletto capitano della Lega Toscana proprio per pacificare la situazione di guerra tra i guelfi bianchi e i guelfi neri. Tuttavia, la situazione era complicata. e a causa dell'opposizione di Papa Clemente. Quinto Roberto fu costretto a ritirarsi. Roberto d’Angiò, definito da Dante “re da sermone”, più adatto alle parole che all’azione, è l’ultimo re capace di conservare il prestigio del regno di Napoli. Egli è molto dotto e gode di grande considerazione, anche se incerto nella sua politica estera. Napoli è con lui una città allegra e pittoresca, come ci descrive anche Boccaccio nel suo Decamerone. La situazione precipita dopo la morte del re, avvenuta nel 1343, a causa del declino economico e dell’inadeguatezza dei suoi successori.
La situazione diplomatica successiva alla morte di Roberto
Il calo dei prezzi agricoli sia crea spopolamento sia favorisce l’introduzione della pastorizia.
Mentre la nobiltà pensa, tramite l’usurpazione delle prerogative regie e i saccheggi, di riacquistare il prestigio perso, i regni di Giovanna I e Giovanna II, così dissoluti, contribuiscono al disfacimento dello stato. A Napoli regna così un’anarchia simile a quella della Francia nella Guerra dei cent’anni. Ne approfitta Alfonso d’Aragona, re di Sicilia. Nel 1442, dopo una lotta lunga e confusa, riunisce le due corone. Nonostante il Regno di Napoli riacquisti prestigio, egli non sa però risolvere i grandi problemi del Mezzogiorno, tra cui lo strapotere delle nobiltà feudali. Re Alfonso, detto il Magnanimo, elargisce anzi loro una somma di denaro per rifarsi delle perdite subite durante gli anni dell’anarchia feudale. Alfonso il magnanimo visse tra il 1396 e il 1458. Nel corso della sua vita si impegnò molto perché il Papa potesse riconoscere i suoi diritti ereditari, anche se attendeva che la regina abdicasse in suo favore. Tuttavia, la Regina nel 1423 Nominò un nuovo rete al trono che era Luigi III d’Angiò. Alfonso decise di non farsi da parte e anzi assedia con l'esercito Napoli per cercare di imprigionare la Regina e spedirla in Catalogna. La città si arrese e la regina riuscì a salvarsi con fatica. Alfonso, allora dirotto su Ischia, dove resisteva una forte componente militare angioina. Anche in questo caso riuscì ad espugnare questa cittadella. Cercò in seguito di impossessarsi della corona nuovamente. Tuttavia, nonostante la morte della Regina, essa aveva già nominato come erede Renato d’Angiò, che era il fratello del defunto Luigi III. Alfonso si rivelò come sovrano generoso e illuminato che riuscì a far risaltare la città come centro artistico e culturale. Per tale motivo fu chiamato Re delle Sicilie e nel corso del tempo riuscì ad impadronirsi anche della Sardegna.
Per ulteriori approfondimenti sulla famiglia Angiò vedi anche qua
Domande da interrogazione
- Quali furono le principali cause della crisi del Trecento?
- Chi era Roberto d'Angiò e quale fu il suo ruolo nel regno di Napoli?
- Come cambiò la situazione diplomatica dopo la morte di Roberto d'Angiò?
- Quali furono le azioni di Alfonso d'Aragona per consolidare il suo potere nel regno di Napoli?
- Quali furono le conseguenze della nomina di Renato d’Angiò come erede al trono?
La crisi del Trecento fu causata da carestie, epidemie, in particolare la peste, e guerre, che portarono a un calo della popolazione e a un aumento delle tensioni sociali.
Roberto d'Angiò, figlio di Carlo II d’Angiò, fu sovrano del Regno di Napoli e conte di Provenza. È ricordato per il suo prestigio e la sua cultura, ma anche per l'incertezza nella politica estera.
Dopo la morte di Roberto d'Angiò, il regno di Napoli affrontò un periodo di anarchia e declino economico, con la nobiltà che cercava di recuperare il potere perduto, mentre Alfonso d'Aragona cercava di unire le corone di Napoli e Sicilia.
Alfonso d'Aragona assediò Napoli e Ischia, cercando di imprigionare la regina e consolidare il suo potere. Nonostante le difficoltà, riuscì a far risaltare Napoli come centro artistico e culturale.
La nomina di Renato d’Angiò come erede al trono complicò ulteriormente la situazione politica, poiché Alfonso d'Aragona continuò a cercare di consolidare il suo potere, nonostante la morte della regina.