Concetti Chiave
- Tra l'XI e il XII secolo, le città comunali cercano di liberarsi dal controllo feudale e della Chiesa, mirando all'autonomia.
- I Comuni si trasformano in Stati sovrani acquisendo funzioni politiche e amministrative precedentemente riservate ai feudatari.
- L'evoluzione dei Comuni entra in contrasto con gli interessi degli imperatori, che tentano di mantenere il controllo su di essi.
- In Italia centro-settentrionale, i Comuni riescono a conquistare una certa indipendenza, a differenza del sud e della Sicilia.
- Nel sud Italia, i tentativi di emancipazione falliscono, lasciando i territori sotto l'influenza imperiale e dello Stato pontificio.
Indice
L'emancipazione delle città comunali
Tra XI e XII secolo le città, che hanno raggiunto un ordinamento comunale, cercano di liberarsi sempre di più dal rigido controllo dei feudatari e della Chiesa, conquistando autonomia e indipendenza. La città comunale si pone davanti al chiuso mondo feudale con l'aspirazione di esercitare quelle funzioni politiche e amministrative che fino ad ora erano destinate ai feudatari e precluse ad altri organi.
Conflitti con gli imperatori
I Comuni conquistano progressivamente le prerogative per esercitare le funzioni politiche e amministrative si trasformano a tutti gli effetti in degli Stati sovrani. Chiaramente l'evoluzione dei Comuni contrasta gli interessi degli imperatori, che cercano di sottomettere questi organi alla propria autorità.
Differenze regionali in Italia
Questo tentativo di conquista di una certa indipendenza riguarda specialmente i Comuni situati nell'Italia centro-settentrionale, e la situazione è ben diversa in Italia meridionale e in Sicilia, in cui i tentativi di emancipazione dapprima dall'impero bizantino e poi dall'influenza normanna falliscono.
Per questo motivo, i territori situati nell'Italia meridionale continueranno a essere sottomessi all'autorità dell'imperatore, subendo l'influenza dello Stato pontificio, che ha assunto le sembianze di uno Stato comunale a tutti gli effetti.
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