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Concetti Chiave

  • La predicazione di Maometto incontrò resistenza da parte dei Quraysh, portando alla sua fuga a Medina, evento noto come hijra, considerato l'inizio dell'era islamica.
  • Maometto adottò la lotta armata contro i suoi oppositori, introducendo il concetto di jihad come sforzo per difendere la fede islamica.
  • Il jihad è stato storicamente ripreso in momenti di minaccia per l'islam, come durante le Crociate e il colonialismo europeo.
  • Con la vittoria finale a Mecca, Maometto consolidò l'islam come religione dominante, trasformando la Kaaba nel centro spirituale della nuova fede.
  • La posizione di Maometto verso cristiani ed ebrei era duplice: riconosceva la loro fede, ma li considerava inferiori se non accettavano la supremazia dell'islam.

Indice

  1. La predicazione di Maometto
  2. L'hijra e la nascita dell'islam
  3. Il concetto di jihad
  4. La vittoria di Maometto
  5. La diffusione dell'islam
  6. Relazioni con cristiani ed ebrei

La predicazione di Maometto

La predicazione di Maometto radunò intorno a lui un nutrito gruppo di seguaci, ma suscitò anche violente opposizioni.

Il culto degli antichi dèi arabi era ancora forte fra i nomadi; inoltre, i potenti capiclan che dominavano alla Mecca temevano che l’abbandono dei culti tradizionali danneggiasse gli interessi del santuario.

La più forte di tutte le tribù, i Quraysh, che aveva la custodia della Kaaba e a cui apparteneva lo stesso Maometto, si schierò contro di lui e cercò di impedire con la violenza la diffusione del nuovo culto.

L'hijra e la nascita dell'islam

Nel 622 Maometto fu costretto a fuggire dalla Mecca e riparò insieme a tutti i suoi fedeli nella città di Medina; questo evento cruciale, chiamato in arabo hijra cioè ‘emigrazione’, ‘esodo’, è considerato il vero atto di nascita della religione islamica Il calendario islamico conta gli anni

a partire da questa data, che noi, italianizzando la parola araba, chiamiamo “ègira”.

Il concetto di jihad

Di fronte all’opposizione violenta suscitata dalla sua predicazione, Maometto non scelse la strada della non-violenza o addirittura del martirio; scelse invece la lotta armata. Ai suoi seguaci impose di sguainare la spada, dichiarando che ci sono momenti in cui il credente dev’essere pronto a combattere per il trionfo della vera fede. Entrò così nella religione islamica una dimensione fiera e bellicosa: il termine jihad, che indica lo ‘sforzo’ compiuto per soddisfare la volontà di Dio, cominciò a essere interpretato soprattutto in senso guerriero. Questa accezione bellicosa è espressa nella frase «il jihad sulla via di Dio», che noi spesso traduciamo col concetto cristiano di “guerra santa”. Il Corano non considera il jihad come un obbligo per i fedeli, ma li esorta a combattere ogni volta che l’islam è minacciato, e a continuare la lotta fino alla vittoria e alla resa dei nemici; solo chi si arrende dev’essere risparmiato. Nella storia del mondo islamico, il concetto di jihad è stato spesso lasciato da parte e quasi dimenticato, soprattutto nei periodi in cui i paesi musulmani erano prosperi e non si sentivano minacciati da nessuno.

Invece, nei momenti in cui l’islam si è sentito sotto attacco – per esempio nel Medioevo, all’epoca delle Crociate dell’Occidente cristiano contro l’Oriente musulmano, e poi di nuovo fra Ottocento e Novecento, all’epoca in cui le potenze coloniali europee dominavano i paesi arabi – l’esortazione al jihad è tornata a risuonare potente fra i musulmani.

La vittoria di Maometto

La lotta fra Maometto, diventato ormai il capo politico e militare di una vasta comunità di fedeli, e i clan della Mecca che rimanevano attaccati al politeismo tradizionale cominciò con ripetuti attacchi dei musulmani alle carovane dirette alla Mecca, e si concluse nel 630 con la completa vittoria del profeta, che entrò trionfalmente nella città santa. Maometto decise che il luogo sacro degli Arabi politeisti doveva diventare il luogo sacro della nuova religione, e che la Kaaba doveva essere purificata dagli idoli e consacrata ad Allah; e in questo modo diede all’islam una capitale spirituale, che coincideva con il luogo più ricco e frequentato del mondo arabo.

La diffusione dell'islam

A partire da allora quasi tutte le tribù si convertirono alla nuova fede e il politeismo tradizionale venne sradicato; l’islam ha infatti un tale orrore del politeismo, che non considera possibile la coesistenza pacifica con i politeisti. Alla sua morte, nel 632, Maometto era il capo indiscusso di gran parte degli abitanti della penisola arabica; tanto i sedentari delle città come la Mecca e Medina quanto i nomadi del deserto, trasformati ufficialmente nella comunità dei credenti (in arabo, umma), erano obbligati a pagare un tributo, ed erano governati da un’unica legge, quella trasmessa dalle rivelazioni divine al profeta, la sharia.

Relazioni con cristiani ed ebrei

Durante la vita di Maometto la diffusione dell’islam non incontrò soltanto l’opposizione dei politeisti, ma dovette confrontarsi anche con le tribù arabe che praticavano il cristianesimo e l’ebraismo. Nei loro confronti Maometto aveva una posizione oscillante, che si riflette nel Corano. Riconosceva infatti che anche cristiani ed ebrei adorano il vero Dio e hanno ricevuto una rivelazione per mezzo dei profeti; sono, come i musulmani, gente del Libro, con cui è possibile convivere. Ma nel momento in cui cristiani ed ebrei minacciavano l’islam, o semplicemente non ne riconoscevano la superiorità, il profeta dichiarò che anch’essi dovevano essere combattuti e sottomessi. In questa duplicità sta la chiave della tolleranza che nella storia, fino a tempi recenti, le potenze musulmane hanno sempre dimostrato nei confronti di cristiani ed ebrei: sotto il dominio musulmano essi potevano conservare la loro religione, e le loro chiese potevano funzionare regolarmente, ma il limite di quella “tolleranza” – che infatti scriviamo fra virgolette – è che erano comunque trattati come sudditi di seconda classe, e considerati inferiori ai musulmani.

Domande da interrogazione

  1. Qual è stato l'evento cruciale che ha segnato la nascita della religione islamica?
  2. L'evento cruciale è stato l'hijra, l'emigrazione di Maometto e dei suoi seguaci dalla Mecca a Medina nel 622, considerato l'atto di nascita dell'islam.

  3. Come ha reagito Maometto di fronte all'opposizione violenta alla sua predicazione?
  4. Maometto ha scelto la lotta armata, imponendo ai suoi seguaci di combattere per il trionfo della vera fede, introducendo così la dimensione bellicosa del jihad.

  5. In quali periodi storici il concetto di jihad è tornato a risuonare tra i musulmani?
  6. Il concetto di jihad è tornato a risuonare durante le Crociate nel Medioevo e tra Ottocento e Novecento, quando le potenze coloniali europee dominavano i paesi arabi.

  7. Qual è stata la posizione di Maometto nei confronti di cristiani ed ebrei?
  8. Maometto riconosceva che cristiani ed ebrei adorano il vero Dio e sono gente del Libro, ma li combatteva se minacciavano l'islam o non ne riconoscevano la superiorità.

  9. Come venivano trattati cristiani ed ebrei sotto il dominio musulmano?
  10. Sotto il dominio musulmano, cristiani ed ebrei potevano conservare la loro religione, ma erano trattati come sudditi di seconda classe, considerati inferiori ai musulmani.

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