Concetti Chiave
- Negli anni Venti, la mascolinità tradizionale viene messa in discussione dal contrasto tra l'ideale bellicista e il nuovo modello romantico e delicato rappresentato da Rudolph Valentino.
- La figura del maschio combattente, nonostante il suo fascino duraturo, si trova in crisi a causa della brutalità della guerra e della nascita di nuovi ideali maschili.
- La gioventù degli anni Venti emerge come un gruppo distinto con un'identità propria, influenzata da esperienze di guerra e lavoro che la separano dalle generazioni precedenti.
- I giovani diventano protagonisti del cambiamento culturale, lanciando nuove mode e idee che rompono con le tradizioni, come i movimenti Garçonne e Flappers.
- I movimenti politici più dinamici del periodo sono guidati da giovani che esaltano la loro età e le idee innovative, influenzando significativamente il panorama politico e sociale.
L'evoluzione della mascolinità negli anni Venti
Agli inizi degli anni Venti, mentre la femminilità alla moda è trasgressiva, controcorrente e quanto più indipendente possibile, i modelli di mascolinità sembrano confondere i loro profili. Certamente la cultura nazionalista e bellicista ha riproposto fino allo stordimento la figura del maschio combattente e dominatore, un ideale che di sicuro non ha perso il suo fascino anche oggi.
Comunque è un ideale che la brutalità della guerra ha messo almeno in qualche misura in crisi. E quasi a rendere più ambivalente lo standard mascolino arriva lo straordinario successo dell'ideale dell'uomo rude e romantica insieme, capace di trattare le donne con passionalità ma anche con delicatezza, invece che con l'unilaterale propria del soldato. Una grande stella del cinema dell'epoca, Rudolph Valentino (1895-1925), sembra interpretare nel migliore dei modi possibili questo nuovo modello incantando milioni di donne dagli schermi cinematografici di tutto l'Occidente.Il fenomeno della gioventù e il suo impatto
Valentino, Baker, o il personaggio inventato da Marguerite, Monique Lerbier hanno tutti una caratteristica molto evidente: sono giovani o addirittura molto giovani quando raggiungono il successo (26 anni Valentino, 19 anni Baker, 22 anni Brooks). Dietro questo si delinea più chiaramente un fenomeno sconosciuto ai secoli precedenti: adesso c'è un evidente "salto di formazioni e di comportamento" che separa i giovani e le giovani (15-29 anni) dal resto delle classi d'età. La gioventù comincia a essere un mondo a parte: giovani sono coloro che hanno combattuto, giovani sono le ragazze andate in fabbrica a lavorare al posto dei combattenti. E una parte almeno di tutti questi milioni di giovani, che hanno alle spalle esperienze dure e talora traumatiche, ha acquistato consapevolezza di sé in quanto gruppo. La questione non è affatto priva di ricadute politiche anzi i movimenti politici più dinamici ed estremisti di questo periodo sono fatti da giovani ed esaltano la giovinezza delle loro idee o dei loro progetti. Oltre questo aspetto (che non è pure trascurabile) il punto è che sono i giovani e le giovani a lanciare le nuove mode, almeno quelle che vogliono provocare e rompere con le convenzioni. Garçonne, Flappers e giovani neoromantici sono tutti ruoli interpretati al meglio da una generazione che esibisce la sua giovinezza.
Domande da interrogazione
- Quali sono i nuovi modelli di mascolinità emersi negli anni Venti?
- Qual è il ruolo dei giovani nel cambiamento culturale degli anni Venti?
- Come si manifesta la consapevolezza di sé dei giovani negli anni Venti?
Negli anni Venti, i modelli di mascolinità si sono evoluti, passando dall'ideale del maschio combattente e dominatore a un'immagine più ambivalente, rappresentata dall'uomo rude e romantico, capace di trattare le donne con passionalità e delicatezza, come interpretato da Rudolph Valentino.
I giovani degli anni Venti, distinti da un "salto di formazioni e di comportamento" rispetto alle generazioni precedenti, hanno iniziato a formare un gruppo consapevole di sé, influenzando le nuove mode e partecipando attivamente ai movimenti politici più dinamici ed estremisti del periodo.
La consapevolezza di sé dei giovani negli anni Venti si manifesta attraverso la loro partecipazione a movimenti politici e culturali, l'adozione di nuove mode provocatorie e la creazione di un'identità di gruppo distinta, influenzata dalle esperienze dure e talora traumatiche vissute durante la guerra.