EmmaShu
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Concetti Chiave

  • Otto von Bismarck, nominato cancelliere prussiano nel 1862, avviò un processo di unificazione tedesca, identificando l'Austria come principale ostacolo.
  • Nella Terza Guerra d'Indipendenza del 1866, Italia e Prussia si allearono contro l'Austria, con l'Italia incaricata di invadere il Lombardo Veneto.
  • Nonostante la superiorità numerica, l'Italia perse la Battaglia di Custoza, causando disorganizzazione e ritiro delle truppe italiane.
  • La vittoria decisiva della Prussia a Sadowa indebolì l'Austria, permettendo alla Prussia e all'Italia di negoziare la cessione del Veneto con la Pace di Praga.
  • Bismarck ironizzò sulla capacità italiana di ottenere territori grazie alle vittorie prussiane, consolidando l'unificazione della Confederazione Germanica del Nord.

Indice

  1. L'ascesa di Bismarck
  2. L'alleanza italo-prussiana
  3. La battaglia di Custoza
  4. La disfatta di Lissa
  5. La pace di Praga
  6. La minaccia francese

L'ascesa di Bismarck

Nel 1862 fu nominato dal kaiser prussiano un nuovo cancelliere abile e politico: Otto von Bismark, che iniziò un processo di unificazione sostanziale diverso però da quello italiano. Bismark era uno Junker (cioe proveniva dalla grande aristocrazia terriera), era un uomo deciso e di poche parole che individuò subito la strada per raggiungere l'obiettivo del kaiser.

Si rese conto che l'ostacolo principale all'unificazione tedesca sotto la corona di Prussia era l'Austria, che rivendicava il primato tra le popolazioni di lingua tedesca.

Per assicurarsi che, nella guerra in arrivo, l'Austria non mobilitasse l'intero esercito contro la Prussia, Bismarck si procurò un alleato che avrebbe costretto gli Asburgo a combattere su due fronti.

L'alleanza italo-prussiana

Nel 1866 Prussia e Italia strinsero un'Alleanza anti-austriaca e scoppiò la Guerra delle due settimane nello stesso anno, guerra che fu chiamata in Italia la Terza guerra d'indipendenza.

Nella pratica l'Italia doveva invadere il Lombardo Veneto: Vittorio Emanuele II doveva quindi scegliere un solo generale che doveva condurre le truppe alla vittoria; purtroppo però il sovrano non voleva scegliere fra Alfonso la Marmora, Enrico Cialdini e Giuseppe Garibaldi, per cui il sovrano concluse non scegliendo un solo condottiero ma dividendo l'esercito per tutte e tre le sue scelte.

L'esercito italiano contava ben 220.000 uomini contro i 75.000 dell'esercito austriaco, rimasto a difendere il territorio veneto. Vittorio Emanuele quindi divise l'esercito dando 40.000 a Garibaldi per andare entrare in Trentino e provocare danni in quella zona; diede poi 80.000 uomini a Cialdini facendoli aspettare in Emilia Romagna; infine i restanti 100.000 uomini, sotto il comando della Marmora e del Re, dovevano attraversare il confine il 23 giugno del 1866 invadendo l'Austria per attirare l'esercito austriaco; il 24 l'esercito austriaco avrebbe dato battaglia con prevista una vincita dell'Italia, data la superiorità numerica; lo stesso giorno Garibaldi avrebbe invaso il Trentino e il 25 giugno Cialdini avrebbe attraversato il Po prendendo gli austriaci alle spalle penetrando fino a Venezia.

La battaglia di Custoza

Vittorio Emanuele però il 23 giugno decise di dividere nuovamente il suo esercito, facendo restare quindi 50.000 uomini dentro il territorio Italiano. Il 24 giugno vi fu la Battaglia di Custoza e, nonostante i soli 714 morti italiani contro i 1.170 dell'Impero austriaco risultò vincitrice l'Austria, difatti l'esercito italiano si sciolse durante la battaglia provocando un caos generale nella formazione.

Mentre si stava svolgendo ancora la battaglia, Vittorio Emanuele mando un telegramma a Cialdini chiedendogli di attraversare immediatamente il Po, in quanto vi era un disperato bisogno di rinforzi. Cialdini invece decise di rispettare il piano e aspettare il 25; mentre comandava la ritirata, Vittorio Emanuele mandò un altro telegramma a Cialdini il quale gli rispose che era in crisi per il risultato della battaglia appena combattuta da Emanuele per cui preferiva non sorpassare il Po e in ogni caso arrivare in soccorso.

I Prussiani al contrario stavano avendo la meglio sugli Austriaci e il 3 Luglio del 1866 sbaragliarono nella battaglia di Sadowa in Boemia, finendo così la guerra con la vittoria della Prussia ed indirettamente dell'Italia, anche se realmente l'Italia non aveva ancora vinto alcuna battaglia.

La disfatta di Lissa

L'Italia cercava una vittoria per conto suo, per cui decise 11 Luglio di dichiarare guerra all'Austria per via mare, fiduciosi di poter finalmente vincere almeno una battaglia, date soprattutto le 12 costosissime corazzate contro le 7 austriache.

Il 20 luglio del 1866 persero però anche la battaglia di Lissa, cosa che fu nascosta dall'ammiraglio avvisando di aver combattuto una grande battaglia rimanendo vincitori, quindi il giorno dopo i giornali notificavano la vittoria italiana.

Successivamente si scopri che in realtà avevamo perso per cui vi fu successivamente anche la ritrattazione da parte dei giornali del risvolto della battaglia.

La pace di Praga

Alla fine della guerra quindi l'unica piccola vittoria vera e proprio dell'Italia nella Terza Guerra D'indipendenza fu di Garibaldi a Bezzecca, un paesino del Trentino; venduta come "grande vittoria" dell'Italia nella Terza Guerra d'indipendenza.

Difatti, nel concreto, l'Italia vinse la Terza Guerra d'indipendenza perdendola. Infine l'Austria fu così costretta con la Pace di Praga a cedere il Veneto all'Italia.

Bismarck così definì con ironia gli italiani/come il popolo delle tre S, disse infatti:

"Con Solferino avete preso la Lombardia; con Sadowa avete preso il Veneto; con Sedan avete preso il Lazio". aggiungendo che nessuna delle tre battaglie è stata direttamente vinta dall'Italia.

La minaccia francese

Grazie alla vittoria della Prussia, alleata con l'Italia, sull'Austria e con essa stipulata la Pace di Praga, l'Austria venne cacciata dalla Confederazione Germanica, la quale prese ufficialmente il nome di Confederazione Germanica del Nord.

La Germania aveva dunque provveduto alla minaccia del potere austriaco all'egemonia della federazione, tuttavia persisteva il problema della Francia: per ragioni geopolitiche, la Francia aveva cercato di ostacolare la Prussia, poiché una Confederazione Germanica unita poteva costituire una minaccia. Di conseguenza, la Prussia era incline a dichiarare guerra alla Francia.

Domande da interrogazione

  1. Chi era Otto von Bismarck e quale ruolo ha avuto nella Terza Guerra d'indipendenza?
  2. Otto von Bismarck era un abile politico e cancelliere prussiano che avviò un processo di unificazione tedesca. Nella Terza Guerra d'indipendenza, Bismarck si assicurò un'alleanza con l'Italia contro l'Austria, costringendo quest'ultima a combattere su due fronti.

  3. Qual era la strategia militare dell'Italia nella Terza Guerra d'indipendenza?
  4. L'Italia pianificò di invadere il Lombardo Veneto con un esercito diviso tra tre generali: Garibaldi, Cialdini e La Marmora. Tuttavia, la divisione delle forze e la mancata coordinazione portarono a risultati deludenti, come la sconfitta nella Battaglia di Custoza.

  5. Quali furono le conseguenze della Battaglia di Custoza per l'esercito italiano?
  6. La Battaglia di Custoza si concluse con una vittoria austriaca, nonostante le perdite maggiori dell'Austria. L'esercito italiano si disgregò, causando caos e una ritirata disorganizzata, mentre Cialdini non attraversò il Po come richiesto da Vittorio Emanuele II.

  7. Come si concluse la Terza Guerra d'indipendenza per l'Italia?
  8. Nonostante le sconfitte militari, l'Italia ottenne il Veneto grazie alla vittoria prussiana sull'Austria e alla Pace di Praga. La vittoria di Garibaldi a Bezzecca fu l'unico successo italiano diretto, ma l'Italia beneficiò indirettamente delle vittorie prussiane.

  9. Qual era la percezione di Bismarck riguardo alle vittorie italiane?
  10. Bismarck ironizzò sulle vittorie italiane, definendo gli italiani come il popolo delle tre S: Solferino, Sadowa e Sedan, sottolineando che nessuna di queste battaglie fu vinta direttamente dall'Italia, ma piuttosto grazie agli alleati.

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